Frumento duro: spicca l’offerta Italiana + Commento di Miano [CIA Foggia]
26 Giugno 2025

Angelo Miano
Foggia – ITALIA

Di: Elisa Donegatti

L’International Grains Council (IGC) ha stimato la produzione 2025 di Frumento Duro in Italia a 4,2 milioni di tonnellate: una crescita addirittura del 20%, favorita dall’espansione delle superfici coltivate (+10%) in Puglia, Sicilia e Basilicata, da una semina abbondante grazie ai prezzi del 2024 e da condizioni agronomiche ideali (autunno secco, primavera regolare e campi ben preparati). Ritardi localizzati nelle semine si sono verificati al Nord per eccesso di pioggia e al Sud per siccità iniziale.

Meno rosea la stima sulla produzione mondiale: 35,2 milioni di tonnellate (-1,5%), con un’offerta in calo soprattutto in Turchia (-18%), a causa delle gelate primaverili, e in Canada (-1,2%), che resta il primo esportatore mondiale. Nel Nord Africa, il quadro è eterogeneo: Algeria e Tunisia favorite dalle piogge, Marocco penalizzato dalla siccità. In Unione Europea, la produzione è attesa in crescita a 7,9 milioni di tonnellate (+9,5%), sostenuto da condizioni climatiche favorevoli e dall’aumento delle superfici seminate (+7%). 

La domanda globale è prevista in aumento a 35,5 milioni di tonnellate (+1,2%), di cui 33,4 milioni destinate all’uso alimentare (+0,9%), il livello più alto dal 2018/19. Le scorte mondiali dovrebbero scendere a 6 milioni di tonnellate (-5,4%), favorendo tensioni sul mercato. Gli scambi assumono un ruolo ancor più strategico nel contesto attuale. Paesi strutturalmente deficitari come il Marocco potrebbero intensificare il ricorso al mercato estero. Al contrario, l’Italia, forte di un raccolto abbondante, potrebbe ridurre le importazioni significativamente.

In termini di prezzi, attualmente le quotazioni della Borsa Merci di Foggia si attestano tra 303 e 313 €/ton, lievemente superiori alla media di Maggio ma limitate dall’ampia disponibilità interna e dalla pressione delle importazioni. Il rafforzamento dell’euro sul dollaro migliora la competitività del durum nordamericano. Il Frumento Duro Canadese, riferimento internazionale, si colloca attualmente tra 315 e 350 USD/ton (pari a 295 – 328 €/ton al cambio attuale). Tali valori, espressi franco azienda, pur non includendo oneri di trasporto, logistica, dogana (CIF) né eventuali premi di qualità, rappresentano una utile base di confronto. Il differenziale rispetto al mercato italiano risulta contenuto; tuttavia, in presenza di ulteriori ribassi sui mercati esteri, non si esclude un ritorno più attivo delle importazioni.

Favorevole dunque la situazione dell’Italia in un contesto globale segnato da un’offerta in calo, domanda sostenuta, scorte in erosione e flussi commerciali sotto pressione. Dinamiche da monitorare con attenzione nei prossimi mesi.

TESEO.clal.it – Italia: Import di Frumento Duro

Il commento del Produttore

Angelo Miano – Produttore di Frumento Duro di Foggia – Presidente CIA Foggia

In merito alla produzione di quest’anno, si devono registrare performance leggermente superiori a quelle dello scorso anno per la provincia di Foggia, che passa da una media di 25 qli/ha dello scorso anno ai 27 qli/ha dell’attuale campagna granaria, oltretutto ancora da ultimare nelle zone collinari/montane. Anche le produzioni delle altre zone vocate a grano duro sono lievitate, sebbene a mio avviso non potranno superare i 4 milioni di ton, mentre si registra un prezzo ancora contenuto e non remunerativo per i coltivatori.

Speriamo nella partenza del Granaio Italia, che ci fornirebbe le reali produzioni italiane, oggi non certe. Si registra comunque una richiesta di grano italiano da parte di pastifici che producono il vero “made in Italy”, anche se non vorrebbero pagare in più l’ottima qualità prodotta quest’anno, specialmente nel nostro areale dove abbiamo registrato pesi specifici abbondantemente superiori agli 80 kg/hl e proteine sino al 19%.

Ora attendiamo che il MASAAF convochi il tavolo di concertazione, già chiesto da tutte le organizzazioni agricole da tempo, altrimenti è a rischio la coltivazione di cereali: senza filiera reale che premi tutti gli attori, il comparto potrà subire una forte battuta d’arresto.

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