Di: Marika De Vincenzi
Mentre il mercato dei suini grassi da macello segna nella seduta del 14 Dicembre un altro calo, i dati dell’export italiano di “Salsicce, salami e prodotti simili” segna a Settembre un avanzamento del 9,43% rispetto allo stesso periodo del 2022, con Germania e Francia a rappresentare le due destinazioni principali, in crescita rispettivamente del +16,85% e +28,89%, e con l’UE a rappresentare il 71% del market share. Risultati positivi anche per l’export di “Altre carni suine salate, secche o affumicate, incluso il prosciutto crudo disossato” verso gli Stati Uniti (+2,26%), che ha una quota complessiva di mercato del 22% e, insieme alla Francia (+1,90% le vendite tendenziali), costituisce il principale Paese di destinazione. Tale codice doganale, tuttavia, registra a Settembre un rallentamento delle esportazioni complessive, probabilmente a causa di un incremento medio dei prezzi unitari (+5,78%), che potrebbero aver spinto i principali paesi importatori a preferire altri fornitori.
I dati cumulati dell’export di carni suine (inclusi i salumi) nei primi nove mesi del 2023 restano sostanzialmente stabili in quantità (-1,32%), mentre in valore le performance sono positive e, grazie a un’accelerazione del +6,67% rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente, portano a superare quota 1,75 miliardi di euro.
Il rapporto fra export totale e macellazioni è aumentato negli ultimi mesi e ha raggiunto il 34,8%, vicino al 35,7% toccato nel luglio 2022.
In una fase in cui a livello mondiale vi sono movimenti e ristrutturazioni delle filiere suinicole, l’Italia dovrà continuare ad assicurare elevata qualità e tipicità delle produzioni, lavorando allo stesso tempo per migliorare la sostenibilità, l’export e i margini di guadagno per tutti gli anelli della catena di approvvigionamento.