Il riscaldamento globale, con le criticità del clima che determinano fenomeni sempre più estremi, siccità ed inondazioni, nelle regioni più vulnerabili e fra le fasce di popolazione più povere, produce anche situazioni di malnutrizione.
Questa constatazione è stata resa evidente da uno studio condotto in Brasile sulla correlazione fra esposizione alla siccità e ricoveri ospedalieri non solo a causa della mancanza di acqua e cibo, ma anche per gli effetti negativi del calore sulla fisiologia dell’organismo umano come capacità digestiva ed equilibrio dei liquidi e degli elettroliti corporei.
Esaminando i dati tra il 2000 ed il 2015 dei ricoveri da malnutrizione avvenuti nei periodi più caldi dell’anno, è stato osservato che il 15,6% dei casi poteva essere associato all’esposizione a temperature ambientali eccessive. Le persone più vulnerabili sono state i bambini, i giovani e gli anziani. I ricoveri da malnutrizione sono aumentati del 2.5% per ogni 1°C di aumento della temperatura giornaliera durante la stagione calda. Nel periodo osservato, la media delle temperature è aumentata di 1,1 °C e la percentuale di ricoveri da malnutrizione attribuibili a caldo eccessivo, è passata dal 14,1% nel 2000 al 17,5% nel 2015.
Questo ci dice che le strategie per affrontare gli effetti del cambiamento climatico debbono riguardare non solo i sistemi alimentari, acqua e cibo, ma anche la prevenzione della esposizione ai sempre più frequenti picchi di calore, in particolare per quanto riguarda bimbi, giovani ed anziani.
Se non si affronta con urgenza il tema del degrado ambientale, unitamente al degrado umano, saranno guai non solo per la salute ma per la convivenza civile.
Fonte: Plos Journals