Mantenere la fertilità del terreno
12 Settembre 2018


-33%dei raccolti a causa della minore fertilità del suolo (stima per i prossimi 100 anni)

La perdita di fertilità del terreno rappresenta uno dei maggiori problemi che contribuiscono al fenomeno dei cambiamenti climatici in atto, in quanto viene ridotta la capacità di sequestrare il carbonio e di trattenere l’umidità. La conseguenza è una diminuzione nella capacità produttiva dell’agricoltura convenzionale, che si stima potrebbe portare ad una perdita di un terzo dei raccolti nel corso di un secolo, quando invece la crescita della popolazione richiede sempre più alimenti.

La fertilità del terreno, è rappresentata dai miliardi di batteri, il cosiddetto microbiota del suolo, che vivono intorno alle radici di ogni albero, arbusto od altra essenza vegetale e che si sono evoluti con le piante durante milioni di anni in un rapporto di reciproco interesse. E’ data anche da una intricata rete di interazioni che coinvolge un’enorme quantità di biomassa vivente, pari ad oltre oltre 3000 Kg/ha in un suolo agricolo. Pertanto, tutti i fattori che intervengono in questo complesso sistema possono alterarne l’equilibrio ecologico, con una perdita di fertilità e portando alla degradazione del suolo, problema del nostro tempo. Di conseguenza ogni pratica colturale dovrebbe essere orientata al mantenimento di questa fertilità.

In particolare andrebbero sempre adottati tre principi:

  • ridurre gli interventi fisici sul suolo, cioè le lavorazioni;
  • mantenere una copertura vegetale per impedire l’erosione e favorire l’apporto di sostanza organica;
  • applicare il principio della rotazione, interrompendo la tendenza a piantare ad esempio, mais su mais o riso su riso con sempre maggiori lavorazioni, concimazioni minerali, diserbi.

Bisogna ripensare all’apporto della concimazione organica, rivalutando la simbiosi fra allevamento animale e pratica colturale

Bisogna poi ripensare all’apporto della concimazione organica, rivalutando la simbiosi fra allevamento animale e pratica colturale. Questi principi, insiti nelle pratiche agronomiche che nel corso dei secoli ci hanno lasciato in eredità la fertilità del terreno, si collocano ora in quella che viene definita “agricoltura rigenerativa”.

Il mantenimento del microbioma per la salute è presente anche a livello umano, per contrastare il fenomeno proprio del nostro tempo dell’antibiotico resistenza. Nel libro “Growing a revolution” si afferma come gli sforzi in atto per riconsiderare gli effetti degli antibiotici sull’organismo, debbano trovare riferimento anche per il suolo, in modo da mantenerne ed accrescerne la fertilità, cioè la sostenibilità.

Operare con pratiche che mantengono la fertilità del terreno, rappresenta un grande messaggio anche per avvicinare il produttore al consumatore.

Fonte: NewScientist

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Pubblicato da

Leo Bertozzi

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.