Inflazione: quali prospettive per i mercati?
25 Novembre 2022

Nel Regno Unito ha fatto scalpore un rapporto della banca d’investimento Citigroup con la previsione che l’inflazione nel Paese raggiungerà il 18% nel primo trimestre del 2023, un livello toccato l’ultima volta nel lontano 1976. Queste previsioni non fanno altro che rafforzare le preoccupazioni dei consumatori ed indurre cambiamenti nelle modalità di acquisto, anche nel settore alimentare. Stesso scenario in Francia dove ad ottobre i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati su base annua di quasi il 12%, mentre in Germania a settembre la crescita è stata addirittura del 18,7%, il massimo da trent’anni.

I consumi si stanno spostando verso prodotti a basso prezzo per alcune categorie

Sebbene gli alimenti siano uno dei settori più resistenti, in quanto la natura essenziale di molti acquisti fa sì che la domanda sia relativamente anelastica, secondo una ricerca di McKinsey in mercati europei selezionati, i consumatori stanno già passando a prodotti a basso prezzo all’interno di alcune categorie, con spostamenti particolarmente evidenti in aree come gli snack, i dolciumi ed i surgelati. Una recente indagine condotta da GlobalData mostra che, a livello generale, l’84% dei consumatori è preoccupato per l’impatto dell’inflazione e quelli più giovani si dimostrano più propensi a cambiare i loro modelli di acquisto. Mentre circa il 23% dei Boomers nel Regno Unito dichiara che non passerà a negozi più economici, le loro controparti più giovani sono molto più propense a spostarsi altrove per gli acquisti. In questo contesto i distributori vincenti sono i discount.

L’inflazione è destinata poi a smorzare le prospettive del settore della ristorazione collettiva, già colpito duramente dalla pandemia e che sperava in una ripresa sostenuta. La spesa abituale e di basso valore in bar e caffetterie sembra essere attualmente la meno a rischio ed i ristoranti, pur avendo potenzialmente un prezzo più alto, sono comunque in grado di dimostrare un forte rapporto qualità-prezzo attraverso il servizio, che sarà ancora un elemento determinante.

In Cina le prospettive sono diverse da quelle dei mercati occidentali

Nel complesso, il rapporto sull’inflazione a livello macro di GlobalData prevede una recessione in molti mercati sviluppati prima della fine del 2022, che comporterà anche un calo della domanda per l’aumento della pressione sui consumatori. In Cina, invece, le prospettive sono nettamente diverse da quelle dei mercati occidentali. La fine delle restrizioni per il cosiddetto “zero Covid” prevista intorno al secondo trimestre dell’anno prossimo, libererà la domanda repressa, anche se su scala molto più ridotta rispetto a quanto visto nel 2021 nei mercati sviluppati.

Per il periodo successivo al 2023, si prevede una prospettiva inflazionistica persistentemente elevata e volatile ed una tendenza alla de-globalizzazione. I costi interni nella maggior parte dei mercati sviluppati saranno più reattivi alle condizioni del mercato del lavoro e la domanda è destinata a ricostituirsi. Ciò sarà particolarmente attendibile negli Stati Uniti, dove una maggiore tolleranza politica nei confronti della crescita dei salari e della conseguente inflazione si traduce in una ricostituzione della domanda delle famiglie a reddito medio.

CLAL.it – Variazione percentuale dei prezzi al consumo rispetto all’anno precedente

Fonte: Just Food

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Pubblicato da

Leo Bertozzi

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.