Nell’allevamento è ormai acquisito come essenziale il concetto di benessere animale, ovvero quella serie di pratiche che determinano una gestione ed un ambiente funzionale e propizio per ottenere produzioni ottimali da soggetti inseriti in un ambiente armonico, cioé sostenibile.
Diversi indici permettono di valutare il grado di benessere animale e di certificarlo in modo da trasmettere, lungo la filiera produttiva fino al consumatore, i parametri che dimostrano come i prodotti dell’allevamento rispondano a criteri etici.
In tutto questo però si rischia di dimenticare il fattore fondamentale: quello umano.
Relazioni umane sane influiscono positivamente sulla gestione degli animali.
Così come si può misurare il grado di rispetto ambientale o quello di benessere animale, è possibile misurare anche il grado di soddisfazione nei comportamenti e nelle relazioni fra le persone che operano nell’allevamento? I parametri per tale valutazione potrebbero includere il rispetto delle norme su salario e lavoro, la risoluzione dei conflitti, il rispetto delle persone e la prevenzione dei fenomeni di bullismo o discriminazione. Relazioni umane sane ed appropriate determinano un ambito di lavoro sereno e di conseguenza influiscono positivamente anche sulla gestione degli animali e sulle produzioni.
Questa presa di coscienza sull’importanza delle relazioni umane non può essere lasciata però alla sola spontaneità, ma dovrebbe poter essere valutata attraverso parametri ed indici almeno pari a quelli adottati per animali od ambiente. Anzi, le relazioni andrebbero messe al primo posto e da queste ne dovrebbero conseguire gli altri comportamenti.
Se l’allevatore acquisisce una chiara coscienza della propria attività e dimostra che svolge al meglio il proprio compito, riuscirà anche a rispondere nel migliore dei modi a quanti criticano le sue produzioni.
Il benessere, così come l’ecologia, deve avere una dimensione integrale, che nei rapporti umani non può prescindere dal coltivare le relazioni!
Fonte: Fonterra