Contenere le spese in una importante realtà Siciliana [intervista]
22 Febbraio 2022

Giovanni Campo – Produttore Latte

Giovanni Campo
Ragusa, Sicilia – ITALIA

Capi allevati: 370, di cui 170 in lattazione
Destinazione del Latte: latte alimentare e formaggi

“Qui da noi stanno chiudendo un mare di aziende. Con un gruppo di allevatori stiamo cercando di ragionare per trovare una formula adeguata di indicizzazione del prezzo del latte, perché o si riesce a dare il giusto valore alla materia prima oppure, in una fase in cui materie prime, mangimi ed energia sono schizzati alle stelle, non sappiamo come fare. Molti giovani che si erano avvicinati al nostro mondo si sono scoraggiati e hanno abbandonato. Siamo molto preoccupati della situazione”.

Mantiene la calma mentre parla, Giovanni Campo, allevatore di Ragusa con 370 capi di razza Frisona (dei quali 170 in lattazione, con una produzione media di 37 chili di latte per capo al giorno) e 172 ettari coltivati tra proprietà e affitto, ma la situazione che descrive è lo specchio di un settore che si sta sfilacciando sotto il peso di costi di produzione che stanno mandando fuori giri le aziende agricole e, dato il costo dell’energia, stanno colpendo anche chi si occupa di trasformazione.

Giovanni Campo lavora nell’azienda di famiglia insieme al fratello Aldo, al figlio Samuele e due dipendenti e sta cercando, naturalmente, di contenere le spese. “Stiamo riducendo la rimonta, stiamo fecondando molto con il seme di tori da carne, qualche piccolo ritocco alla razione alimentare, che fortunatamente utilizzando molto foraggio è già performante in equilibrio con i costi”.

Quale potrebbe essere un prezzo più rispondente ai rincari che avete dovuto fronteggiare?

“Calcolatrice alla mano, non dico che dovremmo arrivare a prendere 50 centesimi al litro di base, ma quasi. Solo nel mese di gennaio il rincaro degli alimenti proteici ha pesato per almeno 2-3 centesimi al litro e non oso quantificare l’energia. Siamo in difficoltà e siamo preoccupati, perché anche se alcuni mangimifici ci stanno concedendo qualche dilazione di pagamento, non sappiamo quanto durerà l’ondata dei rincari, oltre all’incertezza della pandemia”.

Quanto ha pesato la pandemia?

“In un primo momento poco, ora pesa moltissimo. Non si può lavorare così e penso che l’industria stia soffrendo anche più di noi in questa fase, perché deve fare i conti con molte assenze in termini di manodopera e, oltretutto, ha a che fare con la distribuzione che, non potendo più di tanto ritoccare i prezzi al consumo per non rischiare la paralisi delle vendite, non rivede i contratti di fornitura con cooperative e industria”.

Avete energie rinnovabili?

“Abbiamo un piccolo impianto fotovoltaico in un’azienda vicina alla nostra sede principale, ma non dove abbiamo la base operativa. Stiamo valutando di installare sui tetti delle stalle un impianto fotovoltaico di circa 100 kw”.

Che investimenti avete pianificato in futuro?

“Abbiamo in programma l’ampliamento della stalla con l’installazione di due robot di mungitura e abbiamo previsto di costruire una stalla per le manze, che attualmente sono distaccate da dove siamo noi. Ma i prezzi per la realizzazione sono triplicati e abbiamo per ora sospeso gli interventi”.

Come coltivate i vostri terreni?

“Per la maggior parte sono coltivati a prato, dove riusciamo al massimo a fare uno sfalcio, poi seminiamo mais e frumento da foraggio d’inverno. I due sfalci ci vengono solamente nella parte irrigua. La mancanza d’acqua in alcuni periodi dell’anno e i cambiamenti climatici, che stanno concentrando le precipitazioni nei mesi autunnali, ci condizionano molto ed è un attimo compromettere una stagione e vedere che i costi vanno in tilt”.

Fate agricoltura di precisione?

“Non ancora, ma abbiamo acquistato un carro-botte con interratore, acquistato con la misura Agricoltura 4.0 e che ci consentirà di ditribuire i reflui zootecnici in base al fabbisogno del terreno”.

A chi conferite il latte?

“Consegniamo la materia prima alla cooperativa Progetto Natura, che in parte imbottiglia e trasforma e in parte conferisce a Lactalis, Zappalà e a qualche altro caseificio della zona”.

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Pubblicato da

Matteo Bernardelli

Giornalista. Ha scritto saggi di storia, comunicazione ed economia, i libri “A come… Agricoltura” e “L’alfabeto di Mantova”.