Regione Lombardia affronta il tema Nitrati
31 Ottobre 2023

Il tema dei nitrati rimane delicato e sotto stretta sorveglianza in Lombardia. Dopo aver  ricevuto dalla Commissione Europea la comunicazione di costituzione in mora per la violazione, nel 2018, della Direttiva Nitrati, la Regione ha infatti inviato in risposta un dettagliato parere tecnico, al quale attende ora risposta.

Tale documento mette a sistema i dati sulle condizioni ambientali associate alla presenza di azoto raccolti in numerosi anni di ricerche scientifiche. Il Team di CLAL ha avuto l’occasione di ascoltare alcuni risultati di queste ricerche al Workshop “Verso il nuovo Programma di Azione Nitrati 2024-2027” organizzato da Regione Lombardia il 19 Ottobre 2023 a Marone (BS).

La maggior parte delle zone più critiche (ZVN) corrisponde ad aree con un carico zootecnico significativo

Per quanto riguarda l’acqua, nelle ultime rilevazioni il 95% dei pozzi analizzati è risultato avere un concentrato di nitrati inferiore a 50 mg/litro, livelli ritenuti non preoccupanti. Inoltre, analizzando gli andamenti temporali di NO3 in falda sul lungo periodo emerge un quadro positivo: una percentuale minima di pozzi analizzati ha presentato una situazione peggiorata, mentre gli altri sono stabili o in miglioramento. In ogni caso, bisogna considerare che l’impatto degli interventi atti a contenere la presenza di nitrati è rilevabile in un tempo pari al 30-50% del tempo di rinnovamento della falda, che può durare anche 30-40 anni.

Le analisi del suolo hanno evidenziato che l’alta pianura est è l’area con i valori di nitrati più elevati in profondità, mentre l’alta pianura ovest ha i valori più elevati a livello superficiale. La permanenza di azoto nel terreno dipende anche dal tipo di coltura: le coltivazioni di riso sono risultate essere quelle con i valori più bassi. Inoltre, un impatto positivo può essere fornito dalle cover crop che crescendo utilizzano l’azoto (soprattutto nel caso di Graminacee e Brassicacee), riducono la lisciviazione del terreno e contribuiscono al controllo delle piante infestanti.

Le analisi dell’aria hanno indicato che la presenza di particolato, di cui nitrato e solfato di ammonio sono una componente importante, è in diminuzione. Tuttavia, ci sono ancora alcuni giorni dell’anno con valori sopra i limiti di legge, ed il dato medio registrato è decisamente superiore al valore guida OMS. Secondo la fonte ISPRA, il 90% delle emissioni di ammoniaca nell’aria derivano dall’agricoltura e, in particolare, sono dovute allo spandimento dei liquami.

La raccolta e l’analisi dei dati è anche un supporto determinante per le attività che Regione Lombardia compie per ridurre la presenza di nitrati nell’ambiente, quali il Programma Azione Nitrati e il PSP (Piano Strategico della PAC). Quest’ultimo include i 15 interventi denominati SRA pianificati per il 2023, di cui 11 già aperti e 4 da aprire, volti ad incentivare l’adozione di pratiche agricole che riducano la diffusione di azoto in eccesso nell’ambiente. La selezione delle aziende che percepiscono i fondi si basa su alcuni criteri tra cui la localizzazione in zone prioritarie (bacino del Po e ZVN) e aziende che iniziano la produzione biologica. I finanziamenti vengono calcolati come differenziale tra la condizionalità PAC e il costo dell’impegno aggiuntivo.

TESEO.clal.it – Emissioni di nitrati in agricoltura

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