Il futuro delle cooperative è unirsi
21 Marzo 2016

Barbara Greggio
Goito, Mantova – ITALIA

L'allevatrice Barbara Greggio
L’allevatrice Barbara Greggio

Azienda Agricola Greggio Giuseppe
Capi allevati: 165 | 74 in lattazione.
Ettari coltivati 40.
Destinazione del latte: Grana Padano
(Latteria Sociale Mantova).

“Il futuro delle cooperative è unirsi, collaborare il più possibile e magari creare sinergie fra consorzi e arrivare ad avere un paniere di formaggi ampio e di qualità, per esportare senza farsi la guerra, ma raggiungendo l’obiettivo di incrementare la vendita al di fuori dell’Italia”.

Concetto chiaro e semplice, che Barbara Greggio, allevatrice di Marmirolo (180 capi e una produzione di latte di 7.600 quintali nel 2015, conferiti alla Latteria Sociale Mantova) ribadisce dopo averlo già espresso come relatrice al convegno di CLAL.it e dell’Associazione mantovana allevatori al Bovimac di Gonzaga.

“Noi della Latteria Sociale Mantova siamo comunque fortunati, perché è una realtà che esporta in tutto il mondo e ha una grande operatività”, precisa Barbara Greggio.

Al Bovimac aveva detto che il consorzio del Grana Padano dovrebbe comunicare di più i valori del formaggio. Conferma?

“Sì. Chiarisco che non è affatto una critica al Consorzio. Anzi, ho parlato con il direttore, Stefano Berni, e mi sono resa conto che stanno lavorando molto e bene. Però non sempre il consumatore riceve una corretta informazione e dovremmo interrogarci, come allevatori e come filiera, su quali azioni possiamo mettere in campo affinché passi il concetto che il Grana Padano è un formaggio buono, sano, completo come il Parmigiano-Reggiano, che forse ha un’immagine più di qualità”.

A cosa si riferisce, in particolare?

“Uno degli aspetti sui quali mi concentrerei è quello del lisozima. Penso che la strada sia quella di eliminarlo dal processo produttivo, perché, pur essendo una proteina assolutamente naturale, deriva dall’uovo e l’uovo è un allergene”.

Qual è la prima voce di costo dell’azienda?

“Fino all’anno scorso era l’alimentazione, perché avevamo meno terra in conduzione ed era tutta coltivata a prato stabile. Il resto delle materie prime per l’alimentazione animale le acquistavamo. Oggi, invece, coltiviamo circa 40 ettari tra proprietà e affitto. Stiamo pensando di coltivare, accanto al prato stabile, una parte a mais, a orzo da fieno o altri cereali come orzo o i miscugli che stanno prendendo piede adesso. Però appunto da alcune settimane, da quando abbiamo siglato il contratto, è l’affitto la prima voce di costo dell’azienda e non sapremmo in realtà come diminuirla”.

La sua azienda adotta metodi per ridurre il consumo idrico o energetico?

“Essendo in affitto come azienda non abbiamo intenzione di adottare i pannelli fotovoltaici, ma qualche attenzione sul recupero dell’acqua calda, ottenuta dal sistema di raffreddamento del latte, lo abbiamo adottato. L’acqua calda viene impiegata d’inverno per i vitelli e alcune volte serve per il lavaggio delle macchine”.

Di che cosa si occupa in azienda?

“Io mi occupo della mungitura e seguo l’amministrazione, il papà si occupa dell’alimentazione, cura le manze, fa le fecondazioni artificiali e segue insieme a mia madre i campi; la mamma, oltre a seguire i campi, fa un po’ il jolly e interviene dove c’è bisogno”.

Che cosa fa nel tempo libero?

“Ho ripreso a studiare Biologia all’Università di Modena e sto preparando la tesi per scoprire se i pollini dei terreni superficiali corrispondono alla vegetazione del prato stabile”.

Azienda Agricola Greggio Giuseppe
Azienda Agricola Greggio Giuseppe

 

 

Recuperiamo 10-15 centesimi al litro grazie alla cooperazione
7 Dicembre 2015

Carlo Mori
Pietole di Virgilio, Mantova – ITALIA

L’allevatore Carlo Mori

Azienda Agricola Corte Canova.
Capi allevati 400 | 190 in mungitura.
Ettari coltivati 80
Latte prodotto 20.000 quintali, conferito a Latteria Sociale Mantova.

Mori, quanto è importante l’aggregazione per la redditività dell’azienda agricola?

“Oggi l’aggregazione è fondamentale. Direi che in una scala da 1 a 100 è 100. Oggi, col prezzo del latte così basso, grazie alla cooperazione, riusciamo a recuperare fino a 10-15 centesimi in più al litro. E sono quelli che ti permettono di chiudere il bilancio in pareggio, anche se con estrema fatica. Direi che oggi l’aggregazione è necessaria”.

Conferisce alla Latteria Sociale Mantova, che è una realtà importante e non solo sul piano dei numeri. Qual è il vantaggio?

“Il vantaggio di conferire alla LSM è la fase di commercializzazione, grazie al rapporto diretto con la gdo, a una spinta forte all’internazionalizzazione. Come conferenti alla Santa Maria Formigada siamo nuovi soci della LSM, ma siamo fiduciosi che la serietà e il lavoro svolto sul piano del marketing porti a un risultato positivo, anche se lievemente, a causa dei prezzi di mercato non certo esaltanti”.

Che cosa sta pensando di fare per migliorare le performance? Ha fatto tutto per migliorare?

“Non ho fatto tutto, ma credo di aver fatto molto, soprattutto per il benessere, dotandomi di strutture al passo coi tempi, che mettono l’animale nelle condizioni ottimali per esprimere la sua potenzialità. Sul piano degli alimenti, producendo il 70-80% del fabbisogno, crediamo di essere sulla buona strada. Sulla genetica, che è il terzo pilastro fondamentale insieme a benessere e alimentazione, usiamo i migliori tori per k caseine e proteine. Direi che rimane poco da fare. L’obiettivo è comunque alzare l’asticella negli indici di stalla come il tasso gravidanza, il rapporto parto/concepimento, gli indici di conversione dell’alimento”.

Che cosa consiglierebbe a un giovane che vuole fare l’allevatore?

“Consiglierei di mettersi in gioco fin dall’inizio e di non prendere tutto per partito preso. Di metterci il massimo della passione e dell’impegno. I risultati nel tempo verranno. Personalmente cerco di essere ottimista e di inculcare l’ottimismo in uno più giovane di me. E dico con certezza che è la passione a muovere tutto. Chi decide di fare l’allevatore perché è una tradizione di famiglia, ma allo stesso tempo vuole il weekend libero e fare l’orario di fabbrica, allora è meglio che non cominci”.