Pecore e capre per diversificare la produzione di latte in Nuova Zelanda
8 Aprile 2016

L’allevamento della Nuova Zelanda era noto per le pecore da cui ottenere carne e lana. Poi si è imposto quello bovino, che ha fatto del paese oceanico il più grande esportatore mondiale di latte. Così la produzione di latte ovino, pur presente dagli anni ’70, è rimasta del tutto marginale.

Negli ultimi anni però, la pesantezza del mercato dairy ma anche notevoli problemi di sostenibilità ambientale, come ad esempio il livello di nitrati nel terreno, hanno riportato alla ribalta l’interesse per l’allevamento di pecore da latte, ma anche di capre.

Oggi in Nuova Zelanda vengono munte circa 35 mila pecore e 50 mila capre, ma i numeri e gli investimenti  sono in crescita con lo scopo di ottenere polveri di latte specialmente adatte per le farine lattee infantili, da esportare verso i mercati asiatici. In altri termini, con la diversificazione da vacche a pecore o capre, si intende sfruttare una diversificazione produttiva per ottenere prodotti ad alto valore aggiunto richiesti dai mercati in diversi paesi.

Si tratta di allevamenti intensivi,  con  una alimentazione basata su insilati d’erba. Una stalla con tremila pecore da latte adotta una sala di mungitura a giostra di 80 posti, che permettere di mungere tutti gli animali in 3 ore, per due volte al giorno. Questo tipo di aziende  sono in espansione, perché possono rispondere alla  necessità di diversificare le produzioni per assicurare una stabilità all’attività agricola.

Ancora però non si parla di formaggi ovini e caprini, di cui l’Italia ed i Paesi europei restano i riferimenti assoluti.

CLAL.it - Italia: Principali Paesi Acquirenti di Pecorino e fiore sardo
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Fonte: Radio New Zealand

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Pubblicato da

Leo Bertozzi

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

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