Il prezzo del latte non mi interessa, la sfida è ridurre i costi
7 Marzo 2016

Tommaso Visca
Carmagnola, Torino – ITALIA

L’allevatore Tommaso Visca

Azienda Agricola Cascina Cervirola
Capi allevati: 400 | 175 in lattazione.
Ettari coltivati 60.
Destinazione del latte: Formaggi Freschi
(Gruppo Caseario Pugliese-Conrado).

Dai salesiani, dove ha studiato come geometra prima di entrare nell’azienda agricola di famiglia, Tommaso Visca da Cuneo ha appreso la caparbietà nel raggiungere l’obiettivo e la tenacia di un lavoro di squadra, che si è tradotta in una gestione collettiva dei mezzi agricoli.

Con 400 bovini allevati e 60 ettari coltivati, ha deciso di scommettere sulla sostenibilità. Partendo dal bilancio proteico.

“Le spese energetiche incidono per l’8-10% delle uscite totali, è importante razionalizzare anche quelle voci, ma la priorità va data alla produzione proteica in azienda, che pesa invece per il 40% del fatturato”, afferma Visca.

In che modo?

“Cerco di sostituire le fonti proteiche come la soia, che non coltivo, ma acquisto, con erba medica, che invece produco e che mi permette di fare rotazione nei campi, di fissare l’azoto e, di conseguenza, di acquistare meno concimi. Anche l’amido, che rappresenta la componente energetica della razione, lo compro, perché coltivarlo nei campi costa molto”.

Oggi come sono coltivati i 60 ettari dell’azienda?

“In questo momento ho 37 ettari a erba medica e sui restanti 23 coltivo loietto, dal quale ottengo una buona fibra per gli animali e una discreta fonte proteica. Poi coltivo mais in secondo raccolto”.

Qual è il suo obiettivo?

“Stare un passo davanti agli altri, in uno scenario in cui la competitività è la chiave per sopravvivere, in questa fase di prezzi del latte non proprio esaltanti”.

Partecipando al convegno al Bovimac di Gonzaga lei ha dichiarato che comunque il prezzo del latte non è il suo primo pensiero. È una affermazione abbastanza spiazzante. Conferma?

“Sì, mi rendo conto. Ma non sono interessato al prezzo del latte, perché è un parametro sul quale non posso incidere più di tanto. Lavoro per ridurre i costi di produzione e aggregare l’offerta, poi cerco di spuntare il miglior prezzo. Produrre in Italia costa di più rispetto agli altri Paesi perché abbiamo poco pascolo e aziende con poca terra, bisogna dunque trovare altre soluzioni per rimanere sul mercato”.

Lei presiede la cooperativa Light Service. Di che cosa si occupa?

“È una cooperativa che commercializza il latte ed è in fase di collocazione del prodotto che cerco di spuntare il migliore realizzo. Però Light Service ci permette di utilizzare in condivisione mezzi agricoli, attrezzature e servizi. Abbiamo acquistato attraverso la cooperativa, anche per avere i vantaggi fiscali previsti dalla legge, carri, botti, spandiletame, che vengono poi utilizzate dalle aziende socie. Fra queste, per le stalle, anche la macchina che solleva gli animali per operare il pareggio podale”.

In azienda lavora con suo padre Giovanni e suo fratello Valerio, di un anno più giovane. Come vi siete suddivisi i compiti?

“Io mi occupo di fertilità e di sviluppo dei nuovi progetti, anche confrontandomi con altre aziende; seguo inoltre i bandi del Psr e ogni opportunità legata ai contributi pubblici. Inoltre, mi occupo di fertilità delle bovine e delle fecondazioni, della parte sanitaria e dei trattamenti, della gestione della vitellaia e tengo i rapporti con il mungitore, che è indiano. Mio fratello invece si occupa di tutti gli aspetti legati all’alimentazione per l’allevamento, mentre mio papà si occupa della gestione dei campi”.

Vi servite di contoterzisti?

“Solo per la raccolta del mais, il resto lo facciamo direttamente noi”.

Azienda Agricola Cascina Cervirola

Tommaso Visca

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Pubblicato da

Matteo Bernardelli

Giornalista. Ha scritto saggi di storia, comunicazione ed economia, i libri “A come… Agricoltura” e “L’alfabeto di Mantova”.

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