Input & Trasporti: cosa sta accadendo nel 2024?
21 Marzo 2024

Continua la diminuzione dei prezzi di Gas Naturale ed Energia Elettrica in UE, complici condizioni climatiche favorevoli.

Sale invece il prezzo del Petrolio, con possibili risvolti anche sul prezzo del Gasolio agricolo.

Il costo dei trasporti ha raggiunto un picco nell’ultimo trimestre, dovuto principalmente a difficoltà logistiche e geopolitiche nello stretto di Panama e nel canale di Suez.

In questo video, Alberto LancellottiSenior Analyst del Team di CLAL, spiega cosa sta accadendo nel 2024 nel settore degli input energetici e dei trasporti.

Il ruolo del Mais nel panorama energetico
1 Febbraio 2024

Di: Elisa Donegatti ed Ester Venturelli

L’etanolo viene utilizzato come carburante in combinazione alla benzina in diverse percentuali. In genere, la presenza di etanolo varia tra il 5 e il 10%, ma alcuni carburanti sono composti all’85% da etanolo e il restante 15% da benzina.

Nelle ultime settimane la produzione Statunitense di etanolo è diminuita in modo significativo. I fattori determinanti sono la minore redditività della produzione e il freddo che ha ostacolato la fornitura di gas naturale agli impianti di produzione. 

Anche dal lato della domanda si sono verificati dei rallentamenti: il freddo ha portato a ridurre i consumi di carburante. Allo stesso tempo, anche le esportazioni si sono ridotte. Questo ha permesso agli stock di etanolo di crescere. La maggiore disponibilità sta esercitando una pressione ribassista sui prezzi influenzando negativamente la redditività della produzione.

Tuttavia, la redditività della produzione di etanolo è strettamente legata anche all’andamento delle materie prime, di queste la più utilizzata negli USA è il Mais. Le stime USDA indicano che la disponibilità di Mais dovrebbe aumentare nel 2024, rispetto al 2023, e questo avrebbe un effetto ribassista sui prezzi del Mais e, di conseguenza, dell’etanolo.

Per quanto sia un carburante economico, non può essere paragonato alla benzina perché non tutti i motori a benzina possono utilizzarlo ed ha un’efficienza molto inferiore. Negli USA, però, si sta investendo nell’utilizzo di etanolo sostenibile come carburante per l’aviazione, e recentemente è stato aperto il primo impianto per la produzione di etanolo sostenibile da utilizzare in aviazione. Lo sviluppo di tale settore garantirebbe ai produttori di Mais un ruolo di rilevanza nel panorama energetico.

Nuove tensioni per energia e fertilizzanti
18 Ottobre 2023

Di: Alberto Lancellotti, Ester Venturelli e Elisa Donegatti

Nuove tensioni stanno caratterizzando i mercati energetici internazionali. Questo si traduce in aumenti nei costi associati a Petrolio, Gas Naturale e Fertilizzanti.

Il prezzo del Petrolio Brent in Europa aveva adottato una tendenza in crescita già a fine giugno, dovuta alla decisione di Arabia Saudita e Russia di ridurre le quantità estratte di petrolio fino a fine anno. Nonostante questo, a fine settembre le quotazioni avevano registrato un rallentamento, interrotto poi dell’escalation delle tensioni in Israele che ha determinato una nuova ripresa dei prezzi. 

Infatti, ci sono preoccupazioni associate alla disponibilità di petrolio nei mercati nel caso in cui i Paesi Arabi decidessero di entrare attivamente nel conflitto. Lo stato che preoccupa maggiormente è l’Iran, il più coinvolto politicamente nella questione sino-palestinese e produttore di circa 3 milioni di barili al giorno.

Le tensioni in Medio Oriente hanno un impatto anche sul mercato del Gas Naturale. Infatti, Israele controlla il pozzo di Tamar, che è stato chiuso a causa del conflitto in atto. Parte del Gas estratto viene abitualmente esportato in Egitto che a sua volta esporta Gas in Unione Europea. L’interruzione di questa fornitura potrebbe avere, quindi, un impatto negativo sulla disponibilità in UE causando un rialzo dei prezzi. A questo si aggiungono altri fattori che inaspriscono le tensioni internazionali sul mercato del Gas Naturale, quali la chiusura di un gasdotto tra la Finlandia e l’Estonia, che necessita riparazioni e rimarrà inattivo per diversi mesi, e gli scioperi dei lavoratori degli impianti di gas naturale liquefatto della Chevron Corp in Australia.

Una certa attenzione va anche posta al settore dei Fertilizzanti. Oltre alle problematiche derivanti dal mercato del Gas Naturale, principale materia prima utilizzata nella produzione, si aggiunge anche il fatto che Israele è un importante esportatore di Potassio. Tuttavia, la domanda di Fertilizzanti è ancora piuttosto debole rispetto al passato, raffreddata in parte dai prezzi che si mantengono elevati. Per questo motivo, gli analisti non si aspettano che i prezzi dei fertilizzanti subiscano aumenti particolarmente significativi nei prossimi mesi.

Infine, le dinamiche dei mercati energetici potrebbero indirettamente influenzare i mercati dei Cereali e dei Semi Oleosi. Infatti, i prezzi elevati dei carburanti fossili incentivano la produzione di bioetanolo e biodiesel. Questo si traduce in un aumento della domanda di Mais e Soia. 

L’agricoltura fotovoltaica per produrre cibo ed energia
12 Dicembre 2022

Cliccando su Google le parole “solare” e “agricoltura” ci si imbatte in una soluzione in grado di affrontare contemporaneamente la crisi alimentare e quella energetica: l’agri-voltaico.

In questo tempo, il mondo è colpito da una serie di shock destabilizzanti. Gli oltre due anni di pandemia e la successiva guerra in Ucraina, con effetti globali sui mercati delle materie prime, sulle catene di approvvigionamento e sull’inflazione, hanno provocato un’impennata dei prezzi di cibo ed energia. Se si aggiungono poi anche i possibili effetti devastanti dei cambiamenti climatici sulle rese dei  raccolti nei prossimi anni, appare evidente che l’insicurezza alimentare ed energetica diventano un rompicapo in tutto il mondo.

I sistemi agroalimentari sono parte della soluzione per adattarsi ai cambiamenti climatici

Secondo il Forum Economico Mondiale, con i giusti investimenti, l’innovazione ed una concreta collaborazione fra i vari soggetti pubblici e privati, i sistemi agroalimentari potrebbero diventare una delle soluzioni più promettenti per contrastare i cambiamenti climatici e fornire nutrimento a tutti, contrastando la povertà. Ad esempio la sola agricoltura di precisione adottata su larga scala potrebbe ridurre di oltre il 5% l’uso delle risorse idriche e la produzione di energia rinnovabile potrebbe generare fino a 100 miliardi di dollari di reddito aggiuntivo per gli agricoltori entro il 2030. Esistono diverse tecnologie agroalimentari, tra cui i progressi nel digitale e nei dati, le soluzioni di energia rinnovabile ed anche le proteine alternative che, se industrializzate, potrebbero sostenere la sicurezza e l’efficienza del sistema alimentare.

L’agricoltura agri-voltaica integra gli impianti solari fotovoltaici con la coltivazione agricola, in modo che la stessa area di terreno possa essere utilizzata per entrambe le attività, permettendo nel contempo di ridurre le emissioni di gas serra, proteggere la biodiversità, ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e migliorare la produttività agricola.

In sostanza si imita quanto fatto da tempo col principio dell’agroforestazione

L’elemento comune e distintivo dell’agri-voltaico è la condivisione della luce solare attraverso la fotosintesi ed il fotovoltaico. In sostanza si imita quanto fatto da tempo col principio dell’agroforestazione coltivando sullo stesso pezzo di terra colture con diverse esigenze di luminosità. L’ombreggiatura solare riduce l’evapotraspirazione, mantenendo il suolo idratato. Secondo l’associazione SolarPower Europe, la schermatura solare potrebbe far risparmiare dal 14 al 29% di acqua contrastando la siccità. Esistono vari tipi di agri-voltaico, tra cui pannelli fotovoltaici a terra, pannelli fotovoltaici sopraelevati e serre solari, che si combinano con diversi tipi di colture, in funzione del clima locale, delle coltivazioni e dei modelli di utilizzo del suolo. Anche nelle grandi estensioni a pascolo, i pannelli fotovoltaici possono possono essere utili come ombreggiatura e riparo per gli animali.

In un mondo in cui le risorse diminuiscono ed i bisogni aumentano, la terra è sempre più preziosa per la produzione di questi due beni. La risposta potrebbe essere semplice: combinare le due cose. Elementare Watson, direbbe Sherlock Holmes!

Fonte: Energy Monitor

Allevamento da latte, fonte di cibo ed energia
23 Agosto 2022

È opinione diffusa che gli allevamenti intensivi creino gravi problemi ambientali, senza possibili soluzioni al riguardo. In realtà, il metano prodotto dalle mandrie non impatta sul riscaldamento globale, ma fa parte di un ciclo biogenico e viene riciclato attraverso la fotosintesi.

Dagli allevamenti bovini derivano molti benefici per l’uomo: il latte è fondamentale per un’alimentazione salutare, per lo sviluppo cognitivo e la cultura culinaria. Inoltre, proprio le vacche possono ridurre la dipendenza della nostra società dai combustibili fossili, ritenuti tra i principali responsabili dell’accelerazione dei cambiamenti climatici in atto.

Attraverso il trattamento dei rifiuti organici generati dagli allevamenti è possibile ottenere biogas, prodotto dalla fermentazione anaerobica dei reflui. In questo modo, i liquami non sono più uno scarto da smaltire, ma diventano un sottoprodotto utile per generare energia.

Non solo l’energia prodotta dall’impianto di biogas di un’azienda agricola può essere utilizzata dalla stessa per ridurre il proprio fabbisogno energetico, ma la produzione di biogas riduce anche le emissioni di elementi inquinanti: è possibile ottenere metano che, se ricavato da una fonte rinnovabile e biologica e in seguito bruciato, ha impronta di carbonio pari a zero.

Produrre e consumare latte significa essere attenti alla natura e al benessere animale, capace di fornire non solo cibo, ma anche energia.

TESEO.clal.it – Italia: Patrimonio zootecnico (Bovini da Latte)

Fonte: eDairyNews

Crisi energetica e filiere alimentari in Cina
11 Ottobre 2021

Finita o quasi la pandemia, ecco ora apparire un nuovo problema: la scarsità di energia e materie prime. Un’analisi di Bloomberg sulla crisi energetica in Cina evidenzia la concatenazione di eventi che si sta manifestando un po’ ovunque nel mondo in tutti i settori, dai semiconduttori, ai concimi, ai materiali da costruzione, ai prodotti agroalimentari.

Andiamo per ordine: la Cina è il Paese più popoloso al mondo, il più grande importatore ed esportatore. Di conseguenza, un rallentamento dell’economia cinese dovuto alla scarsità di energia elettrica a causa della crescita nei prezzi del carbone si manifesta sul mercato interno ma espone anche i Paesi con cui intrattiene relazioni commerciali, come il Cile da cui importa metalli o la Germania da cui importa prodotti finiti. Questo potrebbe portare ad una situazione di stagnazione economica accompagnata da un aumento dei prezzi, in altri termini ad un calo del PIL ed una crescita dell’inflazione, un quadro tale da far impallidire ogni economista. Un caso emblematico è quello del cartone: la domanda mondiale di scatole è aumentata rapidamente durante la pandemia mettendo in tensione la filiera, compresa la logistica. La situazione è ora acuita dai problemi energetici che comportano un calo delle produzioni cinesi del 10-15% col rischio di una penuria mondiale di imballaggi.

Parimenti non sono risparmiate le filiere alimentari, prova ne sia che i prezzi sul mercato mondiale hanno toccato il picco più alto da un decennio, col rischio che la situazione peggiori se la Cina incontra, come sembra, difficoltà nelle sue produzioni agricole. Già nelle ultime settimane la scarsità in energia elettrica ha comportato il rallentamento nelle attività degli impianti di trasformazione con pesanti ripercussione su tutta la filiera alimentare del colosso asiatico. È il caso per la trasformazione della soia, per cui si ha una ridotta produzione di olio e di farina per il settore animale, ma anche del settore lattiero e della carne. Come caso emblematico delle ripercussioni a livello mondiale di tale situazione si può prendere il mercato della lana: gli allevatori di pecore australiani si trovano a dover vendere la lana verso il mercato cinese dove la domanda è in calo perché gli impianti di filatura hanno dovuto tagliare la produzione fino al 40% per la carenza di elettricità; ovvio immaginare il livello di prezzo che raggiungeranno le aste di aggiudicazione dei lotti di lana e le ripercussioni generali sull’economia australiana.

Tutto questo dimostra come oggi il concetto di mercato vada oltre la semplice, classica relazione fra offerta e domanda. Con la globalizzazione il mercato assume sempre più i contorni di un sistema complesso, dunque assai imprevedibile e non desumibile dalla semplice sommatoria degli elementi che lo compongono.

TESEO.clal.it – Prezzi mensili della Soia in Cina
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Fonte: Bloomberg

Massimizzare la fertilità del terreno conoscendo il carbonio
7 Ottobre 2020

Se il carbonio sotto forma di gas atmosferici rappresenta una delle più preoccupanti fonti di inquinamento, come sostanza organica assicura la fertilità del terreno. Il terreno, infatti, contiene il 65% del carbonio presente negli ecosistemi terrestri, mentre il 16% lo si ritrova nella vegetazione ed il 19% nell’atmosfera.
Dunque, la sostanza organica del suolo rappresenta il maggior serbatoio di carbonio e conoscerne la dinamica diventa importante non solo per la fertilità dei terreni ma come strategia per attuare pratiche colturali atte ad implementare il sequestro del carbonio.

La pratica del prato stabile come strumento di tutela ambientale

La pratica del prato stabile rappresenta una delle condizioni migliori per favorire tale sequestrazione accumulando materia organica. Grazie alla maggior quantità di radici ed alla capacità di fissare i nutrienti durante la maggior parte dell’anno rispetto ai seminativi, il prato stabile se ben gestito e curato, offre tutte le sue potenzialità anche in termini di tutela ambientale. 

Per massimizzare la fertilità del terreno diventa importante poter fare il bilancio del carbonio attraverso la misurazione del suo apporto e della successiva decomposizione e mineralizzazione. Questo in funzione delle coltivazioni e delle varie tecniche agronomiche, fra le quali le rotazioni, le concimazioni e l’apporto idrico. Uno studio argentino denominato Rotaciones en Tambo identifica la metodologia per calcolare l’apporto di carbonio al terreno nei sistemi delle aziende da latte valutando l’effetto sulla sostanza organica da parte delle colture foraggere perenni ed annuali, permettendo così di simulare varie possibilità di rotazioni e pratiche colturali.

Conoscere la dinamica del carbonio organico è importante non solo per valutare la fertilità del terreno ma anche per sequestrare il carbonio dall’atmosfera. Nelle aziende da latte, un’attenta valutazione delle varie coltivazioni anche in funzione del bilancio del carbonio, permetterà di iscriversi in una dinamica di sostenibilità ambientale, dimostrando tutto l’apporto che l’allevamento può fornire a questa fondamentale finalità.

Fonti: Todo Lecheria e Todo Agro

L’allevatore avveduto implementa le strategie nei momenti difficili [Intervista al DG di Rota Guido, Giuseppe Volta]
7 Settembre 2020

Giuseppe Volta - Direttore Generale di Rota Guido
Giuseppe Volta – Direttore Generale di Rota Guido

Il futuro della zootecnia passa indubbiamente anche dalla formazione, dall’innovazione e dalle nuove tecnologie, dalla sostenibilità ambientale e dalla multifunzione.
L’occasione del biogas e del biometano è sicuramente da cogliere sia in ottica green che per dare stabilità a lungo termine a una redditività che non sempre la vendita di latte e carne riescono a garantire, per effetto di una volatilità talvolta repentina.

Sono le indicazioni, in sintesi, di Giuseppe Volta, direttore generale di Rota Guido, realtà che “veste” le stalle all’avanguardia nel campo delle prestazioni e del benessere animale. Partiamo proprio dall’animal welfare nell’intervista a Volta.

Direttore, molto spesso si accusa il mondo agricolo di non rispettare il benessere animale. È così oppure siamo di fronte a una fake news?

La cura dei propri animali è nell’interesse di ogni allevatore

“Si tratta di affermazioni assolutamente non corrispondenti alla realtà, in quanto è sicuramente nell’interesse di ogni allevatore avere la massima cura dei propri animali.
È ben noto, infatti, ad ogni operatore del settore zootecnico come le performance produttive e riproduttive degli animali allevati siano strettamente correlate e proporzionali al loro livello di benessere.
Pertanto, al di là degli aspetti etici, il benessere animale risulta essere la condizione essenziale per garantire il successo economico di ogni allevamento”.

Quali sono le azioni per aumentare il benessere animale?

“Per poter garantire un buon livello di benessere agli animali allevati è necessario ridurre al minimo il loro livello di stress. Parliamo principalmente di stress sociali e stress termici, che vengono ormai tranquillamente azzerati grazie ad una corretta progettazione che prevede spazi, tecnologie e servizi corretti che consentono agli animali di vivere liberi dalla fame, dalla sete, dalla paura, dalle malattie e di esprimere i loro ideali comportamenti naturali”.

Quali sono le principali richieste dell’allevatore quando deve costruire una nuova stalla? In tutto questo la sostenibilità ambientale che spazio riveste?

“Come società Rota Guido, ci occupiamo da più di cinquant’anni di progettare e realizzare centri zootecnici razionali ed integrati non solo in Italia, ma in gran parte del mondo.
Da sempre la filosofia che ci guida e che è assolutamente condivisa dagli allevatori e investitori è quella di garantire la massima efficienza produttiva nel rispetto della facilità e sicurezza gestionale per gli addetti di stalla. Risulta inoltre evidente come lo svolgimento dell’attività zootecnica debba avvenire in assoluta armonia con il territorio circostante.

Questo per operare nel più ampio rispetto delle sempre maggiori e restrittive normative vigenti in materia di corretta utilizzazione agronomica e, soprattutto, per garantire un ambiente pulito e sicuro alle generazioni future.
Pertanto, nella progettazione e realizzazione dei centri zootecnici, oltre alla funzionalità ed efficienza dei vari settori e ricoveri destinati agli animali, diamo sempre maggiore importanza a tutte quelle strutture e tecnologie che sono mirate a valorizzare i reflui zootecnici, eventualmente trattandone il carico organico con specifici impianti per farlo rientrare nei limiti imposti dalla legge”.

In questa fase di riassestamento dopo il Covid-19, che azioni suggerirebbe agli allevatori per sostenere il prezzo del latte?

Esistono opportunità di integrare il reddito, come la produzione di biogas

“Il comparto agricolo sta attraversando un momento di leggera difficoltà, legata soprattutto al prezzo di vendita di latte e di carne. Esistono però interessanti opportunità di integrazione al reddito”.

Quali?

“Mi riferisco ad esempio alla corretta utilizzazione delle deiezioni zootecniche, che possono essere economicamente valorizzate come matrici per l’alimentazione di impianti a digestione anaerobica, con produzione di biogas e cogenerazione e vendita di energia elettrica e termica e/o produzione di biometano. Gli incentivi attualmente in vigore sono una garanzia di valore economico assoluta e durata certa nel tempo, pari a vent’anni, e rappresentano una vera assicurazione sulla vita per il centro zootecnico, anche e soprattutto in tempi in cui i prezzi di vendita di latte e carne possono subire eventuali flessioni.

Un aspetto molto interessante è anche quello legato alla facilità di accesso al credito, favorito appunto da un prezzo certo per un periodo minimo garantito.
Gli imprenditori più avveduti sono quelli che studiano le loro strategie di sviluppo e le implementano nei momenti di mercato meno felici.
Per loro, ovviamente, l’integrazione dello sviluppo dell’allevamento unitamente ad un impianto di produzione di biogas rappresenta una facilitazione sia a livello autorizzativo che finanziario, essendo il solo rendimento dell’impianto sufficiente a coprire il totale ammortamento dell’investimento sia di biogas che di ricovero zootecnico.
Inoltre, per convertire una fase di difficoltà in un’opportunità imprenditoriale, abbiamo ritenuto di metterci a disposizione degli allevatori, per guidarli nell’acquisto agevolato di soluzioni e tecnologie 4.0, generando le condizioni commerciali ideali per l’ottenimento del credito d’imposta come previsto dal Decreto Legge 124/2019”.

Spesso chi realizza una stalla nuova o impianti di energie rinnovabili beneficia di fondi all’interno delle misure del Programma di sviluppo rurale. Quali suggerimenti ritenete utili dare alle Regioni, affinché si possa migliorare l’innovazione e la competitività delle imprese agricole?

“Gli aiuti a livello comunitario e/o regionale sono sicuramente un importante incentivo per stimolare lo sviluppo di realtà agricole e soprattutto zootecniche.
Ritengo che le istituzioni nelle loro valutazioni debbano in qualche modo avere un occhio di riguardo e premiare tutti gli interventi mirati allo sviluppo ed introduzione di tecnologie innovative, questo sia nelle nuove realtà che nelle ristrutturazioni di quelle esistenti.

Informazioni puntuali e corrette aiutano a migliorare i risultati economici dell’allevatore

Vanno incentivate tutte le tecnologie che permettono di elevare il livello funzionale dell’allevamento, fornendogli così la possibilità di avere dei riscontri analitici, al fine di renderlo più competitivo.
La disponibilità di informazioni puntuali e corrette facilita la gestione, riduce gli errori, previene le malattie e l’uso di farmaci, aiuta in buona sostanza a migliorare i risultati economici dell’allevatore e allo stesso tempo si rendono disponibili a tecnologie mirate alla valorizzazione e corretta utilizzazione dei reflui zootecnici nel rispetto del territorio e dell’ambiente.
In sostanza, tutte le tecniche che fanno riferimento alle PLF – Precision Livestock Farming (Zootecnia di precisione) e le BAT – Best Available Technologies (Migliori Tecnologie Disponibili), dovrebbero essere incentivate e utilizzate correttamente al fine di consolidare quell’ideale connubio fra zootecnia e ambiente”.

Abbiamo sotto gli occhi esempi di agricoltura verticale, una stalla galleggiante a Rotterdam, sono partite ricerche di laboratorio per portare l’agricoltura su Marte. Come si immagina la stalla del futuro?

“In attesa che queste sperimentazioni diventino più concrete, in quanto ancora relativamente poco percorribili, ritengo che la stalla del futuro prossimo debba essere una realtà fortemente radicata sul territorio, con il quale deve essere perfettamente integrata e sinergica.
Gli animali vivranno senza stress e saranno felici, produrranno come logica conseguenza latte e carne di ottima qualità, gli operatori saranno appassionati ed entusiasti del loro lavoro, la stalla non verrà percepita come fonte di odori sgradevoli e tantomeno come elemento inquinante, ma sarà lo strumento per produrre energia pulita e concimare il terreno in modo naturale.
Come anticipato, dovrà essere tutto improntato sul concetto della sostenibilità perché, proprio per avere garanzie di futuro, si dovrà assicurare la necessaria sostenibilità economica, ma nel più ampio rispetto della sostenibilità sociale e di quella ambientale”.

Per la crescita del settore zootecnico è necessario sostenere la formazione. Come azienda leader del settore avete progetti o percorsi dedicati agli allevatori in tal senso? 

“Siamo assolutamente convinti che lo sviluppo ed il futuro dell’attività zootecnica non possa prescindere da un’adeguata formazione delle varie funzioni, da quelle strettamente operative a quelle manageriali.
È la filosofia dell’azienda Rota Guido, quello di fornire sempre un servizio generale ai nostri clienti, dalla consulenza, alla progettazione preliminare, a quella finanziaria, fino al training formativo. E questo soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Mentre, per tutti quei Paesi ad economia avanzata come l’Italia e per tutte le figure di avanzato livello professionale, insieme a un gruppo di aziende di rilievo del settore, abbiamo creato un riferimento formativo di notevole importanza”.

Di cosa si tratta?

“Il riferimento è il Polo di Formazione per lo Sviluppo Agrozootecnico con sede a Maccarese Fiumicino, attraverso il quale, con un calendario prestabilito e disponibile online sul sito del Polo, viene presentata un’offerta formativa in collaborazione con i massimi esperti mondiali del settore, a cui è possibile iscriversi direttamente dal sito. La struttura organizza corsi di formazione avanzata e, laddove non sia possibile la presenza fisica in aula, sono previste soluzioni in formato webinar”.

Centro Zootecnico Integrato Fugazza
Centro Zootecnico Integrato Fugazza

Un allevamento sano si può raccontare [intervista]
29 Marzo 2019

Arianna Nordera
San Martino Buon Albergo, Verona – ITALIA

Azienda Agricola: Società Agricola Nordera
Capi allevati: 1.100 | 550 in lattazione
Ettari coltivati: 150
Destinazione del latte: Parmalat

“Gli allevatori e la zootecnia sono costantemente posti all’indice, sotto attacco da una seria spropositata di fake news che non fa bene alla società, all’economia, ai consumi, alla qualità di vita. Non ci basta la burocrazia, oggi dobbiamo mettere in conto una quota del nostro tempo già scarso per cercare di smentire notizie totalmente false, create per danneggiarci”.

L'allevatrice Arianna Nordera
L’allevatrice Arianna Nordera

C’è preoccupazione nelle parole di Arianna Nordera da San Martino Buon Albergo (Verona), allevatrice con una super-stalla di 1.100 capi di Frisona, dei quali 550 in lattazione. La produzione di latte si aggira sui 6,2 milioni di chilogrammi di latte all’anno, conferiti a Parmalat.

Un’azienda che potrebbe essere presa a modello in questo decennio in cui la Fao celebra l’agricoltura familiare: ci lavorano, infatti, sette cugini. Luca gestisce la stalla, Arianna l’amministrazione e la contabilità, Matteo il biogas e l’allevamento di trote, Ivano segue l’allevamento di maiali, mentre Mariano, Alessandro e Andrea gestiscono semine, raccolti e terreni. In più, ci sono sei dipendenti.

Un’azienda multifunzionale, in cui anche il fabbisogno energetico è coperto (in parte) da un impianto biogas da 100kwatt, che funziona esclusivamente con le deiezioni animali.

L’alimentazione del bestiame è assicurata quasi integralmente dalle produzioni aziendali: mais, frumento, sorgo e prato stabile ottenuti con la lavorazione di 150 ettari di superficie tra proprietà e affitto.

Per la cronaca dobbiamo menzionare come attività aziendale anche i due allevamenti di trota iridea con annesso incubatoio, nel quale si fanno schiudere le uova già embrionate, e un allevamento per lo svezzamento dei suini con 3.300 capi a ciclo per sei cicli annuali. Con Arianna Nordera ci concentriamo però sull’indirizzo lattiero dell’azienda.

I dati raccontano di consumi di latte in calo. Che cosa suggerirebbe per incrementare i consumi?

“Bisogna cominciare a contrastare le fake news. È desolante dover subire attacchi scomposti e ingiustificati, ai quali molta gente purtroppo crede. In troppi hanno pregiudizi sbagliati contro il latte. Questo oscura l’attività di molti allevatori onesti e si mettono in crisi filiere che lavorano”.

Avete un’azienda multifunzionale e di grandi dimensioni. Che attenzione riservate alla sostenibilità?

“Abbiamo la massima cura verso animali per incrementare il benessere e ridurre l’impatto dei medicinali. Nel 2018 abbiamo speso meno di 50 euro a capo per le spese mediche, una cifra che comprende il vaccino e la cura per l’asciutta. Due volte l’anno facciamo la mascalcia generale a tutti i capi, che ha effetti positivi contro le zoppie e, di conseguenza, anche sulla produttività e l’animal welfare. Inoltre, da due anni abbiamo introdotto un nuovo metodo di pulizia della mammella, con straccetti in microfibra, che vengono lavati due volti al giorno. In questo modo abbiamo calato sensibilmente le cellule somatiche, la carica batterica e le patologie alla mammella.

Ogni mercoledì si fanno le diagnosi di gravidanza sulle vacche fecondate per migliorare il pregnancy rate. Abbiamo una gestione informatizzata della mandria, con appunto fecondazioni sincronizzate, piani di accoppiamento studiati per il miglioramento genetico della mandria.

Le stalle sono state realizzate completamente aperte, anche in inverno. E in estate, quando aumentano le temperature, abbiamo installato un impianto di raffrescamento sia nelle stalle che nella sala d’attesa prima della mungitura. Questo ci ha permesso di migliorare la quantità e la qualità del latte e il benessere dei capi.

La sostenibilità è un continuo investimento, ma assicura ritorni positivi in chiave economica, di benessere e di immagine

La sostenibilità è un continuo investimento, ma che assicura ritorni positivi in chiave economica, di benessere e di immagine. Un allevamento sano si può raccontare”.

Infatti voi cercate di raccontarlo.

Desideriamo che i giovani siano consapevoli di come viene prodotto ciò che mangiano

“Sì. Ospitiamo spesso gli alunni delle scuole, perché conoscano la zootecnia, imparino a rispettare gli animali e vedano come si produce il latte. I giovani sono i consumatori di domani, desideriamo siano consapevoli di quello che mangiano e come viene prodotto”.

Quali investimenti avete in programma?

“Stiamo ipotizzando a un ampliamento della stalla. Prima una nuova struttura e poi un incremento del numero delle bovine. Ci stiamo pensando”.

Avete la giostra rotante da 40 posti per la mungitura. Come vi trovate?

“L’abbiamo installata nel 2007, siamo stati fra i primi in Italia. Ci troviamo molto bene”.

Come utilizzate il digestato ottenuto dalla fermentazione anaerobica per la produzione di biogas?

“Lo usiamo nei terreni e come conseguenza abbiamo un 20% di produzione in più sui foraggi. Allo stesso tempo abbiamo ridotto l’acquisto di concimi chimici. Un duplice vantaggio”.

Come mai voi che siete in una zona di produzione di formaggi Dop conferite a Parmalat per la produzione di latte alimentare?

“Sono 40 anni che consegniamo il latte allo stabilimento di Zevio. Abbiamo avuto qualche perplessità dopo il crac di Parmalat e l’acquisizione da parte di Lactalis, ma sinceramente il nostro rapporto non è mai cambiato, sempre nel massimo rispetto e secondo i patti stabiliti. Ci troviamo bene e la fiducia è ben riposta”.

Che aspettative ha per il 2019?

“La speranza è che salga di prezzo. Siamo sui 40 centesimi e rispetto agli anni scorsi si respira, ma sono aumentati i costi di produzione. Servirebbe un riconoscimento più alto sul latte”.

Società Agricola Nordera

Biometano: l’Italia fa un passo avanti verso la mobilità sostenibile
29 Ottobre 2018

L’Italia potrebbe produrre fino ad 8 miliardi di metri cubi di biometano, ovvero fino al 15% del consumo totale di gas naturale.

Parola di Piero Gattoni, presidente di CIB.

Il Decreto Biometano (DM 2/3/2018) pubblicato il 2 marzo 2018 segna un importante passaggio per lo sviluppo del settore del biogas e biometano in Italia.

II biogas è una miscela di vari tipi di gas, composti principalmente da metano, prodotti dalla fermentazione batterica in assenza di ossigeno dei residui organici provenienti da residui vegetali o animali. Il biogas grezzo generalmente è composto solo per il 40-80% di metano, il resto è costituito principalmente da anidride carbonica. Attraverso il trattamento di purificazione (up-grading) del biogas è possibile separare il metano dall’anidride carbonica. Il gas purificato può essere in seguito utilizzato con la stessa flessibilità del gas naturale.

ll biometano è un combustibile ottenuto da biogas che, a seguito di opportuni trattamenti chimico-fisici è idoneo alla successiva fase di compressione per essere utilizzato come combustibile sostitutivo del gas naturale. Può anche essere immesso nella rete del gas naturale oppure trasportato come gas compresso o liquefatto e utilizzato per riscaldamento, usi domestici, cogenerazione o altri impieghi nell’industria e per l’autotrazione.

La situazione Italiana

Il precedente decreto sul biometano (DM 5/12/2013) mancava di concreti incentivi nel settore e alla sua scadenza ha di fatto lasciato inalterati gli obiettivi che l’Italia deve raggiungere nell’utilizzo di biocarburanti fissato in Europa.

Il DM 2018 si focalizza sull’utilizzo del biometano per il trasporto e crea un meccanismo virtuoso che coinvolge sia i produttori che i soggetti obbligati, alimentando il mercato dei Certificati di Immissione in Consumo (CIC).

I soggetti obbligati sono le aziende che immettono carburanti in consumo, in pratica le aziende petrolifere. Questi soggetti sono obbligati a possedere una quantità minima di CIC, dimostrando quindi che una parte dei loro carburanti provengono da fonti rinnovabili.

Un’altra grande novità è che il costo degli incentivi viene sostenuto dai soggetti obbligati stessi e non ricade più sulle bollette dei cittadini.

Fonte: Fluence Italy

PROCESSO FONDAMENTALE di trasformazione dei prodotti agricoli in bioenergia.
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