Aziende da Latte: struttura in Europa e Italia [VIDEO + Interviste]
6 Dicembre 2021

“I dati presentati nel video sono allarmanti, soprattutto se calati nel contesto geografico. La chiusura delle aziende da latte rappresenta un forte rischio di perdita di potenziale per il territorio.” Alessandra Cobalchini, allevatrice di Dueville – Vicenza, commenta così il breve video realizzato dal Team di CLAL sulla struttura delle Aziende da Latte in Europa ed Italia:

Alessandra Cobalchini

“Ogni azienda agricola porta con sé posti di lavoro” continua Alessandra. “Penso non solo a chi lavora direttamente in stalla, ma anche a figure dell’indotto (alimentaristi, rappresentanti, veterinari…) Alla concentrazione della produzione in grandi stalle consegue un impoverimento della varietà di queste figure. Purtroppo è un processo inevitabile.In Veneto, migliorare la competitività è particolarmente difficile, perché mancano sia la terra che l’interesse nel fare investimenti a lungo termine, considerato anche il limitato ricambio generazionale.”

Giovanni De Vizzi

“Molte aziende [italiane] soffrono la scarsa disponibilità di terreno” rilancia Giovanni De Vizzi, allevatore di Castiraga Vidardo – Lodi. “In caso di applicazione della nuova normativa nitrati, il carico di animali per ettaro spesso non adeguato porterà ad un calo di animali e, quindi, di produzione quantificabile a circa un 5-7% della attuale produzione italiana.”

Manuel Lugli

“In Lombardia è ancora in atto una concentrazione della produzione in aziende sempre più strutturate. Quando finirà questo trend?” si interroga l’allevatore mantovano Manuel Lugli. “Sarà il mercato a dirlo, un mercato lattiero caseario complesso per i molti vincoli e interessi contrapposti, ma che ha la possibilità di valorizzare prodotti trasformati soprattutto sull’export. In futuro, la dimensione e la forma delle nostre aziende dipenderà dalla nostra capacità di trasformare ed esportare le eccellenze casearie made in Italy nel mondo.”

Davide Pinton - Produttore Latte Bio
Davide Pinton

Davide Pinton, allevatore biologico di Schio – Vicenza aggiunge che “Il settore del latte è poco redditizio rispetto ai grandi sforzi che gli allevatori compiono ogni giorno, in vista anche dei continui rialzi dell’asticella richiesti dalla legge. Lo Stato recepisce questa difficoltà, ma gli aiuti coprono solo in parte le mancanze finanziarie del sistema.

Stiamo vivendo uno dei peggiori momenti del settore. Sappiamo che il sistema soffre di una pesante inerzia ad alzare i prezzi alla stalla, ma non ritengo giusto che il produttore sia l’anello debole. Vedo l’allevatore schiacciato pesantemente tra costi produttivi da una parte e prezzi bassi dall’altra. 

Sembra, però, che a molti allevatori questo non importi. Che sia giusto così perché è sempre stato così. Non è giusto così!”

“Purtroppo molti allevatori non si impegnano per risolvere le varie problematiche che affliggono la categoria, in primis, la poca integrazione con la società” conclude Alessandra. “I consumatori sono visti come pretenziosi, ma non si cerca di comunicare con loro. Le esigenze di alcune aziende non si allineano con quelle del consumatore: a volte perché mancano i soldi, altre volte perché manca la volontà. Anche gli allevatori devono essere in grado di offrire un cambiamento.”

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Sostenibilità: è aperto il dibattito (video)
20 Maggio 2016

Gli operatori della filiera lattiero-casearia hanno aperto il dibattito in materia di sostenibilità.

Un video di 12 minuti propone i momenti salienti del primo incontro “Sostenibilità: l’efficienza imprescindibile”, tenutosi all’APA di Mantova lo scorso 27 Aprile.