Una “Global Coalition” per il benessere animale
22 Agosto 2018

Garantire standard adeguati lungo tutta la filiera produttiva

Nestlé, insieme ad altre grandi imprese attive nel campo alimentare quali Unilever ed Ikea Food services, ha presentato la coalizione mondiale per il benessere animale (Global Coalition for Animal Welfare – GCAW) per garantire standard adeguati lungo tutta la filiera produttiva.

Si tratta della prima iniziativa che affronta la tematica del benessere animale a questo livello, con l’obiettivo di assicurare ai consumatori dei cinque continenti la fornitura di prodotti derivati da animali allevati nel rispetto delle norme di sostenibilità.

La “coalition” intende condividere riferimenti di comune interesse con tutti i soggetti interessati, attraverso l’adozione delle migliori prassi (best practices) e l’accelerazione nello sviluppo di norme sul benessere animale. Già entro la metà del 2019, la Coalizione intende rendere noto un piano d’azione per l’allevamento dei polli da carne, che segue l’impegno di Nestlé negli USA e quello simile fatto in Europa lo scorso giugno. Non bisogna dimenticare, a tal riguardo, che i dadi Maggi sono un prodotto ed un marchio mondiali.

L’impegno di Nestlé: le filiere devono assicurare la massima trasparenza e le forniture devono rispettare i criteri di Sostenibilità

Il colosso svizzero, nel documento con cui si impegna a fare prodotti ottenuti nel rispetto di norme che assicurino buone condizioni di benessere negli allevamenti animali, afferma che i consumatori ed i soggetti coinvolti nella filiera alimentare esprimono sempre più l’esigenza di sapere cosa c’è nell’alimento, da dove proviene e come é fatto. Pertanto le filiere produttive debbono assicurare la massima trasparenza e le forniture devono essere affidabili riguardo il rispetto dei criteri di sostenibilità per assicurare un futuro al proprio business.

Benessere animale: le 5 Libertà

Già dal 2014 Nestlé si è impegnata per il benessere animale, applicando le cosiddette “cinque libertà” agli animali:

  1. libertà da fame, sete e malnutrizione;
  2. libertà da paura ed angoscia
  3. libertà da condizioni di malessere fisico
  4. libertà da dolore, maltrattamento e malattia
  5. libertà di esprimere comportamenti normali adeguati.

Non per nulla il motto dell’azienda svizzera è “buon cibo per una vita sana”.

L’annuncio di queste libertà umane applicate agli animali può far sorridere, ma significa che ormai la sostenibilità è un pre-requisito, e così il benessere animale diventa una necessità imprescindibile. Il fatto che Nestlé lo adotti come strategia mondiale è significativo e dovrebbe stimolare tutti i produttori a considerarlo seriamente. Però, attenzione: è giusto (od è appropriato) che il benessere animale sia definito da regole stabilite da singole imprese e, garantite da certificazioni private, o non dovrebbe piuttosto essere l’oggetto di norme di legge, riconosciute anche a livello internazionale tramite Accordi fra Stati?

Una “Global Coalition” per il benessere animale

Fonte: Nestle

Cosa pensano gli allevatori italiani del Benessere Animale?

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Pubblicato da

Leo Bertozzi

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.