Autunno: adeguare la razione per mantenere una buona produzione
7 Ottobre 2019

Col cambio di stagione occorre sfruttare al massimo i foraggi disponibili ed integrare opportunamente la razione, ma anche impostare bene le colture per l’annata successiva. Fondamentale è la verifica ed il controllo delle performance aziendali in termine di quantità di latte prodotte e contenuti soprattutto di proteine, indici riproduttivi, costi alimentari.

In Irlanda, l’esempio tipico è una azienda con 80 frisone e 30 ettari a foraggere ed insilato. Con un carico di 2,7 capi adulti ad ettaro, l’obiettivo è di produrre 1500 kg di sostanza secca/ha e di usare l’erba il più a lungo possibile lungo la stagione autunnale.

Diventa poi importante assicurare una buona integrazione della razione alimentare, tenendo sempre conto di quel grande fermentatore degli zuccheri (e degradatore delle proteine) che è il rumine e che porta alla produzione di acido propionico, ma soprattutto di acido acetico. Durante la produzione di quest’ultimo, si ottengono anche acido formico ed anidride carbonica, composti che danno origine al metano, elemento che rappresenta una perdita consistente di energia da parte dell’animale, oltre che la prima fonte di emissione in atmosfera di gas effetto serra.

Adeguamento dei fattori di gestione aziendale alla stagione

Di conseguenza diventa fondamentale contenerla il più possibile con integratori specifici ed una razione che assicuri un elevato apporto di fibra digeribile ed una equilibrata quantità di amido. Lo scopo è di mantenere il più a lungo possibile la produzione di latte, con tenori proteici adeguati, in funzione dei parti primaverili.

Anche il monitoraggio delle fecondazioni è un fattore importante ed una verifica dell’ingravidamento dopo otto settimane dall’inseminazione diventa un indice indispensabile.

Stretto rapporto con l’impresa di lavorazione del latte

La gestione aziendale deve poi poter contare su di un adeguato supporto tecnico, in stretto rapporto con l’impresa di destinazione del latte, in questo caso la coop Glanbia.

Dunque definizione delle performance, adeguamento dei fattori di gestione aziendale alla stagione, monitoraggio preciso dei parametri produttivi e riproduttivi (oltre che sanitari), stretto rapporto con l’impresa di lavorazione del latte per un sistema integrato, efficiente e sostenibile.

TESEO.clal.it - Costo di 1000 g. (1 kg) di proteine fornite da diverse materie prime
TESEO.clal.it – Costo di 1000 g. (1 kg) di proteine fornite da diverse materie prime

Fonte: Agriland

Più sostegno per allevare meglio: in Irlanda serve un’inversione di tendenza
17 Giugno 2019

È ormai generalmente acquisito il fatto che l’ambiente sia una risorsa fondamentale. Gli agricoltori, che hanno nel suolo e nelle acque la loro base produttiva, debbono certo operare in modo più efficiente, ma debbono poter contare anche su prezzi del latte adeguati.

In tale prospettiva, il ruolo dell’agricoltore si inserisce sempre più nel contesto di bene pubblico per le ricadute che la sua attività ha verso la società, e dunque diventa importante il ruolo di orientamento ed indirizzo della PAC.

Diventa però altrettanto importante che il mercato, e con esso il consumatore, sia disponibile a riconoscere un prezzo adeguato per gli impegni degli agricoltori a produrre nell’ottica della tutela ambientale.

In un recente convegno in Irlanda sulla qualità delle acque, è risultato evidente come lo spostamento dalla produzione di carne a quella da latte, perché più profittevole, ha portato solo negli ultimi tre anni ad un incremento del 30% nei fertilizzanti azotati. Però, una gran parte di questo azoto è disperso, con differenze che vanno da uno a tre fra chi opera con meno efficienza. La stessa differenza esiste anche nell’uso dei concimi fosforici. Le aziende da latte irlandesi usano il 20% del suolo agricolo, ma il 50% dei fertilizzanti totali.

È evidente che la pressione sui prezzi spinge gli agricoltori a massimizzare la produzione, mettendo però a rischio l’efficienza e dunque anche l’impatto ambientale. In Irlanda, nel 1980 la spesa alimentare rappresentava il 28% del reddito rispetto al 14% odierno.

Dobbiamo lavorare in modo più intelligente e fare meglio – ma tutti abbiamo bisogno di più denaro e più sostegno per farlo.

Jack Nolan – Irish Department of Agriculture, Food and the Marine

Come sottolineato all’Environmental Protection Agency (EPA) National Water Event 2019 da Jack Nolan del Department of Agriculture, Food and the Marine irlandese, occorre una inversione di tendenza. I consumatori, che sono sempre più sensibili alle tematiche ambientali, debbono essere disponibili a cambiare la loro attitudine ed a riconoscere il valore dei prodotti di qualità elevata. Questo vale anche per la PAC: se a clima, biodiversità ed acqua verrà destinato il 30% delle risorse, il consistente resto rimarrà concentrato nei pagamenti diretti, che non hanno certo stimolato il cambiamento.

Dunque, nell’ottica della sostenibilità occorre produrre meglio aumentando l’efficienza produttiva e riducendo le disparità fra gli agricoltori. Occorre però che anche i consumi siano orientati verso la domanda di prodotti di qualità.

CLAL.it – Prezzo del latte alla stalla in UE-28 ed in Irlanda

Fonti: AgriLand, Commissione Europea

Gestire la produzione di latte per contrastare la volatilità
4 Giugno 2018

In Irlanda, l’aumento del prezzo del latte a partire da metà del 2017 ha portato ad un incremento produttivo, e questa situazione lascia presupporre di dover far fronte, presto o tardi, al ricorrente problema della volatilità.

Avere dati di mercato aggiornati e affidabili per un equilibrio tra offerta e domanda

Le fluttuazioni delle quotazioni, fatto che ha caratterizzato negli anni il mercato lattiero-caseario della Unione Europea, rendono evidente la necessità di gestire la quantità di latte prodotta. Controllare la produzione non significa però reintrodurre le quote latte, ma prendere atto della necessità di avere dati di mercato aggiornati ed affidabili per fornire ai produttori previsioni realistiche per agire in modo da raggiungere un equilibrio tra offerta e domanda.

Questo a maggior ragione per il fatto che, essendo oggetto degli scambi internazionali solo una piccola quantità del latte mondiale, anche modeste variazioni dei volumi offerti sui mercati internazionali possono avere effetti molto ampi sui prezzi.

372mila tons

di SMP sono stoccate nei magazzini comunitari europei

La Commissione Europea ha affermato chiaramente che non intende reintrodurre gli interventi di mercato come meccanismo di stabilizzazione; la sua priorità è invece, semmai, quella di alleggerirsi dalle 372 mila tonnellate di latte in polvere giacenti nei magazzini comunitari.

Gestire la produzione non significa però mettere necessariamente in questione le scelte fatte da ogni singolo imprenditore, ma piuttosto monitorare attentamente l’offerta rispetto alla domanda, nelle varie tipologie di prodotti immessi sul mercato, per ottenere il necessario livello di stabilità.

In tale contesto, le imprese cooperative irlandesi possono giocare un ruolo essenziale, in quanto sono nella migliore posizione per trasmettere ai loro conferenti le evidenze del mercato e possono agire insieme ad essi per affrontare la volatilità.

Fonte: AgriLand

TESEO | Consulta l’analisi sull’andamento del numero di vacche macellate in Irlanda!

Produrre meno latte: una questione di prezzo?
26 Settembre 2016

Secondo un recente sondaggio dell’Irish Examiner, un terzo degli allevatori irlandesi è attualmente disposto a ridurre la produzione di latte per ottenere il sussidio europeo. In questi ultimi anni le aspettative sono mutate notevolmente; basti pensare che nel 2014 quasi la metà degli allevatori intendeva aumentare la produzione del 10-30%.

Ora invece la metà degli allevatori irlandesi afferma di voler proseguire a produrre la quantità di latte programmata, nonostante il previsto sussidio di 14 centesimi al litro per ridurne la produzione in ottobre, novembre e dicembre, mentre il 18% pensa di aderire a tale incentivo solo se gli acquirenti non aumentano il prezzo del latte raccolto. Leggermente meno interessati al sussidio gli allevatori nella fascia di età 45-54 anni, e le aziende molto piccole.

Un dato da considerare con attenzione è poi l’attitudine degli allevatori verso le cooperative a cui consegnano il latte: il 38% ritiene che queste dovrebbero associarsi fra loro per fronteggiare meglio il mercato, rispetto al 23% dello scorso anno; il 74% pensa di continuare a fornire il latte alla stessa cooperativa nei prossimi 5 anni rispetto all’82% nel 2015. Si abbassa anche il numero di coloro che si dichiarano soddisfatti sugli attuali contratti di fornitura del latte.

Gli allevatori con le aziende di maggiori dimensioni e quelli più anziani ritengono comunque insufficienti gli interventi UE e nazionali per fronteggiare la crisi del latte.

Si diffonde dunque l’incertezza, ma anche la necessità di collaborare lungo la filiera per una migliore gestione delle aziende, dei volumi produttivi e dunque per affrontare meglio il mercato.

 

Monitoraggio delle Consegne di latte in UE e delle esportazioni lattiero-casearie su CLAL.it
Monitoraggio delle Consegne di latte in UE e delle esportazioni lattiero-casearie su CLAL.it

CLAL.it - Produzioni Latte dei principali Paesi Esportatori
CLAL.it – Produzioni Latte dei principali Paesi Esportatori

Fonte: Irish Examiner