Di: Elisa Donegatti
Le importazioni verso la Cina di Mais e quelle di Soia stanno seguendo traiettorie opposte, con implicazioni rilevanti per i flussi e i prezzi globali.
Nei primi cinque mesi del 2025, le importazioni cinesi di Mais sono crollate del 94% rispetto allo stesso periodo del 2024, scendendo sotto le 630.000 tonnellate. La Cina sta puntando all’autosufficienza, attingendo alle ingenti scorte interne (stimati 181 milioni di ton per la campagna 2025-26) e sostenendo la produzione domestica. Questo ha portato ad una diminuzione dei prezzi medi all’importazione: dai picchi di oltre 420 $/ton tra fine 2022 e inizio 2023, si è scesi attorno a 258 $/ton, mentre la domanda cinese di Mais estero rimane debole. Le importazioni dagli Stati Uniti si sono ridotte drasticamente, mentre gli acquisti sono stati spostati (in piccola parte) verso fornitori alternativi come Brasile e Ucraina.
Per i maiscoltori italiani, questo scenario può tradursi in pressioni ribassiste sui mercati internazionali, in un contesto già critico per i margini, dato che i costi produttivi sono alti.
Situazione opposta per la Soia: solo a Maggio 2025 le importazioni verso la Cina sono aumentate del 36% su base annua. Pechino sta rafforzando i legami con il Brasile, che grazie a logistica dedicata e continuità di fornitura ha quasi monopolizzato le esportazioni verso il mercato cinese, sostituendosi agli Stati Uniti anche nei periodi dell’anno dove generalmente l’offerta Brasiliana era inferiore per stagionalità. L’aumento delle importazioni è avvenuto a fronte di un calo del prezzo medio: dai 700 $/ton di metà 2022 si è infatti passati a circa 439 $/ton nel 2025, rendendo l’approvvigionamento economicamente più sostenibile.
Per le filiere allevatoriali italiane, questo si può tradurre in costi di approvvigionamento più bassi per le Imprese mangimistiche, ma anche nella necessità di confrontarsi con fornitori esteri sempre più competitivi e organizzati, in particolare dal Sud America.
La Cina sta quindi perseguendo due obiettivi distinti: autosufficienza nel Mais da un lato, approvvigionamento di Soia dal Sud America a prezzi moderati dall’altro. Una strategia che condiziona le rotte globali e che i produttori italiani dovrebbero considerare con attenzione nelle prossime scelte agronomiche e commerciali.