Il Commento: Due scenari, Italia ed Estero [Lorenzo Levoni, Alcar Uno]
5 Agosto 2024

Lorenzo Levoni – Amministratore Delegato Alcar Uno

Due scenari, Italia ed Estero. Così Lorenzo Levoni, Amministratore Delegato dell’azienda emiliana Alcar Uno, distingue due situazioni differenti. “Se analizziamo il dossier Italia registriamo una mancanza di suini e ci aspettiamo un mercato tendenzialmente in aumento, con un trend ascendente fino a Ferragosto – preconizza Levoni -. Non è mai semplice fare previsioni, ma potremmo toccare i 2,08, forse anche qualcosa in più, per poi avere nella seconda metà di agosto una stabilità o qualche lieve ridimensionamento dei listini e questo prevalentemente per il fatto che l’estero si sta muovendo in controtendenza rispetto all’Italia”.

Due le incognite di casa nostra: la peste suina africana (PSA), “con i casi scoperti di recente che hanno gettato la filiera in uno stato di grande sconforto”, ma anche i consumi.
“Mentre sui numeri del patrimonio suinicolo siamo pressoché certi, sul piano dei consumi non abbiamo coordinate e non possiamo minimamente prevedere come evolveranno. Quello che appare consolidato è una tendenza negativa, con una flessione degli acquisti dall’inizio dell’anno che possiamo quantificare in un -7/-8 per cento e anche in Germania i numeri sono analoghi”.

E qui si innesca il dossier internazionale. “Non siamo tranquilli per la bagarre che si è innestata fra Ue e Cina, in quanto i dazi europei sulle auto elettriche cinesi stanno creando i presupposti per una ritorsione di Pechino di natura commerciale che potrebbe colpire il comparto delle carni suine europee. Ma ne non riusciremo ad esportare i sotto-prodotti delle lavorazioni dei maiali come zampe, orecchie, cartilagini e ossa avremo ulteriore sofferenza per i macelli, che all’estero è molto più marcata rispetto all’Italia. Da noi i macelli, nonostante il mercato oggi sia sbilanciato in favore della parte allevatoriale, si salvano, in quanto il conto economico rasenta lo zero, ma non è una perdita come invece è in altri paesi europei”.

Rispetto alle produzioni di animali, puntualizza Levoni, “l’Ue è in leggero recupero, trainata dalla Spagna, che rispetto agli anni scorsi sembra aver parzialmente risolto il problema della Prrs, riducendo così la mortalità degli animali”. Prova ne è la flessione nelle ultime settimane del prezzo dei lattonzoli, dopo gli aumenti di Aprile, Maggio e Giugno e, è convinto l’AD di Alcar Uno, “a tendere alla fine dell’anno ci dovrebbero essere più animali disponibili”.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi

I Salumi trainano la ripresa dell’Export
22 Luglio 2024

Di: Marika De Vincenzi

L’export di Carni Suine italiane, dopo l’importante dato negativo registrato a Marzo 2024 (-10,4% rispetto a marzo 2023), ha visto un recupero con un incremento del 13,4% ad Aprile, portando le quantità totali del primo quadrimestre ad una sostanziale stabilità in volume (+1,4%), accompagnato da una crescita sensibile in valore (+14,4%, per complessivi 821,6 milioni di euro).

L’aumento delle quantità esportate è stato trascinato, in particolare, dalle maggiori vendite di Salumi, caratterizzati però da una tendenza in diminuzione dei prezzi.
Le crescenti esportazioni dei Salumi nel primo quadrimestre (+12,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e nel mese di Aprile 2024 riflettono una domanda internazionale solida.

Al contrario, il mercato italiano non mostra la stessa vivacità e la domanda interna si mantiene contenuta.

Le importazioni italiane di Carni Suine registrano una crescita del 7% nel primo quadrimestre 2024 rispetto allo stesso periodo 2023, con aumenti per tutte le principali voci.
Il maggiore flusso è favorito dai prezzi più competitivi dei prodotti esteri, rispetto a quanto osservato nel mercato domestico. Questo è particolarmente vero per i Prosciutti freschi, molto più economici rispetto ai Prosciutti DOP Made in Italy.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi

India e il mercato agroalimentare | nuova analisi CLAL
9 Luglio 2024

L’India, con una superficie agricola appena superiore all’UE-27, ha affrontato la sfida di sfamare oltre un miliardo quattrocentomila persone aumentando le proprie produzioni agroalimentari. 

Nel suo percorso è riuscita a diventare il maggior produttore di Latte al Mondo (bufala + vacca), grazie ad un eccezionale modello basato sulla cooperazione.

Questa affascinante impresa ci ha spinti a tracciare i contorni del mercato lattiero-caseario, delle carni bovine e degli alimenti zootecnici in India, e a chiederci: cosa manca all’India per divenire un grande esportatore di prodotti lattiero-caseari?

Scopriamolo nella nuova analisi CLAL sull’India.

Aumenti a doppia cifra per l’export UE di cereali e semi oleosi
2 Aprile 2024

Di: Elisa Donegatti ed Ester Venturelli

L’export di Cereali dell’Unione Europea sta mantenendo, anche a inizio 2024, il trend in crescita iniziato nel 2023, che nel complesso annuale aveva registrato un aumento del 10,6% (4,4 Milioni di tonnellate). A Gennaio, le quantità esportate sono aumentate del 48,6%, sostenute dai prezzi in ribasso che, insieme alla maggiore competitività rispetto agli USA, hanno stimolato la domanda, soprattutto per quanto riguarda il Frumento.

Tra i Paesi che hanno incrementato gli acquisti spicca il Marocco: nel 2023 è diventato il primo Paese per quantità di Cereali acquistate dall’UE, e a Gennaio 2024 le quantità sono state il doppio rispetto a Gennaio 2023. La maggiore domanda del Marocco è una conseguenza della scarsa produzione locale di Frumento Tenero del 2023, diminuita per il secondo anno di fila a causa della siccità. Per questo il governo ha deciso di aumentarne le importazioni.

Anche le esportazioni di Semi Oleosi e Farine Proteiche hanno registrato un aumento significativo per quantità a Gennaio 2024 (+49,65%, +67,2 Milioni di tonnellate mese su mese). In particolare, è aumentato il flusso di Girasole verso il Pakistan, di Soia verso la Russia e di Colza verso il Regno Unito.

Le prospettive per l’agroalimentare Made in USA
27 Marzo 2024

L’economia agricola USA, data la forte capacità di export, ha una proiezione mondiale il cui grande potenziale è correlato all’andamento dei mercati internazionali ed alle tensioni geopolitiche che li influenzano. Nelle previsioni degli economisti agrari, si manifesta un certo pessimismo sulle prospettive a breve termine per le quotazioni agricole statunitensi a causa dell’andamento della domanda interna ed internazionale, specialmente quella cinese, dei tassi di interesse elevati, del clima e delle incertezza del mercato cerealicolo internazionale per le tensioni nella regione del Mar Nero e del Medio Oriente, cui si aggiunge l’aumento della concorrenza produttiva da parte del Sud America.

In campo animale si registra la riduzione delle forniture di carne bovina ma anche suina e di pollo, il che dovrebbe offrire un sostegno ai prezzi anche se pesa l’incognita dei tassi di interesse. Bisogna considerare che la popolazione di bovini USA è arrivata al livello più basso dal 1962 e si prevede che solo a partire da metà del 2024 ci potrebbe essere una inversione di tendenza. Per il latte si prevede un riallineamento al basso delle quotazioni. Gli economisti agrari ritengono che la continua riduzione del patrimonio bovino statunitense a causa della siccità e di altre pressioni, potrebbe anche causare una rilevante concentrazione sia degli allevamenti che dei trasformatori di carne.

L’andamento dell’economia agricola è comunque influenzato dalla debolezza della domanda di molti prodotti base che sta facendo diminuire i prezzi e sebbene i costi di produzione siano scesi, i margini delle aziende agricole sono risicati. Inoltre l’elevato valore del dollaro ha diminuito la competitività sul mercato mondiale.

Concorrenza mondiale e rallentamento della Cina

Guardando allo scenario internazionale, uno dei temi principali è la preoccupazione per l’aumento della concorrenza mondiale che si ripercuote sulle esportazioni di cereali e di soia. Sul mercato mondiale la Russia sta immettendo quantità record di grano ed il Brasile di mais, mentre negli USA il calo dei capi di bestiame comporta una minore richiesta di mangimi e le esportazioni di soia sono previste in calo per la competizione sudamericana. Però il fulcro per gli scambi commerciali resta la Cina, che cerca di diversificarsi dalla dipendenza dagli Stati Uniti per le materie prime agricole e dove il rallentamento dell’economia potrebbe avere un impatto molto negativo.

Per il 2024 i raccolti in nord e sud America sono previsti in crescita. La riduzione nel prezzo dei concimi potrebbe rappresentare un risparmio significativo per gli agricoltori, ma i costi operativi più elevati ed i prezzi più bassi incideranno sulle prospettive per il 2024. Gli economisti sono più ottimisti sui prezzi della soia ritenendo che tenderanno ad aumentare anche per il raccolto 2024/25, mentre, all’opposto, per il mais si prevede un calo dei prezzi. Gli agricoltori dovranno comunque monitorare attentamente gli indicatori macroeconomici per assumere le decisioni più appropriate a contrastare le sfide e sfruttare le opportunità.  

Fonte: AGWEB

TESEO.clal.it – Allevamenti bovini: Consistenza delle mandrie d’origine

Aggiornamento sull’export italiano di Carni Suine [VIDEO]
28 Febbraio 2024

L’Italia non è autosufficiente nel settore delle Carni Suine, ma è un esportatore netto di Salumi. L’export di Salumi è in aumento come anche i prezzi.

In questo video, Marika De Vincenzi Analyst del settore Suinicolo del Team di CLAL, presenta gli ultimi aggiornamenti delle esportazioni italiane di Carni Suine.

Carni Bovine: istantanea di un export in crescita
9 Febbraio 2024

Di: Marika De Vincenzi ed Ester Venturelli

A livello mondiale, il trade delle Carni Bovine sta aumentando negli anni. In particolare, negli ultimi due anni sono cresciute, rispetto allo storico, le esportazioni da Brasile e Argentina. Anche l’India presenta un export con trend positivo, favorita dai prezzi competitivi ma si tratta principalmente di carne di bufalo prodotta da animali da latte a fine carriera e non rispetta gli standard di qualità sanitari degli altri principali esportatori.

A questi si aggiunge l’Australia, secondo Paese per quantità esportate di Carni Bovine al Mondo, che nel 2023 ha aumentato le esportazioni approfittando della sua maggiore competitività rispetto ad altri player, in particolare gli USA. 

Negli USA, che pur essendo deficitari sono al quarto posto tra gli esportatori mondiali, a causa della siccità è stata ridotta la mandria bovina e questo ha provocato una spinta rialzista sui prezzi della carne. Di conseguenza il Paese ha perso competitività sui mercati e le quantità esportate si sono ridotte del 21% nel 2023 rispetto al 2022.

L’Unione Europea è l’ottavo esportatore di Carni Bovine a livello mondiale, ma negli ultimi anni ha registrato un export in rallentamento, dovuto anche ad una minore produzione domestica. Tuttavia, nel 2023, l’UE ha visto quantità esportate e prezzi medi unitari sugli stessi livelli del 2022.

Dal lato della domanda, i principali acquirenti sono Cina e USA. La Cina, dopo alcuni anni di aumento della domanda, ha rallentato la crescita arrivando quasi a stabilizzarsi nel 2023. Gli USA mantengono, invece, un trend di crescita significativa, registrando un aumento delle quantità importate del 19,3% nel 2023 rispetto al 2022. In particolare, cresce l’import di Sego e quello delle Carni fresche o refrigerate e Carni congelate, a prezzi più competitivi rispetto a quelli di esportazione.

L’UE rallenta la domanda di Semi Oleosi
19 Gennaio 2024

Di: Elisa Donegatti ed Ester Venturelli

La produzione Europea di Semi Oleosi nel 2023 è aumentata per il terzo anno consecutivo. Questo ha permesso di ridurre la domanda di Semi Oleosi extra-UE che nel complesso, tra Gennaio e Novembre 2023, è calata del 10%, rispetto allo stesso periodo del 2022.

Il prodotto che ha registrato le variazioni maggiori nel trade è il Girasole, per il quale l’UE ha un’autosufficienza del 91,5%. L’import è diminuito del -63%, che equivale a -1,3 Milioni di Tonnellate, limitato anche dal prezzo medio unitario di acquisto che ha avuto un andamento instabile nel corso del 2023, con un valore medio di 874 €/Ton, superiore alla media del 2022. Al contrario, le esportazioni UE del prodotto sono aumentate del 74% (+251.000 Tonnellate) con un prezzo medio unitario di 1.120 €/Ton

Risulta in calo anche la domanda UE di la Farina di Soia che ha registrato una diminuzione di 1,3 Milioni di Tonnellate (-8,8%), probabilmente a causa della minore disponibilità dall’Argentina. 

Infine, le esportazioni di Colza rimangono stabili nel complesso, ma si modificano le tratte: meno acquisti da parte di Regno Unito e Pakistan, e una crescita verso il Canada (che potrebbe essere dovuta a dinamiche di triangolazioni commerciali).

Le produzioni in UE di Cereali, invece, si sono mantenute stabili e l’effetto sul trade è stato quello di un leggero aumento complessivo sia per l’import (+1,8 Mio Ton) che per l’export (+2,8 Mio Tons). In particolare, è aumentato l’export di Mais verso la Corea del Sud e l’export di Orzo verso la Cina che è tornata ai livelli del 2021, mentre riguardo all’import si sono intensificati soprattutto gli acquisti di Grano Tenero da Ucraina e Regno Unito.

Il Commento: Il 2024 – o almeno il primo semestre – presenta alcuni rischi [Aldo Levoni]
15 Gennaio 2024

Aldo Levoni – Amministratore Delegato Levoni SpA

“Fare previsioni su tutto l’anno è difficile, ma limitandoci ai primi sei mesi possiamo ipotizzare, alla luce delle tendenze delle ultime settimane, un trend dei listini in diminuzione tanto per gli animali grassi che per i tagli di carne”. Per Aldo Levoni, Amministratore Delegato di Levoni Spa, il probabile (“e auspicabile”, aggiunge) ridimensionamento dei prezzi deriva da due fattori, essenzialmente: “Dal rapporto fra domanda e offerta e dal fatto che determinati valori di prezzo, come abbiamo conosciuto nei mesi scorsi, non sono sostenibili nel lungo periodo”.

Ecco allora che, “grazie anche al fatto che i cereali sono in calo, si può progressivamente sgonfiare lungo la filiera questo effetto inflazionistico dei prezzi che ha portato a dei rischi per una parte della filiera”.

Difficile, per Levoni, prevedere con esattezza con quale velocità scenderanno le quotazioni, ma “l’augurio è che si arrivi a un nuovo equilibrio di filiera in cui tutti gli anelli riescono a non andare in sofferenza, togliendo al contempo questa pressione inflattiva che mette a rischio i consumi”.

Il 2024 – o almeno il primo semestre – presenta alcuni rischi. Su tutti, secondo Levoni, la variabile della “peste suina africana (PSA), aspetto che ci preoccupa molto e sul quale non abbiamo riscontro dalle Istituzioni di cosa stia accadendo”. Uno scenario per alcuni aspetti poco rassicurante, dal momento che “dall’allevamento alla vendita dei salumi, la PSA riguarda l’intera filiera e senza un intervento tempestivo il rischio è che si diffonda ulteriormente il contagio”.

Gli effetti della Peste suina africana (PSA), ad oggi, sono stati deleteri sul piano economico per un comparto strategico del Made in Italy. “Abbiamo perso il mercato asiatico e all’orizzonte non ci sono margini per una riapertura, in quanto, per essere riaperto il canale dell’export è necessario che sia debellata la PSA e che siano trascorsi ulteriori 3-5 anni – spiega Levoni -. Nel frattempo, lo spazio dell’Italia è stato conquistato dalla Spagna, per cui scalzarli non sarà semplice. Ma il rischio della diffusione della PSA è che venga bloccato l’export verso altri Paesi, dal Nord America all’Australia al Regno Unito. Dopo aver sviluppato con soddisfazione i mercati esteri, rischiamo gravi perdite”.

Un’altra variabile alle porte, anche se con un minore impatto sul mercato, potrebbe essere per Levoni l’immissione sul mercato alla volta di Marzo e Aprile di maiali con caratteristiche genetiche nei mesi scorsi escluse dal circuito DOP e che saranno dunque macellati al di fuori dei canali della salumeria italiana certificata con la Denominazione di Origine Protetta.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi

Il Commento: La parola chiave per il 2024 è “fiducia” [Marco Bompieri, Suinicoltore]
7 Gennaio 2024

Come sarà il 2024?

Marco Bompieri, Mantova: “Salvo sorprese, direi che la parola chiave per il mercato nel 2024 è ‘fiducia’: continueremo ad avere pochi suini e il prezzo si dovrebbe mantenere su livelli positivi. I fattori che hanno portato alla diminuzione dei capi parte da lontano, con qualche problema sanitario a livello europeo e allo scoramento che nel 2022 ha colpito gli Allevatori, per le difficoltà legate alle siccità e al boom dei prezzi dei cereali, che hanno esercitato forti pressioni sui produttori”.

Una minore disponibilità di suini alleggerirà anche i numeri delle grandi DOP dei salumi, a partire dal Prosciutto di Parma. “Ciò significa che l’offerta non eccederà la domanda di cosce – ipotizza Bompieri – mantenendo il prezzo elevato e aprendo ulteriormente all’incognita consumi. Quali saranno le conseguenze sulle vendite al dettaglio?”.

L’export di prosciutti resta una strada privilegiata, in particolare nei mercati a maggiore capacità di spesa e più maturi per apprezzare la qualità del made in Italy. “Ci sono potenzialità interessanti, bisognerà spingere con pubblicità e campagne di comunicazione”, avverte Bompieri.

Fra i costi di produzione, pesano le quotazioni elevate della Soia, più che i cereali, che sembrano essere stazionari. L’auspicio è che “nel 2024 l’agricoltura trovi adeguato sostegno, perché una Nazione forte si regge anche su un’agricoltura solida”.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi €/kg
TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi €/kg