“L’obiettivo del 2025? Ampliare la platea dei consumatori di carne suina, offrendo loro quei requisiti che vorrebbero trovare in un allevamento: salubrità, benessere animale, sostenibilità ambientale, una dimensione equilibrata, non eccessivamente grandi, tutti elementi che costituiscono le premesse per avere un prodotto a base di carne posizionato su un livello qualitativo più alto”.
La pensa così Elisa Pedrazzoli, export manager del salumificio Pedrazzoli, di San Giovanni del Dosso (Mantova) con 75 dipendenti, un fatturato di circa 27 milioni di euro e una quota export pari al 60%, da anni orientato verso produzioni di alto profilo sul fronte della qualità e con una filiera biologica garantita attraverso un approvvigionamento interno.
È necessario operare per “un ritorno al passato non come idea bucolica di agricoltura, ma per continuare a proporre un suino di qualità a tutto tondo, in grado di assicurare redditività a tutti gli anelli della filiera”.
Accanto agli obiettivi, gli auspici per il 2025 appena iniziato. “Sul fronte dei prezzi ci auguriamo che non si registrino altre impennate dei listini e confidiamo magari che il mercato si riposizioni riducendo un po’ i valori, perché il costo dei maiali è salito negli ultimi mesi su valori complessi per chi macella e trasforma”, prosegue Elisa Pedrazzoli.
Fondamentale, però, “per definire una visione di lungo periodo è instaurare un dialogo costante lungo la catena di approvvigionamento (CA)”.