Stimare l’incertezza per poter decidere
30 Dicembre 2016

Quando si tratta di prevedere un avvenimento futuro, ad esempio il tempo che farà o l’andamento della produzione, esiste sempre un margine di imponderatezza. Anche quando tutto lascia supporre che accada quanto prevediamo, interviene quasi sempre un elemento di incertezza sull’accaduto o su quanto atteso. Se riusciamo però a tener conto di tale margine di incertezza, a stimarlo, siamo spesso in grado di assumere decisioni migliori e più adeguate a quanto potrebbe accadere.

Un esempio di questo sono le previsioni del tempo. I meteorologi fanno le loro previsioni esaminando le immagini dei satelliti in modo da avere elementi certi di giudizio, e raramente sbagliano: però le loro indicazioni non sono mai sicure al 100%. Per questo parlano di ‘forti probabilità’ oppure indicano attraverso percentuali la possibilità che si manifesti l’evento indicato.

La stessa stima vale anche nella valutazione della sicurezza degli alimenti, degli integratori, di un nuovo fitofarmaco, di un chemioterapico, etc. Quando la evidenza è incompleta, i tecnici precisano qual è il margine di incertezza che condiziona le loro conclusioni.

Quindi entra in gioco la ‘valutazione del rischio‘ o di quanto possa essere il margine di incertezza e le conseguenti implicazioni nel processo decisionale. I tecnici indicheranno quale sia la misura prudenziale da prendere, oppure quali siano le diverse possibilità da considerare per gestire l’incertezza ed arrivare al risultato atteso.

Per valutare una previsione meteorologica, diventa importante sapere se la possibilità è del 10%, del 50% oppure del 90%. Questo permette di prendere delle decisioni mirate ed appropriate.

Dunque, nei processi decisionali, l’aspetto cruciale è l’informazione.
Questa non sarà mai assoluta, ma deve essere chiara e trasparente al fine di permettere all’operatore di decidere nel miglior modo possibile.

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Fonte: EFSA

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Pubblicato da

Leo Bertozzi

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

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