Le emissioni azotate derivanti dall’intensificazione delle pratiche agricole e da carichi di bestiame elevati portano alla liberazione di ammoniaca in atmosfera, col conseguente aumento di quel particolato fine nell’aria (PM2,5) responsabile di crescenti patologie respiratorie nella popolazione.
Il problema è serio. Riguarda diverse zone del mondo, inclusa la Pianura Padana dove la concentrazione di elementi inquinanti nell’aria, fra ammoniaca (NH 3), ossidi di azoto (NO) e di zolfo (SO), è fra le più elevate d’Europa, come è stato recentemente dimostrato dal progetto Inhale (Impact on humaN Health of Agriculture and Livestock Emissions), per studiare l’impatto sulla salute umana delle emissioni dell’agricoltura e dell’allevamento in Lombardia.
Ridurre le emissioni di ammoniaca, dato che per l’81% derivano dall’agricoltura, è possibile.
Per questo occorre adottare cinque regole:
- Uso efficiente delle proteine nella razione, per ridurre l’azoto in eccesso escreto dagli animali sotto forma di urea urinaria;
- Pulizia frequente e regolare delle aree di allevamento;
- Copertura delle vasche di stoccaggio dei liquami;
- Tecniche di spandimento come barre o dischiere;
- Gestione con cura dei fertilizzanti, in particolare l’urea.
Poi bisogna considerare il continuo consumo di suolo.
La sostenibilità ambientale è la base per la credibilità delle nostre produzioni, in primis le DOP.