Come interpretare il non quotato alla CUN Tagli Freschi di Venerdì 24 maggio?
Rudy Milani, Allevatore e referente della Federazione nazionale di prodotto Suini di Confagricoltura, offre la propria interpretazione. “La Filiera è alle prese con un aumento generalizzato dei costi di produzione a tutti i livelli – analizza Milani -. I costi di produzione si mantengono elevati, i costi fissi sono cresciuti. Vale per l’allevamento e, appunto, vale anche per gli altri anelli della catena di approvvigionamento.
Il non quotato di Venerdì 24 maggio in CUN non è altro che il tentativo di richiamare l’attenzione su una situazione complessivamente tesa e credo che non vi siano alternative al fatto che, per poter stare a galla, bisogna ad ogni passaggio pagare qualcosa di più, maiale compreso”.
I costi di produzione, aumentati anche in stalla, “sono arrivati a livelli impensabili solo qualche anno fa”, calcola Rudy Milani.
E poi si assiste al paradosso nel segmento dei Suinetti, che possono contare, grazie a una mancanza di materia prima, su quotazioni remunerative. “Nonostante oggi gli allevatori di suinetti stiano guadagnando, le Scrofaie continuano a chiudere, a conferma di una crisi innescata da diversi fattori e che a volte il prezzo da solo non basta per invertire – invita a riflettere il referente nazionale per la suinicoltura di Confagri -.
Siamo di fronte a una mancanza di reperibilità di manodopera professionale, a questioni sanitarie aperte, come la PRRS, che sta facendo danni su scala europea, dobbiamo come Allevatori fronteggiare anche l’incertezza sul piano normativo, fra benessere animale e legislazioni ambientali.
Su tutto, poi, si stende il manto nero della PSA, che è un moltiplicatore di incognite e il problema più grande che abbiamo non solo come Allevatori, ma come Filiera”.