Di: Elisa Donegatti
A partire dal prossimo Luglio l’Unione Europea introdurrà nuovi dazi su Fertilizzanti e Prodotti Agricoli provenienti da Russia e Bielorussia. La misura mira a colpire economicamente Mosca, riducendo le entrate che potrebbero finanziare la guerra in Ucraina, e allo stesso tempo diminuire la dipendenza dell’UE.
I dazi interesseranno complessivamente oltre cento categorie di prodotti, tra cui Zucchero, Farine, Latticini e soprattutto Fertilizzanti a base di Azoto e Urea. In quest’ultimo caso, la tariffa salirà gradualmente fino a 430 euro per tonnellata entro il 2028, rendendo i prodotti russi e bielorussi praticamente non competitivi sul mercato europeo.
La decisione ha raccolto ampio sostegno politico, ma suscita forti preoccupazioni nel mondo agricolo. Le associazioni di categoria temono un’impennata dei costi di produzione e una maggiore vulnerabilità degli agricoltori europei. Per attenuare gli effetti negativi, la Commissione ha previsto un sistema di monitoraggio dei prezzi e la possibilità di sospendere i dazi in caso di emergenza, favorendo al contempo l’importazione di Fertilizzanti da altri Paesi.
Le preoccupazioni del settore trovano fondamento nei dati più recenti: nel primo trimestre del 2025 le importazioni di Fertilizzanti da paesi terzi sono cresciute del 12,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, le importazioni dalla Russia hanno nuovamente preso forza, con un volume pari a 1.534.000 di tonnellate solo tra Gennaio e Marzo, confermando il ruolo ancora dominante di Mosca nel mercato europeo nonostante le tensioni geopolitiche. Anche gli acquisti dall’Egitto, secondo fornitore dell’UE-27 e storicamente vicino alla Federazione Russa, sono aumentati rispetto al primo trimestre del 2024. Questo incremento dell’import rappresenta un paradosso per le politiche di autonomia strategica, evidenziando quanto sia ancora radicata la dipendenza europea da alcuni fornitori extra-UE, proprio nel momento in cui si preparano barriere tariffarie che rischiano di colpire direttamente la sostenibilità economica delle aziende agricole.
Questa mossa segna un passo importante verso una maggiore autonomia strategica dell’UE, ma pone anche una sfida concreta: bilanciare le esigenze geopolitiche con la sostenibilità economica dell’agricoltura europea.