L’obiettivo non dovrebbe essere la Sostenibilità
30 Giugno 2022

Dennis Meadows è stato coautore del rapporto “I limiti dello sviluppo” che il Massachusetts Institute of Technology pubblicò per conto del Club di Roma. Nel 50° anniversario di quella ricerca in cui venne presa in considerazione l’esigenza di uno sviluppo sostenibile, in una intervista a Le Monde il fisico americano ora 79enne constata come stiamo continuando a consumare più risorse di quante la terra ne possa rigenerare, siano esse combustibili fossili o terreni fertili.

Consumiamo 1,6 pianeti all’anno

Non a caso lo scorso 14 maggio è caduto il nostro Overshoot day, cioè la data di superamento delle risorse biologiche rigenerabili in un anno calcolata dal Global Footprint Network, che ha il compito di calcolare l’impronta ecologica di ogni paese sulla base dei consumi e dell’impatto ambientale delle loro attività.
Nella classifica dei paesi che inquinano e consumano di più c’è in testa il Qatar, che ha finito le proprie risorse il 10 Febbraio, seguito da Canada, gli Stati Uniti ed Emirati Arabi, mentre i più sostenibili risultano essere Jamaica, Ecuador, Indonesia, Cuba. Lo scorso anno l’Overshoot Day Mondiale è caduto il 29 Luglio. Questo significa che stiamo consumando l’equivalente di 1,6 pianeti all’anno, cifra che dovrebbe salire fino a due pianeti entro il 2030, il che è palesemente insostenibile.

Abbiamo forgiato una civiltà ad alta intensità energetica e materiale, con la ricerca di una crescita continua nel contesto limitato del nostro pianeta, in un evidente paradosso. Infatti, le risorse diventano più costose, la domanda aumenta e l’inquinamento pure. Sintomi di questa situazione sono  il cambiamento climatico, l’estinzione delle specie, l’aumento dei rifiuti di plastica. 

Il prodotto interno lordo (PIL) continua a crescere, ma è un buon indicatore del benessere umano? Le sue componenti cambiano, perché si tratta sempre più spesso di riparare i danni ambientali. Un tempo le persone si aspettavano di avere una vita migliore di quella dei loro genitori, ora pensano che i loro figli staranno peggio perché la società non produce più ricchezza reale. In tale prospettiva, anche il termine di sviluppo sostenibile diventa un ossimoro, dato che non possiamo avere una crescita fisica senza danneggiare il pianeta.

Serve il coraggio di risolvere i problemi a lungo termine

Quindi, secondo Meadows, i paesi devono passare alla dimensione qualitativa dello sviluppo, migliorando aspetti quali l’equità, la salute, l’istruzione, l’ambiente. Diventa imperativo avere il coraggio di iniziare a risolvere i problemi a lungo termine, come il cambiamento climatico, l’aumento dell’inquinamento o la disuguaglianza e per questo occorre anche un cambiamento nelle percezioni e nei valori personali

La soluzione non è solo la tecnologia, perché se gli obiettivi impliciti della società sono lo sfruttamento della natura, l’arricchimento delle élite o l’ignoranza del lungo termine, allora svilupperà le tecnologie per farlo. Ad esempio per ridurre la fame nel mondo occorre solo ridistribuire meglio il cibo che produciamo. Poi si impone una drastica riduzione del nostro fabbisogno energetico oltre che uscire dai combustibili fossili, aumentare l’efficienza energetica e sviluppare le energie rinnovabili. 

Invece della sostenibilità, l’obiettivo dovrebbe essere dunque la resilienza per adattarsi meglio ai cambiamenti, da applicare a tutti i livelli: globale, regionale, comunitario, familiare e personale.

La finalità dovrebbe essere il raggiungimento di una maggiore felicità.

Fonte: Le Monde

Crescita del PIL mondiale | TESEO.clal.it

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Pubblicato da

Leo Bertozzi

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.