L’agricoltura rigenerativa per contrastare il cambiamento climatico
3 Maggio 2018

L’aumento delle temperature registrato a partire dai primi decenni del secolo scorso ha avuto un’accelerazione negli anni 2000 rendendo sempre più evidente, in tutto il mondo, il fenomeno del cambiamento climatico.

La conferenza ONU sul clima di Parigi fissa nell’aumento di due gradi a fine secolo il punto di non ritorno per lo stravolgimento climatico. La parola d’ordine diventa dunque la riduzione delle emissioni carboniose ed il settore alimentare dovrebbe essere in prima linea per questo impegno, dato che la produzione di alimenti ha un grande peso nella emissione di gas effetto serra (GHG).

La società vuole alimenti ottenuti nel rispetto delle condizioni ambientali, mentre gli agricoltori si confrontano con avverse condizioni climatiche ed incertezza di mercato. Secondo le stime FAO, al settore dell’allevamento animale (deiezioni, produzione di alimenti, attività ruminale) sono imputabili il 14,5% del totale delle emissioni, la perdita di biodiversità, l’eutrofizzazione, l’uso inefficiente delle risorse. L’agricoltura però è anche l’unica attività che può captare l’anidride carbonica incorporandola nella massa dei prodotti ottenuti.

Dunque la domanda è: quali pratiche possono essere migliorate per ridurre l’impatto ambientale mantenendo il reddito delle imprese? Già le pratiche agronomiche tradizionali come la pacciamatura e la rotazione permettono di aumentare la captazione dell’anidride carbonica, ma sono le tecniche intelligenti (smart) che permettono di aumentare il potenziale naturale dell’attività produttiva.

Questo significa non solo catturare più carbonio dall’aria, ma anche aumentare la sostanza organica nel suolo, dunque la sua fertilità ed il minore ricorso ai concimi chimici. In altre parole, l’agricoltura può essere rigenerativa e per questo esiste già una specifica certificazione, che si basa su tre pilastri: fertilità del suolo, benessere animale, equità sociale.

L’agricoltura può dare un contributo sostanziale alla sostenibilità e dunque alla società in generale.

Ripartizione delle emissioni GHG (Green House Gas) da agricoltura


Fonte: Regeneration International, Farmers Weekly, IFOAM EU

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Pubblicato da

Leo Bertozzi

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.