Sono poche le attività che possono vantare una tradizione produttiva come l’agricoltura, compreso l’allevamento da latte, la cui storia si fa risalire fino ad undici mila anni fa. È un’attività che ha coinvolto persone, modellato ambienti, sviluppato economie e che si è costantemente evoluta grazie alle tecnologie derivanti dalle nuove conoscenze.
Non deve dunque sorprendere se ora le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale (AI-Artificial Intelligence) possono offrire nuovi sviluppi a questa attività che si è sviluppata nello scorrere dei secoli col progredire delle conoscenze umane. Le nuove tecnologie possono spaziare dai software predittivi, ai modelli meteorologici, ai droni, a strumenti come i robot per risolvere i problemi di carenza di manodopera.
L’IA aumenta l’efficienza e la tracciabilità
Nell’allevamento, l’intelligenza artificiale permette di monitorare lo stato sanitario del bestiame, aumentare l’efficienza produttiva e la tracciabilità, identificando ogni singolo animale attraverso il riconoscimento facciale delle impronte sul musello. In tal modo si può passare dall’attuale modello reattivo, cioè rilevando i fenomeni per poi intervenire -ad esempio nell’allevamento il veterinario rileva i sintomi dell’animale per valutare il suo stato di salute ed applicare la terapia- ad un modello predittivo, in modo da poter intervenire quando si rilevano le condizioni che possono portare ad alterazioni delle condizioni produttive. Nel primo caso si opera in modo invasivo attraverso interventi che sono dispendiosi e stressanti per l’animale, come esami, prelievi del sangue o sensori impiantati nell’organismo. Le nuove tecnologie con telecamere non invasive ed algoritmi che sviluppano l’apprendimento automatico per aiutare gli allevatori a monitorare la biometria (frequenza cardiaca, temperatura corporea, ecc.), raccogliendo informazioni critiche sul volume e sulla qualità del latte, sullo stress da calore e sul benessere generale, consentono un monitoraggio più efficiente operando anche su ampi gruppi di animali, ed a costi inferiori.
Il passaggio all’agricoltura predittiva attraverso l’intelligenza artificiale è fortemente sostenuto negli USA, dove la legge dello scorso anno per contrastare l’inflazione, l’Inflation Reduction Act, ha stanziato ben 19,5 miliardi di dollari per sostenere la transizione verso un modello che permette di operare con precisione, riducendo sostanzialmente i rischi e le perdite ed aumentando la qualità e la sicurezza delle produzioni.
Anche le nostre produzioni tradizionali debbono considerare queste nuove tecnologie. Tanto è stato investito in comunicazione e marketing per affermarle nel mondo, con grande successo. Non sarebbe ora opportuno trasferire parte di tali risorse in attività di ricerca per continuare a farle evolvere mantenendo il divario qualitativo che spetta loro?
Fonte: modern farmer e Tasting Table