Il Commento: Momento complesso per gli Allevatori [Ivan Valtulini, Suinicoltore]
15 Aprile 2024

“Il prezzo dei suinetti? Come in ogni mercato è legato alle dinamiche di domanda e offerta ed è per questo che le quotazioni, già in rialzo seguendo le dinamiche dei rincari delle materie prime innescate dopo la pandemia e la guerra in Ucraina, sono cresciute ancora fino agli attuali valori record”.

Ivan Valtulini – Suinicoltore

È Ivan Valtulini, Allevatore di suini di Flero (Brescia) con 600 scrofe a ciclo chiuso e circa 8.000 maiali allevati all’anno (per l’80% grassi e per il 20% suinetti), un ruolo da garante della parte venditrice (scrofaie) nella Cun suinetti, a chiarire i motivi di prezzi in forte crescita per i suinetti negli ultimi mesi.

A Gennaio 2021 i lattonzoli da 25 chilogrammi costavano 2,59 euro €/kg; ad aprile 2022, poche settimane dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il prezzo era salito a 3,67 €/kg. Oggi, la media di questi primi giorni di Aprile si aggira sui 5,42 euro al chilogrammo.

Le cause sono molteplici. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a una progressiva contrazione del numero di scrofe, con conseguente diminuzione del numero di suinetti tatuati per il circuito tutelato”, specifica Valtulini. L’elaborazione di Clal indica per i prossimi mesi (il calcolo si spinge fino a ottobre 2024) un calo tendenziale del numero dei suini da macellare con destinazione Dop e Igp.

“Ma il numero di scrofe è in discesa anche a livello europeo e i prezzi dei suinetti sono alti anche all’estero, con la conseguenza che l’import di lattonzoli dall’estero è diminuita – prosegue Valtulini -. Inoltre, a tutto questo si aggiunge l’incognita PSA e le restrizioni imposte in alcune aree del nostro Paese. Quindi un camion che dovesse esportare suinetti da noi dovrebbe essere sottoposto a fermi e controlli che sono antieconomici per i trasportatori”.

Prezzi a parte, secondo Ivan Valtulini è un momento complesso e di incertezza per gli Allevatori. “C’è carenza di manodopera specializzata, perché i Giovani sono più interessati ad altri lavori che a stare in allevamento – elenca -. C’è la Peste suina africana (PSA) come spada di Damocle: noi ci siamo attivati con sistemi di biosicurezza, ma il problema sono gli animali selvatici. E poi c’è il peso della burocrazia, sempre più pressante.

Il nuovo disciplinare del Prosciutto di Parma impone certificati per ogni singola scrofa, mentre prima era sufficiente dichiarare la genetica. Tutte complicazioni che pesano, in particolare sugli allevatori meno giovani. A tutto questo si aggiunge l’incognita dei prezzi: gli ingrassatori acquistano suinetti a prezzi elevati, ma non sanno finito il ciclo produttivo a quale cifra potranno vendere”.

Oltre la Cina: export in crescita per le Carni Suine USA
11 Aprile 2024

Di: Marika De Vincenzi ed Ester Venturelli

Gli Stati Uniti, a Febbraio 2024, hanno registrato un dato positivo per l’export di Carni Suine (+13,97%), che mantiene il trend in crescita iniziato ad Ottobre 2023. Le quantità esportate di Carni Fresche, Refrigerate o Congelate sono aumentate del 17,62%, con un prezzo medio unitario di 2,74 $/Kg. 

La merce è destinata, in primis, al Messico la cui domanda è in crescita così come quella di altri Paesi del centro e sud America, compensando largamente la diminuzione della domanda Cinese. Inoltre, si sta rafforzando anche la domanda della Corea del Sud (+55,7%; +15.000 tons) grazie ad una ripresa del settore Horeca locale. 

Secondo il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA), la maggiore disponibilità di carne suina negli USA è dovuta all’aumento del peso di macellazione, il maggior numero di suini per figliata e le scorte più grandi. Questo, insieme all’efficientamento del settore, dovrebbe stimolare nei prossimi anni l’export USA delle Carni Suine che, secondo le stime, dovrebbe superare quello della Carne di Pollo nel 2028.

L’export delle Carni Bovine, invece, mantiene il trend negativo che aveva già caratterizzato tutto il 2023. Nei primi due mesi del 2024, le quantità esportate di Carne Bovina sono diminuite del 12,76%, con i cali più significativi della domanda da parte del Giappone, del Canada e di Singapore. Il rallentamento trova ragione anche nei maggiori prezzi di alcuni prodotti, quali le Carni Congelate e le Carni Fresche o Refrigerate, sostenuti dalla riduzione della mandria e delle scorte che dovrebbe protrarsi fino al 2025, secondo le stime USDA.

Calo dei raccolti e rischi sistemici: l’importanza della Biodiversità
11 Aprile 2024

La biodiversità diminuisce ad un ritmo allarmante. Eppure, per continuare ad avere cibo, acqua dolce, aria pulita, per prevenire la diffusione di malattie infettive e contrastare i cambiamenti climatici, la biodiversità degli ecosistemi naturali è indispensabile perché rappresenta la struttura portante della vita.  

Secondo uno studio dell’università olandese di Wageningen, più della metà dell’economia mondiale, e di conseguenza il nostro benessere, si basa su ecosistemi ben funzionanti.

Rischi sistemici, i più difficili da calcolare

Oltre a costi diretti come il calo dei raccolti, la perdita di biodiversità può portare a rischi sistemici, forse i più critici e i più difficili da calcolare. Questi si presentano quando interi ecosistemi collassano comportando ricadute sulle economie e sugli interi sistemi finanziari. Prendiamo ad esempio il costo dovuto alla perdita di impollinazione sulla produzione agricola. Secondo il Forum economico mondiale, il 35% della produzione agricola dipende essenzialmente dagli impollinatori come le api. Colture quali mele e pomodori, ma anche caffè e mandorle dipendono sostanzialmente da questi insetti.  Lo studio ha stimato che in Germania e nei Paesi Bassi la perdita degli impollinatori comporterebbe danni annuali rispettivamente di 1,8 e 1,4 miliardi di euro, con un impatto sui rispettivi PIL molto più rilevante. Diventa dunque indispensabile contrastare il calo di biodiversità, che in Europa sta continuamente aumentando a causa dell’intensa urbanizzazione e dell’antropizzazione dei territori, dell’inquinamento ma anche di pratiche agricole non sempre sostenibili.

Così come si sta facendo per i cambiamenti climatici, definendone i danni ed identificando interventi per contrastarli, comprese le nuove tecnologie, anche per questa criticità occorre misurare in modo affidabile il declino degli impollinatori e come questo influenzi altri ecosistemi, nonché esaminare l’impatto dell’espansione economica sulla biodiversità ed i relativi costi.

Diventa dunque indispensabile preservare gli ecosistemi, per avere la grande varietà di animali, piante, microorganismi che sono fondamentali per le attività vitali. Detto altrimenti, è vitale tutelare la natura, obiettivo che peraltro si propone la strategia UE sulla biodiversità per il 2030.

Fonte: Wageningen University

Il Commento: Gli ultimi dati sui Consumi dei Prosciutti… [Luca Albertini, GranTerre]
8 Aprile 2024

Luca Albertini – Direttore Commerciale di Salumifici GranTerre

“Gli ultimi dati Nielsen sui Consumi dei Prosciutti, che si fermano all’ultima settimana di Febbraio, indicano un timido segnale di ripresa. È una speranza, anche se dobbiamo essere chiari: in Italia e all’estero quella dei Prosciutti Dop e, in particolare, parliamo del Parma che rappresenta un riferimento in grado di trascinare l’andamento degli altri prosciutti a denominazione di origine, è una famiglia di prodotti in difficoltà a causa dei rincari e dell’inflazione, che inevitabilmente ha rallentato i consumi”.

È Luca Albertini, Direttore Commerciale di Salumifici GranTerre, a spiegare le dinamiche in atto, che frenano gli acquisti. All’orizzonte non pare di intravedere spiragli positivi.
“Il problema nasce all’origine – prosegue Albertini -. Se parliamo di Prosciutto di Parma stiamo collocando un prodotto di cui abbiamo pagato la coscia fresca oltre i 6 euro al chilogrammo e ancora oggi stiamo rimpiazzando le uscite dalla stagionatura con cosce che hanno una quotazione analoga, molto elevata. A queste condizioni dovremmo vendere il prodotto in osso ad almeno 12 euro, mentre sul mercato ci sono quotazioni intorno ai 10 euro”.

Siamo di fronte a cifre che, prima o poi, secondo Albertini, “imporranno un aumento di prezzo alla vendita e, di conseguenza, un ritocco dei listini al consumo”.

I consumi non sono in frenata solamente in Italia. “All’estero alcuni discount hanno eliminato le vendite di pre-affettati, in quanto uscivano dal punto prezzo che si erano imposti come target per i salumi. Temo, dunque, che il dato sui consumi possa peggiorare”. A meno che non si restituisca maggiore potere di acquisto al Consumatore.

Aumenti a doppia cifra per l’export UE di cereali e semi oleosi
2 Aprile 2024

Di: Elisa Donegatti ed Ester Venturelli

L’export di Cereali dell’Unione Europea sta mantenendo, anche a inizio 2024, il trend in crescita iniziato nel 2023, che nel complesso annuale aveva registrato un aumento del 10,6% (4,4 Milioni di tonnellate). A Gennaio, le quantità esportate sono aumentate del 48,6%, sostenute dai prezzi in ribasso che, insieme alla maggiore competitività rispetto agli USA, hanno stimolato la domanda, soprattutto per quanto riguarda il Frumento.

Tra i Paesi che hanno incrementato gli acquisti spicca il Marocco: nel 2023 è diventato il primo Paese per quantità di Cereali acquistate dall’UE, e a Gennaio 2024 le quantità sono state il doppio rispetto a Gennaio 2023. La maggiore domanda del Marocco è una conseguenza della scarsa produzione locale di Frumento Tenero del 2023, diminuita per il secondo anno di fila a causa della siccità. Per questo il governo ha deciso di aumentarne le importazioni.

Anche le esportazioni di Semi Oleosi e Farine Proteiche hanno registrato un aumento significativo per quantità a Gennaio 2024 (+49,65%, +67,2 Milioni di tonnellate mese su mese). In particolare, è aumentato il flusso di Girasole verso il Pakistan, di Soia verso la Russia e di Colza verso il Regno Unito.

Il Commento: Le incognite per il settore sono due [Roberto Pini, Pini Italia]
2 Aprile 2024

Roberto Pini – Amministratore delegato di Pini Italia

“Oggi le incognite per il settore sono due: i consumi e la Peste suina africana (PSA)”. Parola di Roberto Pini, Amministratore delegato di Pini Italia, che traccia un bilancio non proprio entusiasmante di questo abbrivio di anno. “In questo primo trimestre i segnali non sono stati positivi per i Consumi e anche la Pasqua non ha portato a risultati particolarmente brillanti. – dice Pini – Il periodo pre-pasquale ha trascinato solo in parte lombi e costine, ma l’incognita sta tutta nell’evoluzione dei listini dopo le festività”.

In questa fase, in particolare, il mercato non sta remunerando tutti gli anelli con la medesima soddisfazione, anzi. “I tagli da lavorazione, come spalle e, in particolare, pancettoni, dovrebbero aumentare, perché il conto economico del macello non è in equilibrio”.

Un altro elemento di forte preoccupazione per Pini è la PSA. “Non riesco ad avanzare ipotesi, qualora lo scenario peggiorasse ulteriormente. – confessa – Siamo purtroppo solo all’inizio, con la PSA che ha colpito territori indubbiamente importanti, ma non di primo piano come potrebbero essere le province di Brescia, Mantova e Cremona. Se dovessero rinvenire in quel triangolo produttivo la Peste suina africana (PSA), non posso immaginare i riflessi sul mercato e sugli Operatori del settore”.

Un tavolo di filiera, magari coordinato dal Ministero dell’Agricoltura, secondo l’Amministratore delegato del Gruppo Pini “potrebbe in questa fase essere utile per mettere a confronto suggerimenti, idee e politiche di rilancio del settore suinicolo”.

Sul fronte del mercato, valuta Pini, “Ad oggi domanda e offerta dovrebbero essere abbastanza in equilibrio, per cui non mi aspetto significative variazioni. Tuttavia, se i suini dovessero aumentare ancora di prezzo con un incremento significativo, anche il prezzo delle cosce dovrà essere rivisto verso l’alto”.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi

Le prospettive per l’agroalimentare Made in USA
27 Marzo 2024

L’economia agricola USA, data la forte capacità di export, ha una proiezione mondiale il cui grande potenziale è correlato all’andamento dei mercati internazionali ed alle tensioni geopolitiche che li influenzano. Nelle previsioni degli economisti agrari, si manifesta un certo pessimismo sulle prospettive a breve termine per le quotazioni agricole statunitensi a causa dell’andamento della domanda interna ed internazionale, specialmente quella cinese, dei tassi di interesse elevati, del clima e delle incertezza del mercato cerealicolo internazionale per le tensioni nella regione del Mar Nero e del Medio Oriente, cui si aggiunge l’aumento della concorrenza produttiva da parte del Sud America.

In campo animale si registra la riduzione delle forniture di carne bovina ma anche suina e di pollo, il che dovrebbe offrire un sostegno ai prezzi anche se pesa l’incognita dei tassi di interesse. Bisogna considerare che la popolazione di bovini USA è arrivata al livello più basso dal 1962 e si prevede che solo a partire da metà del 2024 ci potrebbe essere una inversione di tendenza. Per il latte si prevede un riallineamento al basso delle quotazioni. Gli economisti agrari ritengono che la continua riduzione del patrimonio bovino statunitense a causa della siccità e di altre pressioni, potrebbe anche causare una rilevante concentrazione sia degli allevamenti che dei trasformatori di carne.

L’andamento dell’economia agricola è comunque influenzato dalla debolezza della domanda di molti prodotti base che sta facendo diminuire i prezzi e sebbene i costi di produzione siano scesi, i margini delle aziende agricole sono risicati. Inoltre l’elevato valore del dollaro ha diminuito la competitività sul mercato mondiale.

Concorrenza mondiale e rallentamento della Cina

Guardando allo scenario internazionale, uno dei temi principali è la preoccupazione per l’aumento della concorrenza mondiale che si ripercuote sulle esportazioni di cereali e di soia. Sul mercato mondiale la Russia sta immettendo quantità record di grano ed il Brasile di mais, mentre negli USA il calo dei capi di bestiame comporta una minore richiesta di mangimi e le esportazioni di soia sono previste in calo per la competizione sudamericana. Però il fulcro per gli scambi commerciali resta la Cina, che cerca di diversificarsi dalla dipendenza dagli Stati Uniti per le materie prime agricole e dove il rallentamento dell’economia potrebbe avere un impatto molto negativo.

Per il 2024 i raccolti in nord e sud America sono previsti in crescita. La riduzione nel prezzo dei concimi potrebbe rappresentare un risparmio significativo per gli agricoltori, ma i costi operativi più elevati ed i prezzi più bassi incideranno sulle prospettive per il 2024. Gli economisti sono più ottimisti sui prezzi della soia ritenendo che tenderanno ad aumentare anche per il raccolto 2024/25, mentre, all’opposto, per il mais si prevede un calo dei prezzi. Gli agricoltori dovranno comunque monitorare attentamente gli indicatori macroeconomici per assumere le decisioni più appropriate a contrastare le sfide e sfruttare le opportunità.  

Fonte: AGWEB

TESEO.clal.it – Allevamenti bovini: Consistenza delle mandrie d’origine

La domanda Cinese di Carne segue i prezzi, ma non solo
25 Marzo 2024

Di: Marika De Vincenzi, Elisa Donegatti ed Ester Venturelli

Il mercato Cinese delle Carni Suine sta mostrando cambiamenti significativi dal lato dei consumi, guidati dalla crisi economica insieme al calo demografico e a maggiori interessi salutistici che spostano il consumatore verso altre tipologie. Questo si sta traducendo in un rallentamento delle importazioni che, nonostante il capodanno lunare, nei primi due mesi dell’anno hanno registrato un calo del 39,3% rispetto allo stesso periodo del 2023, mantenendo il trend iniziato ad Agosto scorso.

Le Carni Fresche, Refrigerate e Congelate (voce principale dell’import di Carni Suine) hanno registrato quantità dimezzate, nonostante prezzi inferiori di più del 20% rispetto a Gennaio-Febbraio 2023. Anche l’import complessivo di salumi si è ridotto, con l’unica eccezione di Prosciutti e Spalle con Osso che sono aumentati del 23,9%.

Al contrario, l’import di Carni Bovine è cresciuto del 24,9% tra Gennaio e Febbraio 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023, nonostante una produzione domestica stimata in aumento. Ciò è favorito dalla diminuzione dei prezzi, ma è anche indice di uno spostamento della domanda verso questo tipo di carne. Tra le varie voci, registrano un aumento soprattutto le Carni Bovine Congelate (+100,5 mila Ton). Nel complesso, i principali fornitori sono in Sud America, in ordine di importanza: Brasile, Argentina e Uruguay.

Guardando più a monte nella filiera, anche le importazioni di Cereali sono cresciute, registrando un +29,3% complessivo. Gli aumenti hanno caratterizzato soprattutto Mais, Orzo e Sorgo e sono supportati dai prezzi convenienti che spingono i mangimisti ad approfittarne, facendo scorte, anche in ragione del raccolto di scarsa qualità dell’ultima stagione. Per quanto riguarda i Semi Oleosi, invece, si registra una diminuzione dell’import per tutti i principali prodotti monitorati, nonostante il calo dei prezzi, probabilmente come conseguenza delle scorte fatte nel corso del 2023, che ha registrato importazioni record. 

Tra i fornitori, sia per i Cereali che per i Semi Oleosi si rafforza il ruolo del Brasile, mentre gli USA perdono quote di mercato.

Il Commento: Si è creato un oligopolio di genetiche per le DOP [Rudy Milani, Suinicoltore]
25 Marzo 2024

Rudy Milani – Suinicoltore

“È vero che il prezzo del suino da macello oggi è sostenuto (2,108 €/kg all’ultima seduta Cun, ndr), ma l’attuale fase positiva per gli Allevatori compensa un lunghissimo periodo in cui abbiamo lavorato in frangenti di erosione economica anche molto pesante. Inoltre, il prezzo attuale dei maiali non rispecchia correttamente la legge della domanda e dell’offerta, e tutti gli Operatori ne hanno contezza, altrimenti le quotazioni dovrebbero essere di gran lunga più elevate”. 

Rudy Milani, Suinicoltore e responsabile nazionale della Federazione di prodotto dei Suini di Confagricoltura, dosa le parole, ma parte proprio da domanda e offerta per sottolineare l’anomalia in CUN. “La capacità di macellazione italiana oggi è del 20% superiore al numero di suini disponibile e a questa situazione hanno concorso diversi fattori: investimenti dei macelli nel rafforzamento delle catene di macellazione, PRRS negli allevamenti che ha ridotto pesantemente i suini disponibili, un calo della mandria su scala europea. Ciò nonostante il prezzo del suino vivo viene calmierato dalla parte industriale giustificandolo con consumi e livello di prezzi di vendita della carne critici”, ribadisce Milani.

A complicare lo scenario concorre anche una forte contrazione dei Suini destinati alle produzioni DOP e IGP, “derivata, oltre che da fattori sanitari, anche dal nodo della genetica delle DOP, a causa di disciplinari approvati a colpi di maggioranza i cui aspetti critici erano stati evidenziati puntualmente da Confagricoltura, ma che non sono stati presi in considerazione”.

Di fatto, rimarca Rudy Milani, “si è creato un oligopolio di genetiche per le DOP, con il rischio che, se quei soli tre fornitori dovessero disgraziatamente presentare dei problemi, non avremmo alcun approvvigionamento di suini per le Dop. Inoltre, oggi stiamo macellando animali esclusi dal circuito DOP/IGP che fino a ieri erano ammessi, ma quelle cosce fra 13-14 mesi andranno a fare concorrenza ai prosciutti DOP. Una situazione paradossale, di cui gli Allevatori non hanno responsabilità”.

Non ultimo, fra gli elementi di allarme, “la situazione della PSA che sta mostrando giorno dopo giorno la sua drammaticità, unita alle follie animaliste e ambientaliste europee come il taglio della coda e la riduzione delle soglie per l’autorizzazione integrata ambientale, che piovono da Bruxelles sostenute da correnti politiche che non sanno cosa significhi essere Agricoltore. E questi ulteriori aspetti contribuiranno a ridurre ulteriormente il numero dei capi allevati”.
Tutti aspetti che, rimarca Rudy Milani, meritano l’attenzione di tutta la Filiera.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi

Input & Trasporti: cosa sta accadendo nel 2024?
21 Marzo 2024

Continua la diminuzione dei prezzi di Gas Naturale ed Energia Elettrica in UE, complici condizioni climatiche favorevoli.

Sale invece il prezzo del Petrolio, con possibili risvolti anche sul prezzo del Gasolio agricolo.

Il costo dei trasporti ha raggiunto un picco nell’ultimo trimestre, dovuto principalmente a difficoltà logistiche e geopolitiche nello stretto di Panama e nel canale di Suez.

In questo video, Alberto LancellottiSenior Analyst del Team di CLAL, spiega cosa sta accadendo nel 2024 nel settore degli input energetici e dei trasporti.