FERTILIZZANTI
A questa categoria appartengono tutte quelle sostanze che apportano vantaggi al terreno per la coltivazione delle piante. In essa possiamo distinguere tre categorie di prodotti:
  1. Concimi: sostanze la cui funzione principale è fornire elementi nutritivi alle piante.
  2. Ammendanti: sostanze la cui funzione principale è di migliorare la struttura del terreno.
  3. Correttivi: sostanze la cui funzione principale è di modificare il pH del terreno.
CONCIMI
I concimi si suddividono per la loro origine in:
  • concimi organici (di origine naturale, provenienti dal mondo vegetale, animale o mista),
  • concimi minerali (ottenuti mediante estrazione, o processi fisici e/o chimici industriali).
Vengono classificati sulla base del tipo di elemento nutritivo:
  • Elementi nutritivi principali: azoto, fosforo, potassio (essenziali per la crescita delle piante ed utilizzate da queste in grosse quantità).
  • Elementi nutritivi secondari: calcio, magnesio, sodio e zolfo ( importanti per la vita delle piante ed utilizzate da queste in quantità medie).
  • Microelementi: boro, cobalto, rame, ferro, manganese, molibdeno, zinco (essenziali per la vita delle piante ed utilizzate da queste in piccole quantità).
Vengono classificati sulla base del contenuto di elemento nutritivo:
  • Concime semplice: contiene un solo elemento nutritivo principale (concime azotato, fosfatico o potassico).
  • Concime composto: contiene almeno due elementi nutritivi principali; ottenuto per via chimica o per miscelazione).
Il titolo di un concime è il contenuto in elementi nutritivi, espresso in % sulla massa

I concimi azotati hanno come costituente essenziale l'azoto. Elemento ad azione plastica in quanto fondamentale per la produzione di aminoacidi e quindi proteine, molecole indispensabili per lo sviluppo vegetativo della pianta. Il titolo in azoto nei concimi si esprime come % di N totale e nelle sue diverse forme.
I concimi azotati sono classificati sulla base del tipo di molecola chimica che si lega all'azoto, i principali sono:
  • concimi nitrici (NO3-) caratterizzati da assorbimento rapido da parte della pianta, ma con elevato rischio di dilavamento. Sono indicati per interventi con azione: starter, anti-stress (colture stressate dal freddo, sofferenti). Tra questi il concime più importante è il nitrato di Calcio (titolo 15% di N).
  • concimi ammoniacali (NH4+), assorbiti dalla pianta con maggiore gradualità nel tempo e duratura, se prontamente interrati. Tra questi sono rilevanti:
    - il solfato ammonico (titolo 20%) che contiene circa il 24% di zolfo;
    - l'ammoniaca anidra (titolo 80%) , l'ammoniaca è gassosa, posta in commercio sotto pressione diventa liquida. Utilizzata come molecola base per ottenere concimi composti costituiti da più elementi nutritivi.
  • concimi nitrico-ammoniacali che combinano le caratteristiche delle due precedenti tipologie.
    - nitrato ammonico calcico (titoli 26%N o 27% N), prodotto basico, in quanto diluito con rocce calcaree.
    - nitrato ammonico (titolo 33-34%), prodotto dichiarato esplosivo per legge.
  • concime urea (titolo 46%), concime organico di sintesi, nei quali l'azoto non svolge immediatamente la sua azione, necessita di trasformazione in azoto ammoniacale e successivamente in azoto nitrico. E' il concime azotato maggiormente usato nel mondo, grazie al suo alto titolo in azoto, molto solubile.
I concimi fosfatici hanno come costituente essenziale il Fosforo, macronutriente importante per la vita delle piante, in quanto interviene sul metabolismo e nei processi fisiologici di questa, in particolare favorisce: la fioritura, l'allegagione e la maturazione del frutto, l'irrobustimento dei tessuti e lo sviluppo degli apparati radicali e la formazione dei semi.
La materia prima dei concimi fosfatici è data dalle fosforiti, rocce sedimentarie di origine organica che contengono fosfato tricalcico. Il fosfato tricalcico Ca3(PO4)2 non è solubile in acqua e non è assorbito dalle piante. Per renderlo assimilabile, bisogna attaccarlo con ac. solforico e ac. fosforico mediante processo industriale per ottenere fosfato bicalcico CaHPO4 (limitatamente assimilabile dalle piante) e fosfato monocalcico Ca (H2PO4)2 (completamente solubile e assimilabile dalle piante). Il fosforo viene espresso nei concimi come anidride fosforica (P2O5).
I concimi fosfatici maggiormente commercializzati, sono:
  • il perfosfato semplice (titolo 16-20%), è ottenuto dal trattamento delle fosforiti con acido solforico. Il 93% del titolo deve essere fosfato monocalcico (fosforo in forma molto solubile), è un concime fisiologicamente acido, col vantaggio di contenere gesso (12% di zolfo);
  • il perfosfato concentrato (titolo 25-36%): è ottenuto dal trattamento delle fosforiti con acido solforico e fosforico. Il 93% del titolo deve essere fosfato monocalcico (fosforo in forma molto solubile);
  • il perfosfato triplo (titolo 38-48%) : è ottenuto dal trattamento di fosforiti con acido fosforico. L\'85% del titolo deve essere fosfato monocalcico (fosforo in forma molto solubile). E\' quindi più concentrato per questo più economico, ma privo di zolfo.
Le rocce fosfatiche possono essere direttamente commercializzate anche come fosfato naturale tenero o fosforite macinata (titolo 25%, ma con fosforo solubile in acidi minerali). Sono utilizzate in agricoltura biologica.

I concimi potassici hanno come costituente essenziale il Potassio, che svolge un ruolo fondamentale nella formazione dei carboidrati nella pianta, contribuisce ad aumentare la sostanza secca nella pianta. Migliora il tasso di glucosio e fruttosio nei frutti e nelle radici; regola l'equilibrio idrico della pianta attraverso gli stomi delle foglie; induce una maggiore resistenza della pianta agli stress termici. Le fonti principali di potassio sono i giacimenti naturali.I concimi potassici sono costituiti essenzialmente da sali potassici solubili, ottenuti dalla lavorazione di minerali o di residui organici. Il titolo nei concimi potassici è espresso come ossido di potassio (K2O) solubile in acqua.
  • il Cloruro potassico (titolo 60-62 %), fisiologicamente acido, non impiegato su colture che temono il cloro (es. tabacco);
  • il Solfato potassico (titolo 48-52%), fisiologicamente acido;
  • il Salino potassico (titolo 34-45%), sottoprodotto dello zuccherificio, ricavato dai residui della lavorazione della barbabietola da zucchero o come sottoprodotto negli impianti di estrazione dell'olio dalla colza.