Affrontare la volatilità dei costi alimentari
11 Aprile 2017

L’alimentazione rappresenta fino al 60% del costo di produzione del latte. Per questo ambito, in primo luogo bisogna considerare Mais e Soia, che sono il riferimento per i costi delle diverse materie prime. La fluttuazione dei loro prezzi, ma anche il valore nutrizionale dei foraggi, sono fattori fondamentali per impostare una oculata gestione aziendale. Innanzitutto bisogna essere proattivi, per riconsiderare la razione alimentare in funzione della fluttuazione dei prezzi delle materie prime e massimizzare il valore dei foraggi aziendali analizzandone i contenuti nutritivi in modo da suddividerli in base alla qualità.

Ad esempio, l’aumento della fibra come NDF (fibra neutro detersa) ed ADF (fibra acido detersa) riduce l’ingestione e l’energia disponibile e di conseguenza deprime la produzione di latte. Diventa poi importante identificare le vacche da scartare o da mettere precocemente in asciutta, come quelle con problemi di fecondazione, lungo interparto o produzione di latte inferiore alla media di allevamento.

Occorre poi adeguare costantemente la composizione della razione alimentare in funzione dell’andamento stagionale, che influisce sulla qualità dei foraggi e delle materie prime disponibili.

Tuttavia, la regola da tener sempre presente è che le vacche non hanno tanto bisogno di ingredienti quanto di nutrienti per sostenere la produzione di latte e la loro massa corporea.

Lombardia: Costo delle razioni bovine da latte in tempo reale

Fonte: eXtension

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Pubblicato da

Leo Bertozzi

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

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