La Danimarca si è posta l’ambizioso obiettivo climatico di ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 del 70% rispetto ai livelli del 1990, valore ben superiore al limite vincolante minimo del 55% indicato dall’Unione Europea. Secondo il nuovo governo danese (di larga coalizione) insediatosi lo scorso dicembre, per raggiungere tale obiettivo diventa fondamentale introdurre una tassa sulle emissioni agricole ed il Consiglio danese per il clima, organo consultivo ufficiale del governo, propone di applicare una Carbon tax di 750 corone (101 Euro) per tonnellata di latte e di carne bovina. Una tassa sulle emissioni dei bovini incentiverebbe gli allevatori a passare alle coltivazioni agricole, erbacee od arboree, ma anche ad aumentare la produzione di carne suina, attività queste che emettono meno gas serra del bestiame bovino. La tassa di 750 corone per tonnellata sarebbe simile al livello applicato agli altri settori ritenuti essere ad alto impatto di emissioni in atmosfera, misura approvata dal Parlamento nel giugno dello scorso anno, e potrebbe ridurre i gas serra di 3,7 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030, inducendo un taglio del 45% di emissioni rispetto al livello del 1990.
È necessario studiare soluzioni tecniche alternative
Secondo i dati di Statistics Denmark, il settore agricolo rappresenta il 28% delle emissioni di gas climalteranti e se non verranno introdotte nuove politiche, la situazione peggiorerebbe e nel 2030 potrebbe arrivare ad essere responsabile di circa il 40% delle emissioni di metano. Ovviamente le associazioni agricole hanno stigmatizzato questa prospettiva, avvertendo che una simile tassa sull’agricoltura porterebbe a un’ondata di chiusure e fallimenti. Secondo il Danish Agriculture & Food Council, una tassa del genere farebbe perdere posti di lavoro ed impedirebbe alla Danimarca di sviluppare soluzioni che possono davvero fare la differenza per il clima. Il comparto zootecnico bovino dovrebbe studiare soluzioni tecniche alternative alla semplice tassazione, come gli additivi nell’alimentazione che potrebbero ridurre del 25-30% la quantità di metano rilasciata dalle vacche.
La Danimarca sarebbe così il secondo Paese al mondo a introdurre una tassa di questo tipo, dopo che la Nuova Zelanda ha annunciato di voler imporre a partire dal 2025 un “prezzo” sui gas serra agricoli, metano ed ossido d’azoto in primo luogo.
Comunque, anche le imprese si muovono in tal senso: Danone a gennaio ha dichiarato che intende arrivare entro il 2030 a tagliare del 30% le emissioni di metano generate dalla produzione di latte ed Arla Foods, la cooperativa danese-svedese, ha lanciato il progetto sostenibilità per indurre gli allevatori a ridurre l’impronta di carbonio pagandoli con delle credenziali verdi basate su indicatori quali uso di fertilizzanti, biodiversità, energie rinnovabili, mangimi green.
Fonte: euronews