Capitale sociale e certificazione: il Veneto verso la Sostenibilità [VIDEO]
15 Marzo 2018

Il settore lattiero-caseario Veneto ha intrapreso un percorso di Sostenibilità, e vuole comunicarlo.

Da questo presupposto scaturisce l’incontro di mercoledì 7 Febbraio 2018 organizzato da CLAL / TESEO e CSQA. Allevatori, cooperative ed imprese industriali veneti si riuniscono presso Latterie VicentineBressanvido (Vicenza) per parlare di Sostenibilità, con un interlocutore d’eccezione a chiudere la filiera: la grande distribuzione.

Aprono i lavori Alessandro Mocellin, Presidente di Latterie Vicentine S.C.A. che ha ospitato l’evento nella propria sede, ed Angelo Rossi, Fondatore di CLAL.it e TESEO.

Introduce i temi della mattinata Luigino Disegna, Presidente del CSQA, che pone l’accento sull’immediata necessità, da parte delle imprese del settore, di intraprendere un percorso realistico ed oggettivo, quindi misurabile e dimostrabile, per rendere evidente ciò che viene fatto in termini di Sostenibilità:

[Sostenibilità:] stiamo parlando di un’utopia? No, io dico: stiamo parlando adesso di un prerequisito.

Le presentazioni iniziano con  Maria Chiara Ferrarese, Vice Direttore – CSQA, la quale illustra standard e certificazioni a supporto di una Sostenibilità efficace ed oggettiva. Portando l’esempio dell’olio extra-vergine, Maria Chiara auspica un lavoro collettivo della filiera lattiero-casearia:

Lavorare insieme per arrivare come Paese Italia ad uno standard da proporre all’esterno.

Interessante ed originale la presentazione di Aldo Galbusera, Cheese Marketing Manager EMEA Food Care – Sealed Air, che verte sullo spreco alimentare e sul ruolo che il confezionamento ha nella prevenzione di tale spreco.

Seguono cinque imprese lattiero-casearie che raccontano in prima persona le buone pratiche di Sostenibilità attuate in Veneto:

Luca Maroso, Responsabile Qualità – Latterie Vicentine S.C.A.

Alessandro Lazzarin, Responsabile Produzione – Latteria Montello S.P.A.

Emiliano Feller, Specialista in Scienza dell’alimentazione – Centrale del Latte di Vicenza S.P.A.

Mario Dalla Riva, Marketing Manager – Latteria Soligo S.C.A.

Tatiana Dallo, Responsabile Produzione – Lattebusche S.C.A.

L’ultima presentazione, di più ampio respiro, è di Leonardo Becchetti, Economista e Professore all’Università di Roma Tor Vergata. Becchetti illustra come i mercati finanziari abbiano “votato per la Sostenibilità”, premiando fortemente le imprese attive su questi temi.
Tra gli SDGs, gli obiettivi dell’ONU per lo sviluppo sostenibile, viene evidenziata una grande novità: la collaborazione con la cittadinanza attiva e con le imprese.
La sfida della Sostenibilità come può essere affrontata dalle imprese? “Il produttore deve cercare di diversificare, di innovare ed estrarre la massima disponibilità dai consumatori capendone i gusti.”
Becchetti ha poi individuato un segnale positivo, ovvero una nuova generazione di imprenditori che oltre al profitto vogliono avere un impatto:

C’è questo desiderio, oltre a far soldi, di fare e lasciare qualcosa di utile per il proprio territorio.

Viene dato rilievo ai due nuovi e crescenti temi della sostenibilità sociale e della sostenibilità fiscale, illustrando il grande valore del capitale sociale (cioè la cooperazione: l’unione fa la forza) e come questo capitale si può creare.

La capacità di mettersi insieme e la cooperazione sono le variabili di sopravvivenza di questo settore.

Il Prof. Becchetti conclude con l’augurio che il settore possa continuare a creare capitale sociale.

Le presentazioni sono state intervallate dai contributi di diversi attori della filiera lattiero-casearia e da imprese che offrono tecnologia e servizi:

È inoltre intervenuto Giorgio Garofolo, il Filosofo che ha dato la prima scintilla al progetto Sostenibilità in TESEO ed ha curato i contenuti della sezione Acqua del progetto Acqua&Energia.

Gli spunti sono tanti ed innescano un dibattito composto di molti brevi commenti, all’insegna della pluralità dei punti di vista. Hanno condiviso le proprie idee:

  • Flavio Furlani, CIA
  • Lorenzo Brugnera, Presidente di Latteria Soligo S.C.A.
  • Augusto GuerrieroPresidente di Lattebusche
  • Piercristiano BrazzaleBrazzale Spa e Responsabile Ambiente di FIL-IDF 
  • Mauro TonioloProprietario del Caseificio TONIOLO
  • Manuel Lugli, Allevatore conferente a Latteria Sociale Mantova
  • Francesco Pagiusco, Allevatore  conferente a Latterie Vicentine
  • Vincenzo Giuliani, CONAD
  • Claudio Truzzi, METRO
  • Fabio Ungarelli, COOP Italia
  • Fabrizio Stella, AVEPA
  • Alberto Negro, Veneto Agricoltura

La mattinata termina con le conclusioni di Alberto Andriolo, Direzione Agroalimentare Regione del Veneto, ed a seguire un ottimo buffet accompagna il proseguimento del dibattito.

Consulta le presentazioni dei relatori e delle imprese venete >

Scopri le interviste a fine evento (a cura di Matteo Bernardelli):

Formaggio Asiago: scelte partecipate e produttori responsabilizzati
5 Aprile 2016

Andrea Trentin
Thiene, Vicenza – ITALIA

L'allevatore Andrea Trentin
L’allevatore Andrea Trentin

Azienda Agricola Trentin Carlo
Capi allevati: 150 | 80 in lattazione.
Ettari coltivati 50.
Destinazione del latte: Grana Padano DOP, Asiago DOP, Latte Alimentare (Latterie Vicentine).

Andrea Trentin, 35 anni, è un allevatore di Thiene (Vicenza). Alleva 150 capi, dei quali 80 in lattazione e coltiva 50 ettari, due terzi dei quali a prato stabile e un terzo a cereali, in rotazione fra mais, orzo ed erba medica.
Il latte è conferito alla cooperativa Latterie Vicentine, di cui Trentin è vicepresidente, ed è certificato per una triplice destinazione: Grana Padano, Asiago e latte alimentare di alta qualità.

Partiamo dalla cronaca: il Consorzio di tutela dell’Asiago nei giorni scorsi ha bloccato un falso su Amazon. Qual è il suo commento?

“È evidente che internet è uno strumento che tanto è utile come volano di vendita quanto è rischioso. Va monitorato e usato con estrema serietà, perché purtroppo le potenzialità sono uguali sia per chi produce che per chi froda. Ma penso che internet rimanga un’opportunità da sfruttare per vendere”.

Restiamo ancora sul Consorzio dell’Asiago: come commenta la crescita in questi anni?

“La crescita è figlia di un piano di regolamentazione dell’offerta di cui si è dotato il Consorzio, finalizzato non alla riduzione della produzione, ma alla valorizzazione del formaggio Asiago, spiegando che è un prodotto unico, non surrogabile o duplicabile altrove”.

Anche l’export è cresciuto.

“Sì, le performance sono positive. Ci sono amplissimi spazi di crescita, perché ad oggi ci sono ancora piccoli caseifici non organizzati, che potrebbero mettersi in rete e aumentare le esportazioni. E poi, accanto al piano produttivo in questi anni il Consorzio dell’Asiago ha puntato a responsabilizzare i produttori, che vivono in maniera più attiva le scelte consortili, molto più partecipate”.

Quali sono i Paesi nel mirino dell’export?

“Da un lato potremmo dire che i Paesi nel mirino sono tutti, perché siamo poco conosciuti all’estero e le potenzialità sono ovunque. La sensazione è che ci sarà più spazio in quantità in Paesi che consumano già formaggi. Potrebbe essere meno impattante crescere in Paesi vicini a noi, dove il consumo pro capite è più alto. Ma anche nei Paesi dove siamo già apprezzati è bene insistere, perché più ti allontani più diventa oneroso per un prodotto che non è strutturato per l’export”.

Guardando alla sua azienda agricola, qual è la prima voce di costo dell’azienda?

“Il costo alimentare, che incide per 18 centesimi al litro su un prezzo totale di vendita di 36 centesimi. Quindi incide per un 50%, almeno nel mio caso. Nella nostra azienda stiamo molto attenti ai costi dell’alimentazione e agli acquisti delle materie prime necessarie per le bovine. In questa fase, ad esempio, abbiamo strutturato la superficie coltivata per produrre più fieno del nostro fabbisogno, mentre la quantità necessaria di cereali la acquistiamo. Siamo in una zona in cui dobbiamo avere terreni sufficienti per smaltire i reflui zootecnici”.

Quali potrebbero essere i costi comprimibili?

“Uno dei costi che potrebbero essere ridotti è l’energia. Il fotovoltaico è una strada da percorrere, ma oggi è troppo oneroso per l’azienda, almeno in questa fase di mercato. Di certo noi ci siamo orientati, mano a mano che è necessario, ad acquistare macchine e attrezzature a basso assorbimento di potenza. È una caratteristica che osserviamo, prima di comprare qualcosa di utile per l’azienda. È stato così, ad esempio, per i ventilatori delle stalle: abbiamo abbattuto del 70% il consumo, che in termini assoluti incide nei periodi estivi per il 25% dei costi energetici.

Prossimamente installeremo dei pannelli solari termici per riscaldare l’acqua di abbeverata e il latte per i vitelli. Abbiamo già installato pannelli destinati al recupero del calore.

I costi aziendali si riducono anche scegliendo accuratamente le colture. Per il mais, ad esempio, scegliamo colture a ciclo brevissimo, per ridurre il fabbisogno idrico e il rischio aflatossine”.

Oltre a lei quanti lavorano in azienda?

“Due persone fisse per la mungitura, la preparazione degli alimenti e le cuccette; il papà è pensionato, ma dà un aiuto nelle fasi di mungitura. Io invece mi occupo di fecondazioni artificiali, piani di accoppiamento, gestione aziendale anche sui versanti economico e burocratico. Fra l’altro sono vicepresidente della Latterie Vicentine e sono nel consiglio direttivo del Consorzio di Tutela dell’Asiago”.

Azienda Agricola Trentin Carlo

Azienda Agricola Trentin Carlo