Nuovi equilibri per l’export USA
15 Gennaio 2024

Di: Mirco De Vincenzi ed Ester Venturelli

L’export USA di Mais ha risentito della posizione più competitiva del Brasile e i nuovi accordi commerciali di quest’ultimo. Infatti, la domanda della Cina (primo importatore nel 2022) per il Mais Statunitense è diminuita del 64,7% (9,5 Mio Ton) tra Gennaio e Novembre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022. Oltre alla Cina, tra i principali acquirenti, sono diminuite le vendite verso Giappone, Canada e Corea del Sud.

Tuttavia, a queste riduzioni è corrisposto un aumento della domanda dal Messico, che è ora il primo acquirente e la cui domanda è cresciuta di 2,5 Mio Ton, supportata dalla diminuzione del 40% delle produzioni locali. La forte domanda Messicana ha permesso agli USA di vendere ad un prezzo medio unitario di 0,30$/Kg, superiore rispetto agli altri principali acquirenti.

Il Messico guadagna posizioni anche nel trade USA dei prodotti lattiero-caseari. In contrasto ad un calo generalizzato dell’export dairy USA, aumentano le vendite al Messico di quasi tutti i prodotti principali. Infatti, tra Gennaio e Novembre 2023, verso il Messico sono state spedite circa 58.000 tonnellate in più di SMP e 23.000 Tonnellate in più di Formaggi, rispetto allo stesso periodo del 2022. 

L’aumento dell’import del Messico compensa in parte il rallentamento della domanda dal Sud-est Asiatico (inclusa la Cina) che registra un calo complessivo del -27%, nonostante, rispetto al 2022, i prezzi si siano sensibilmente ridimensionati. In particolare cresce la domanda da parte del Messico di SMP (+17,7%) e Formaggi (+20,3%), ma anche Polvere di Siero (+7,4%). 

L’aumento degli acquisti da parte del Messico trova ragione nel buon andamento dell’economia messicana e nel rafforzamento del Peso rispetto al dollaro. Nei prossimi mesi, la domanda stimolerà la produzione locale, ma è plausibile che l’import messicano di prodotti lattiero-caseari cresca anche nel 2024.

USA, Canada e Messico: un mercato libero può essere anche equo?
30 Ottobre 2019

Gli allevatori canadesi riescono ad investire grazie ad un prezzo del latte remunerativo

Nonostante l’accordo NAFTA, in futuro USMCA (United States-Mexico-Canada Agreement), che liberalizza gli scambi commerciali, il prezzo del latte è completamente diverso: remunerativo per gli allevatori canadesi, insoddisfacente per quelli statunitensi, critico per i messicani. 

In Canada lo stretto regime di quote latte e le barriere all’importazione hanno assicurato stabilità dei prezzi e margini che permettono agli allevatori di continuare ad investire adottando le tecnologie più innovative. 

Competizione insostenibile per il Messico nei confronti degli USA

In Messico, invece, il prezzo non copre i costi e gli alti interessi non permettono di fare investimenti; i prodotti di imitazione ottenuti partendo dalle polveri di latte e siero importate dagli USA esercitano una competizione insostenibile, che porta gli allevatori alla bancarotta. Il Paese non è autosufficiente in latte ed assorbe la metà dell’export USA di latte in polvere ed il 28% di formaggio. 

Anche il Canada importa latte e derivati dagli USA, ma con una quantità contingentata ed i prodotti importati fuori quota pagano dazi altissimi, pari al 245% del valore sul formaggio ed al 298% sul burro.

Gli allevatori del Wisconsin si trovano esattamente nel mezzo di queste due realtà: esportano molto in Messico, ma vorrebbero esportare di più in Canada; sono in un contesto di mercato libero, ma non riescono a stare al passo con gli investimenti. 

In Messico i consumatori sono stati avvantaggiati rispetto ai produttori dall’apertura del mercato, beneficiando così dei bassi prezzi dei prodotti importati, mentre in Canada l’equilibrio è ancora dalla parte dei produttori.

Dunque tre grandi Paesi, con tre realtà diverse, sia socialmente che economicamente: in che modo un mercato libero potrà risultare anche equo?

TESEO.clal.it - Il tasso di autosufficienza latte del Messico è di 76,6%
TESEO.clal.it – Il tasso di autosufficienza latte del Messico è di 76,6%

Fonte: edairynews

Latte e bovini: il legame tra USA e Messico
4 Ottobre 2016

Il Messico è la prima destinazione dell’export USA per latte e derivati, con un valore pari a 1,3 miliardi di dollari nel 2015 rispetto ai $182 milioni del 1994, anno in cui è entrato in vigore l’accordo di libero scambio (NAFTA) fra i due paesi. Anche le importazioni statunitensi sono aumentate passando nello stesso periodo da 3 milioni di dollari ai $114 milioni attuali.

Messico - Export di Bovini: principali acquirentiGli USA sono poi la prima destinazione per l’export messicano di bovini, pari a 211 mila capi nel periodo gennaio-giugno 2016, rispetto ad un import di 8200 capi. I due mercati sono dunque interconnessi: il Messico è strategico per l’export USA di latte, mentre questi lo sono per l’export messicano di bovini.

Per facilitare ulteriormente gli scambi commerciali e favorire produzioni e consumi in entrambi i paesi, USA e Messico hanno recentemente sottoscritto un memorandum d’intesa. Tale accordo però è anche mirato a proteggere quest’area commerciale. Un esempio è la forte contrapposizione verso la politica UE sulle Indicazioni Geografiche, tema caldo dei negoziati TTIP.

CLAL.it - Stati Uniti: export di latte e derivati in equivalente latte (ME)
CLAL.it – Stati Uniti: export di latte e derivati in equivalente latte (ME)

Fonte: TESEO, Dairyreporter

In crescita l’export USA di animali da latte
28 Gennaio 2015

Il mese di novembre 2014 ha fatto registrare, con 2.388 capi venduti, il secondo maggiore dato semestrale di vendite all’estero per vacche da latte. Questo è stato determinato dagli acquisti da parte della Russia che è tornata in modo significativo ad affacciarsi sul mercato internazionale dopo due mesi di assenza, importando 1.300 capi e divenendo così il primo paese di destinazione, seguita dal Messico che a novembre ha importato 818 capi e dal Canada che ne ha importati 143.

Il valore totale di tali esportazioni è pari a 4,7 milioni di Dollari.

Si calcola che negli undici mesi del 2014 gli USA abbiano esportato 31.300 vacche da latte, con un notevole calo rispetto all’anno precedente, ma anche il livello più basso dal 2009. L’elevato prezzo del latte dello scorso anno può spiegare questo andamento.

Su base annuale, il Messico resta la prima destinazione per la vendita di vacche da latte con 12.366 capi, seguito dalla Russia con 9.809 capi.

Per facilitare l’esportazione di bestiame USA, bovini, suini e ovi-caprini, è stata decisa la realizzazione per il 2016 di uno specifico terminal cargo all’aeroporto Kennedy di New York, che opererà 24 ore ogni giorno ed avrà tutte le strutture di controllo, ricovero e sosta conseguenti alle operazioni di carico e scarico degli animali.