Una lattazione ed un parto all’anno non sono più un paradigma. Infatti, secondo i risultati di una ricerca danese, meno parti e lattazioni estese a 500 giorni darebbero più vantaggi. La ricerca è il risultato del progetto “REPROLAC – Extended lactation in dairy production in favor of climate, animal welfare and productivity” che associa l’università di Aarhus ad Arla con l’INRA francese e singoli allevatori, per un finanziamento di 2,4 milioni di €.
Prolungando di sei mesi la lattazione, si possono ottenere effetti positivi su produttività, benessere animale ed impatto ambientale contenendo le emissioni di gas effetto serra (GHG) e riducendo in modo significativo la quantità di alimento per kg di latte prodotto. Inoltre, contrariamente a quanto comunemente asserito negli studi precedenti che comunque rimontano a diverso tempo fa e non tengono in considerazione le moderne tecniche di allevamento, la qualità del latte non ne risentirebbe.
A fronte di una ridotta produzione, il prolungamento della lattazione comporta un aumento dei tenori di proteine e grasso nel latte, con effetti positivi sulla trasformazione casearia. All’analisi sensoriale, il latte risulta più cremoso, ma non presenta alterazioni nel sapore e nell’aroma come precedentemente ritenuto.
Fonte: Aarhus University