Il Commento: La parola chiave per il 2024 è “fiducia” [Marco Bompieri, Suinicoltore]
7 Gennaio 2024

Come sarà il 2024?

Marco Bompieri, Mantova: “Salvo sorprese, direi che la parola chiave per il mercato nel 2024 è ‘fiducia’: continueremo ad avere pochi suini e il prezzo si dovrebbe mantenere su livelli positivi. I fattori che hanno portato alla diminuzione dei capi parte da lontano, con qualche problema sanitario a livello europeo e allo scoramento che nel 2022 ha colpito gli Allevatori, per le difficoltà legate alle siccità e al boom dei prezzi dei cereali, che hanno esercitato forti pressioni sui produttori”.

Una minore disponibilità di suini alleggerirà anche i numeri delle grandi DOP dei salumi, a partire dal Prosciutto di Parma. “Ciò significa che l’offerta non eccederà la domanda di cosce – ipotizza Bompieri – mantenendo il prezzo elevato e aprendo ulteriormente all’incognita consumi. Quali saranno le conseguenze sulle vendite al dettaglio?”.

L’export di prosciutti resta una strada privilegiata, in particolare nei mercati a maggiore capacità di spesa e più maturi per apprezzare la qualità del made in Italy. “Ci sono potenzialità interessanti, bisognerà spingere con pubblicità e campagne di comunicazione”, avverte Bompieri.

Fra i costi di produzione, pesano le quotazioni elevate della Soia, più che i cereali, che sembrano essere stazionari. L’auspicio è che “nel 2024 l’agricoltura trovi adeguato sostegno, perché una Nazione forte si regge anche su un’agricoltura solida”.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi €/kg
TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi €/kg

Il Commento: Il 2024 potrebbe rivelarsi un anno positivo [Rudy Milani, Suinicoltore]
7 Gennaio 2024

Come sarà il 2024?

Rudy Milani – Suinicoltore

Rudy Milani, Presidente della sezione Suini di Confagricoltura: “Sulla carta il 2024 potrebbe rivelarsi un anno positivo, anche se non mancano le incognite, a partire dalla PSA. Un altro elemento di incertezza è legato ai consumi, in quanto i Prosciutti crudi sono stati messi a stagionare con costi di acquisto delle cosce particolarmente elevati: a quali prezzi dovranno essere posti in vendita per garantire marginalità? E il Consumatore acquisterà?”.

Uno scenario che potrebbe avere delle ripercussioni sul mercato del vivo, che però per Rudy Milani sono poco giustificate. “L’offerta di suini disponibili continua ad essere scarsa e il prezzo di mercato che viene espresso da Agosto a questa parte non è veramente il frutto di domanda e offerta, ma è più una scelta politica”. Anche gli equilibri internazionali potrebbero influire sui fattori produttivi, a partire dai prezzi di cereali e semi oleosi.

Sullo sfondo, altri elementi di incertezza. “Abbiamo difficoltà di reperire manodopera specializzata, con la conseguenza che le scrofaie hanno difficoltà a sopravvivere e gli investimenti nel settore sono fermi per le incertezze delle normative legate al benessere animale e la spada di Damocle della legislazione sulle emissioni in atmosfera, in cui per ora gli allevamenti di maiali sono il capro espiatorio in luogo del comparto bovino. Tutti fattori di insicurezza sul futuro”.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi €/kg

Il Commento: il futuro della suinicoltura passerà, inevitabilmente, dai Salumi [Sergio Visini, Suinicoltore]
27 Dicembre 2023

“La discesa delle quotazioni dei maiali? È il mercato che fa il prezzo e in questa fase leggo una ricerca di equilibrio da parte degli Operatori ed è naturale che ci sia un po’ di assestamento”.
Il commento dell’Allevatore bresciano Sergio Visini alla settimana di mercato si spinge a intravedere alcune possibili linee per il 2024 del settore suinicolo.

Sergio Visini – Suinicoltore

“Sarà un’annata in cui puntare alla ricomposizione delle filiere e, tutto sommato, il prossimo anno lo vedo positivamente – dichiara -. L’offerta di maiali per il circuito DOP rimarrà contenuta, anche per le necessità di adeguamento degli allevamenti su livelli di benessere animale e sostenibilità ambientale più elevati.”
Quello che potrebbe (e dovrebbe) cambiare nel 2024, secondo Visini, sarà l’approccio della Filiera. “Il Consumatore cerca prodotti sicuri e Allevamenti certificati, per cui i Macelli non dovranno più pensare esclusivamente al bollettino settimanale, ma dovranno dialogare con l’Allevatore per costruire insieme il futuro e individuare nuove opportunità per la catena di approvvigionamento – specifica l’Allevatore, titolare di un allevamento all’avanguardia a Pegognaga (Mantova) -. Si svilupperanno maggiormente filiere di alta qualità, con disciplinari aggiuntivi a quelli del Prosciutto di Parma e San Daniele, due grandi DOP che dovranno trovare nuovi spazi di mercato anche all’estero, puntando sui circuiti di alta gamma”.

Il futuro della suinicoltura passerà, inevitabilmente, dai Salumi. Inutile competere con i Produttori esteri sulla carne fresca, terreno che vede l’Italia fuori mercato.

“Complessivamente resto fiducioso, mi attendo un riposizionamento del settore – commenta Visini -. Il mercato finale, rispetto a quanto ci si aspettava nei mesi scorsi, seppure con qualche difficoltà, è ricettivo e l’export potrebbe dare una mano, grazie a un nuovo ruolo dei Consorzi di Tutela, se verranno individuati per la vendita i canali del lusso, se così si può dire, che sono la corretta destinazione del Made in Italy dei salumi. Non possiamo far competere le DOP sui prezzi”.

Quanto ai prezzi, difficile leggere il futuro, anche se Visini ipotizza che “per la riorganizzazione del settore e un’offerta ridimensionata, il prezzo del suino sia destinato a rimanere sostenuto e, comunque, non credo che torneremo al prezzo di 1,45 €/kg di media del decennio 2010-2019”.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi €/kg

L’Export italiano di Salsicce e salami segna un avanzamento del 9,4%
18 Dicembre 2023

Di: Marika De Vincenzi

Mentre il mercato dei suini grassi da macello segna nella seduta del 14 Dicembre un altro calo, i dati dell’export italiano di “Salsicce, salami e prodotti simili” segna a Settembre un avanzamento del 9,43% rispetto allo stesso periodo del 2022, con Germania e Francia a rappresentare le due destinazioni principali, in crescita rispettivamente del +16,85% e +28,89%, e con l’UE a rappresentare il 71% del market share. Risultati positivi anche per l’export di “Altre carni suine salate, secche o affumicate, incluso il prosciutto crudo disossato” verso gli Stati Uniti (+2,26%), che ha una quota complessiva di mercato del 22% e, insieme alla Francia (+1,90% le vendite tendenziali), costituisce il principale Paese di destinazione. Tale codice doganale, tuttavia, registra a Settembre un rallentamento delle esportazioni complessive, probabilmente a causa di un incremento medio dei prezzi unitari (+5,78%), che potrebbero aver spinto i principali paesi importatori a preferire altri fornitori.

I dati cumulati dell’export di carni suine (inclusi i salumi) nei primi nove mesi del 2023 restano sostanzialmente stabili in quantità (-1,32%), mentre in valore le performance sono positive e, grazie a un’accelerazione del +6,67% rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente, portano a superare quota 1,75 miliardi di euro.

Il rapporto fra export totale e macellazioni è aumentato negli ultimi mesi e ha raggiunto il 34,8%, vicino al 35,7% toccato nel luglio 2022.

In una fase in cui a livello mondiale vi sono movimenti e ristrutturazioni delle filiere suinicole, l’Italia dovrà continuare ad assicurare elevata qualità e tipicità delle produzioni, lavorando allo stesso tempo per migliorare la sostenibilità, l’export e i margini di guadagno per tutti gli anelli della catena di approvvigionamento.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi €/kg

Carni: buone prospettive per l’export USA in Cina
13 Dicembre 2023

Di: Marika De Vincenzi ed Ester Venturelli

Le relazioni economiche tra Cina e USA sono in miglioramento grazie ai recenti incontri tra i due capi di stato e il settore agroalimentare ne trae benefici, in particolare le Carni Suine e Bovine

Nel 2020, Cina e USA avevano stipulato lo U.S.-China Phase One Economic and Trade Agreement per dare l’approvazione ad impianti produttivi ad esportare verso la Cina. Tuttavia, nel 2023 la Cina non aveva pubblicato nessun aggiornamento della lista di impianti approvati. Questo fino a Novembre, quando la Cina ha approvato per l’importazione dagli USA 12 nuovi stabilimenti che lavorano la carne suina e 18 che lavorano la carne bovina. 

Nell’ultimo periodo, il mercato Cinese delle Carni non è in crescita e sta risentendo del rallentamento dell’economia del Paese. L’indebolimento della domanda e l’offerta locale in crescita ha fatto sì che i prezzi locali diminuissero. Anche l’import riflette questa situazione: le quantità importate di Carni Suine hanno registrato variazioni negative da Agosto ad Ottobre (ultimi 3 mesi disponibili) rispetto allo stesso periodo del 2022; le quantità importate di Carni Bovine, invece, risultano dimezzate sul cumulato (-54% Gen-Ott 2023 vs Gen-Ott 2022).

Tuttavia, l’ampliamento della lista delle aziende USA abilitate ad esportare nel Paese lascia buone prospettive per l’export Statunitense nel 2024.

Suini: l’importanza di una dieta corretta dopo lo svezzamento
10 Novembre 2023

Una recente riesamina della letteratura, in cui hanno collaborato ricercatori di diverse università e centri di ricerca in Canada, USA e Olanda, ha evidenziato che durante la prima settimana dopo lo svezzamento i suinetti guadagnano un peso uguale alla quantità di alimento ingerito. Tuttavia, questo guadagno è solo apparente in quanto l’aumento del peso è associato non ad uno sviluppo dell’animale ma alla formazione di edema.

La causa sarebbe nella razione, spesso composta da 40% di amidi, a cui vengono aggiunti altri zuccheri per aumentarne la palatabilità. Questo eccesso di zuccheri nella dieta porta ad un’elevata produzione di insulina combinata ad una carenza di acido fosforico (funzionale all’efficacia dell’insulina). Di conseguenza, si crea uno squilibrio all’interno dell’organismo che causa l’edema. 

Un miglioramento della composizione della dieta può ridurre rischi durante la crescita dell’animale. In particolare, subito dopo lo svezzamento i suinetti non hanno necessità di assumere molte proteine perché l’aumento di massa muscolare è ridotto, ma l’assunzione di aminoacidi quali cisteina, istidina e triptofano è comunque importante per rispondere allo stress metabolico dello svezzamento. Tuttavia, ulteriori approfondimenti sono necessari sulle modalità ideali di somministrazione di aminoacidi e minerali.

Fonte: animal

Suinicoltura, preferenze d’acquisto e sostenibilità
2 Novembre 2023

Anche per le Carni Suine il principale riferimento da considerare è la sostenibilità. Però in che misura i consumatori sono disponibili a riconoscere i maggiori oneri derivanti dal benessere animale, dalla salvaguardia ambientale o quant’altro?

Cinque parametri di sostenibilità

Una ricerca danese ha studiato la preferenza d’acquisto dei consumatori danesi, tedeschi, inglesi e di Shanghai per cinque parametri di sostenibilità: minori emissioni climalteranti, maggior benessere animale, minor uso di antibiotici, assenza di malattie infettive, mangimi ottenuti senza provocare deforestazione.

Dallo studio risulta che se, in generale, i consumatori si dicono disponibili a pagare un premium price per prodotti più sostenibili, all’incirca solo il 10% accetterebbe di pagare un prezzo maggiorato del 20% per i prodotti ottenuti da suini che rispettano criteri di sostenibilità. Nelle motivazioni per la preferenza d’acquisto esiste una differenza fra i paesi Europei e la Cina: mentre nei primi la preoccupazione maggiore e dunque lo stimolo per riconoscere al prodotto suino un premium price risulta essere il benessere animale, in Cina il riferimento è la sicurezza sanitaria (food safety). In generale invece la riduzione dell’impatto climatico è la ragione meno importante in ognuno dei paesi oggetto delle rilevazioni, in quanto i consumatori ritengono che per questo obiettivo si debba agire su molte altre cause.

Oggi sempre più si ripete, in modo spesso acritico, che la produzione agricola sia responsabile di una percentuale compresa tra il 19 e il 29% del cambiamento climatico antropogenico, di cui la parte principale è la produzione zootecnica. La protezione del mondo naturale dal rischio di degrado della biodiversità rappresentato dalla produzione di mangimi, e in particolare dalla Soia legata al disboscamento della foresta pluviale ed al degrado del suolo in generale, è diventata una questione di crescente preoccupazione. Esistono poi le questioni economiche e sociali, con particolare attenzione, in quest’ultimo caso, alle condizioni di lavoro dei dipendenti e, più in generale, alle condizioni delle comunità locali.

Per analizzare il dettaglio di questi obiettivi di sostenibilità, che risultano essere in competizione l’un l’altro nelle preferenze d’acquisto, un gruppo di ricercatori dell’università di Bonn ha rilevato che i consumatori tedeschi danno molta più importanza alla garanzia del prodotto suinicolo per la salute umana. Infatti preferirebbero pagare di più per un salame con l’etichetta “senza antibiotici” piuttosto che per un salame con l’etichetta “maiali allo stato brado” sul benessere degli animali.

Entrambi questi studi dimostrano come l’allevamento debba far fronte ad interessi e criteri potenzialmente in conflitto tra di loro nel contesto della sostenibilità. In ogni caso, l’adozione di norme più stringenti potrebbe avere un impatto sulla competitività, dato che non è sempre possibile compensare i maggiori costi con l’aumento di prezzo pagato dal consumatore. Questo deve stimolare a studiare attentamente la questione per l’impatto col mercato degli investimenti sulla sostenibilità.

Benessere degli Animali e Sicurezza Sanitaria

Comunque, per la produzione suinicola, la crescente attenzione alla riduzione delle emissioni climalteranti non deve far dimenticare alle parti interessate l’importanza di migliorare il benessere degli animali e la sicurezza sanitaria. Se perdono di vista questi aspetti, gli operatori non saranno al passo con le priorità e le attese che attualmente molti consumatori hanno.

TESEO.clal.it – Paesi UE: Patrimonio Suinicolo complessivo

Fonte: Food Navigator Europe, Science Direct, Universität Bonn

Suini: difficoltà nel mercato USA
20 Ottobre 2023

Di: Marika De Vincenzi ed Ester Venturelli

Il settore suinicolo statunitense sta attraversando un periodo complesso. Nel 2022, le stime USDA dei costi e dei ricavi hanno indicato un margine alla stalla negativo. La situazione non risulta migliorata di molto nel corso del 2023. Infatti, nonostante siano diminuiti i costi dell’alimentazione, si registra una riduzione dei parti e un’accelerazione delle macellazioni con suini più leggeri, con un totale in tonnellate leggermente inferiore a quello registrato ad Agosto 2022. Per i prossimi mesi, gli analisti USDA si aspettano che il numero di parti si mantenga in calo, ma un incremento del peso dei suini alla macellazione, favorito dal calo dei costi dell’alimentazione.

Anche il trade sembra aver iniziato un processo di rallentamento. Le esportazioni Statunitensi di Carni Suine sono aumentate del 6,79% tra Gennaio e Agosto 2023, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Tuttavia, hanno registrato un leggero rallentamento nell’ultimo mese (-3,79%, Agosto 2023 rispetto ad Agosto 2022). Il rallentamento dell’export ha tra le cause i prezzi all’esportazione, che in Agosto hanno registrato ancora valori elevati, e l’aumento del tasso di cambio del Dollaro USA rispetto alle monete dei principali mercati importatori. 

La diminuzione è principalmente associata a “Altre Frattaglie”, voce che ha visto un calo del 20,5% (circa 8.500 tonnellate). Questa riduzione è dovuta principalmente alla Cina, principale acquirente, che ha acquistato quasi il 30% in meno (Agosto 2023 vs Agosto 2022). La domanda Cinese è diminuita nello stesso mese anche per le “Carni Fresche Refrigerate e Congelate”, in calo del 43%. In Cina, infatti, il mercato è saturo della produzione locale, tanto che il governo è intervenuto ritirandone una parte dal mercato in un tentativo di rialzare i prezzi. Inoltre, il rallentamento dell’economia Cinese sta portando il Paese a rivolgersi a fornitori più convenienti, come il Brasile.

Un elemento positivo sembra essere la domanda dal Messico, che si mantiene in crescita. Le esportazioni verso il Messico sono aumentate sia per “Carni Fresche” che “Altre Frattaglie”. Anche se queste quantità in parte compensano le riduzioni verso la Cina, nel complesso il totale mensile di Agosto 2023 è risultato inferiore alle quantità esportate ad Agosto 2022 e Agosto 2021.

Carni Suine: carenze ed eccessi
3 Agosto 2023

Di Marika De Vincenzi ed Ester Venturelli

Il mercato mondiale della Carni Suine è caratterizzato da situazioni di eccesso e carenza di offerta che modificano gli scambi internazionali. Dal lato dell’offerta, UE e Canada stanno perdendo quote di mercato che passano a Brasile e USA. 

Le produzioni Europee, infatti, stanno facendo i conti con i maggiori costi di produzione (alimentazione ed energia) e la diffusione della PSA nei Paesi del Centro ed Est Europa. La minore offerta ha causato l’aumento dei prezzi che, di conseguenza, ha rallentato sia la domanda mondiale che quella domestica. L’offerta Canadese, invece, si sta riducendo a causa dei maggiori costi degli input produttivi, dei maggiori tassi di interesse e delle difficoltà nel trovare personale, oltre ad una domanda domestica ed internazionale sempre più debole.

Gli USA e il Brasile vedono produzioni di Carni Suine in aumento, incentivate dalla domanda asiatica. Entrambi stanno, quindi, approfittando della situazione mondiale per guadagnare mercato. Negli USA, tuttavia, le maggiori esportazioni, che contano per il 25% delle produzioni, stanno trainando i prezzi locali verso l’alto, inibendo la domanda del consumatore che si sta spostando verso tagli meno pregiati.

Dal lato della domanda, la Cina, principale Paese importatore a livello mondiale, vede una lenta ripresa dei consumi che non compensa la crescita dell’offerta. I prezzi ridotti che ne conseguono stanno spingendo gli allevatori a ridurre le mandrie, macellando prima gli animali, per ottenere un recupero dei prezzi. Per il momento, però, il risultato è l’elevato livello delle scorte. Nonostante questo, le importazioni sono in leggero aumento grazie ai prezzi all’import che rimangono inferiori rispetto ai prezzi locali. Inoltre, diversi Paesi Asiatici, tra cui Cina, Filippine e Thailandia stanno registrando diversi casi di PSA, che riducono l’offerta domestica favorendo le importazioni.

Dairy e Carni Suine: import, produzioni e il fattore prezzo in Cina
28 Luglio 2023

Di: Mirco De Vincenzi, Marika De Vincenzi ed Ester Venturelli

La domanda Cinese di prodotti lattiero-caseari si sta riprendendo, sebbene rimanga al di sotto del 2021, anno record per l’import. Da Marzo, infatti, le quantità importate sono superiori al 2022 e a Giugno la variazione mese su mese è stata del +11,7%. 

Ad aumentare è principalmente la richiesta di polvere di latte scremato (SMP), formaggi, polvere di siero e, negli ultimi due mesi, anche WMP. Soprattutto negli ultimi mesi, i Paesi che hanno registrato il maggiore aumento della domanda sono la Nuova Zelanda e l’UE, che hanno venduto alla Cina maggiori quantità di Polveri e Formaggi. Il graduale rafforzamento della domanda è certamente favorito dal ridimensionamento dei prezzi, diminuiti rispetto al 2022 e ora tendenzialmente stabili. 

Anche la domanda di Carni Suine estere è in graduale recupero, anche se rimane molto lontana dalle quantità del 2020 e 2021. Rispetto al primo semestre del 2022, tra Gennaio e Giugno 2023, le quantità importate sono aumentate del 13%. L’UE è il principale fornitore e ha totalizzato un aumento complessivo del 3,5%, mentre per i soli Salumi ha registrato una crescita delle quantità del +27%. I principali Salumi Europei sono i Prosciutti con osso che sono, di fatto, Spagnoli: la Spagna è l’unico Paese che ha il permesso, ottenuto nel 2019, di esportare in Cina lo Jamon Iberico, prodotto particolarmente apprezzato dai Cinesi. 

Sia per il Dairy che per le Carni Suine, la produzione locale è in graduale aumento
Il Settore lattiero caseario Cinese ha registrato un aumento dell’8,5% nel primo trimestre del 2023 (vs 2022). La domanda, però, sembra stia crescendo più lentamente dell’offerta, portando ad una diminuzione dei prezzi locali e un’accelerazione negli abbattimenti. In modo simile, anche le produzioni di Carne Suina sono ancora in aumento, pur avendo rallentato il tasso di crescita: USDA stima un incremento produttivo dell’1,1%. Anche in questo caso la ripresa della domanda post-Covid risulta inferiore alle aspettative e questo sta portando il prezzo locale ad avvicinarsi ai prezzi all’import.