Categoria: UE
BOX Maggio 2021: Dairy Import, Stock Mondiali, Export di Grano Duro
BOX Aprile 2021: Payout SMP e Burro, Import UK, Prezzo Mais29 Aprile 2021
Valorizzare le commodity coltivate nel rispetto della sostenibilità [Intervista a Valeria Villani]29 Marzo 2021

Valeria Villani
Gualtieri (RE), Emilia-Romagna – ITALIA
Istituire protocolli incentrati sulla sostenibilità ambientale per la produzione cerealicola, e accompagnare gli agricoltori alla crescita professionale attraverso la formazione. Nessun timore, poi, nei confronti di tecnologie produttive rispettose dell’ambiente (purché non OGM e che non minaccino la biodiversità), incentivazione delle filiere idonee alla valorizzazione dei prodotti e sostegno legislativo da parte dell’Italia e dell’Europa per tutelare sistemi etici sul piano del lavoro, della sicurezza alimentare e dell’ambiente. Sono questi i cardini sui quali poggiare il futuro della cerealicoltura, secondo Valeria Villani, imprenditrice agricola che a Gualtieri (Reggio Emilia) coltiva 450 ettari di terreno, con una marcata propensione a ridurre l’impatto ambientale e i costi di produzione grazie a tecniche consolidate ormai da 20 anni. L’abbiamo intervistata per approfondire i temi.
Valeria Villani, da cosa è dipesa, a suo parere, l’impennata dei prezzi di cereali e semi oleosi?
“La crescita è dovuta prevalentemente a due fattori: l’approvvigionamento della Cina sui mercati internazionali e le limitazioni in Argentina e Russia dell’export di cereali e semi oleosi. Credo che queste strategie commerciali siano nate dal timore degli effetti devastanti che il Covid sta portando all’economia internazionale, effetti che saranno ancora più pesanti quando l’emergenza terminerà e finiranno gli aiuti statali. Inoltre, penso che alcuni Paesi abbiano intrapreso questa politica per garantire almeno alle fasce più povere, che saranno quelle più colpite, il sostentamento alimentare”.
Come è possibile arginare la volatilità?
Riconoscere il valore delle commodity sostenibili
“La volatilità può essere contrastata solo riconoscendo il valore aggiunto delle commodity coltivate con protocolli che rispettano la sostenibilità ambientale, i diritti dei lavoratori e non permettendo ai prodotti che escono da questi principi di essere commercializzati sugli stessi mercati. Questo porterebbe i soggetti a valle della filiera a stringere accordi produttivi con i soggetti a monte, e ad avere una redditività distribuita lungo la filiera: la conseguenza sarebbe il contenimento della volatilità dei prezzi. Inoltre, bisognerebbe tornare ai principi ispiratori della Pac, laddove l’autosufficienza sulle commodity risulti necessaria, fatto messo in evidenza durante la crisi dovuta alla pandemia”.
Nella sua azienda pratica minima lavorazione, semina su sodo o altre soluzioni di agricoltura di precisione?
“Nella nostra azienda pratichiamo semina su sodo da almeno 20 anni, concimazione a rateo variabile e l’utilizzo della guida satellitare per l’uso dei prodotti fitosanitari. Utilizziamo da tre anni il sistema in Cloud di Climate Fieldview, abbiamo cinque sistemi satellitari di cui due Rtk”.
Ha fatto investimenti di recente? E quali interventi ha in programma per il futuro?
“Nell’ultimo anno abbiamo acquistato un sistema satellitare, una trincia con sistema satellitare e Nir. Nel futuro vorremmo dotarci della macchina per seminare il mais a rateo variabile”.
Uno degli aspetti da non sottovalutare è legato ai cambiamenti climatici. Come fronteggiarli?
“Credo che l’unico modo per fronteggiarli, oltre all’impegno nella sostenibilità ambientale per rallentarli, sia la ricerca agronomica per individuare piante in grado di sopportare la grande variabilità climatica”.
Come si potrebbe rilanciare un piano proteico e cerealicolo in Italia?
Valorizzare le commodity italiane in un piano di rilancio
“Bisognerebbe innanzitutto valorizzare le commodity italiane, in quanto non OGM, coltivate con protocolli sostenibili dal punto di vista ambientale e nel rispetto dei lavoratori. Sarebbe necessario quindi creare filiere dove questi aspetti siano valorizzati. Per fare questo servirebbe però il sostegno legislativo nel vietare la circolazione di prodotti in Italia e in Europa che non rispettino tali principi”.
Teseo by Clal cosa potrebbe sviluppare per aiutare gli agricoltori nel percorso di formazione?
“Gli agricoltori hanno bisogno di informazioni capillari e dal vasto orizzonte, come proiezioni su ciò che accade sui mercati internazionali, per decidere su quali settori investire. Servirebbe anche una formazione orientata a capire quali tecnologie implementare nella propria azienda e come ricavarne il massimo profitto”.
Come immagina l’agricoltura fra 20 anni?
“La risposta non è facile, dal punto di vista della previsione e del contenuto. Purtroppo se le politiche agricole rimarranno le stesse, con un aumento di oneri e di protocolli produttivi per gli agricoltori, senza estendere tali regole alla commercializzazione, temo che i prodotti che stanno alla base dell’alimentazione umana siano destinati a sparire dall’Italia”.
BOX Marzo 2021: Latte Bio, Formaggi Freschi, Frumento e Orzo25 Marzo 2021
Consumi di Carni e Salumi in Italia: tendenze e prospettive8 Marzo 2021
Di Marco Limonta, Business Insight Director di IRI

La Distribuzione Moderna, caratterizzata da stabilità negli ultimi anni, legata alla tendenziale maturità complessiva del settore, ha salutato il 2020 come un anno di eccezionale crescita. Il traino è dato dalla performance dei prodotti di Largo Consumo, che sono cresciuti ad un ritmo particolarmente elevato (+7,5%). A dire la verità, non tutti i reparti sono cresciuti: l’aumento dei fatturati dei punti vendita della Distribuzione Moderna si riduce se consideriamo gli andamenti dei prodotti di General Merchandise (elettrodomestici, elettronica di consumo, tessile, prodotti per la casa, etc), che calano di quasi il 9% e dei prodotti a Peso Variabile, a -0,5%.
Analizzando meglio i “banchi sfusi”, assistiti o non, vediamo come questa riduzione complessiva sia frutto di dinamiche del tutto eterogenee delle categorie che compongono il reparto. A fronte di mercati in forte difficoltà, come Gastronomia (-13,7% nel 2020, con riferimento al totale degli Ipermercati+Supemercati) e Panetteria (-12,1%), assieme ai Salumi (-2,3%), ce ne sono altri che si sono sviluppati, come, ad esempio, i Formaggi (+3,4%) e le Carni (+4,3%).
Le performance negative di alcuni “banchi” sono state compensate in parte da forti crescite dei prodotti a Libero Servizio: le restrizioni alla vendita messe in atto nel corso del primo Lockdown (ad esempio, la chiusura dei banchi assistiti a Marzo/Aprile), e una generale diffidenza del consumatore, che preferisce accedere a prodotti confezionati e non “manipolati”, ha permesso ad alcune categorie del Fresco confezionato di svilupparsi ampiamente: esempio è quello degli Affettati confezionati, che rappresenta la categoria con la maggiore crescita di fatturato dell’intero reparto.
Aumentano le vendite delle Carni Bianche, Rosse e Rosa
Considerando il mercato delle Carni, l’aumento delle vendite dei banchi sfusi si è sommato alla crescita dei prodotti confezionati calibrati. Nell’anno appena passato, i volumi di Carne Bianche in Iper+Super+Libero Servizio Piccolo+Discount* (più di 310.000 tons) sono aumentati del 5%, sia nella parte Naturale (+4,4%) sia nella parte Elaborata (+6,8%), con velocità superiore per quanto riguarda i prodotti calibrati (rispettivamente +13,3% e +7,6%).
Anche la crescita delle Carni Rosse e Rosa (più di 413.000 tons) è stata importante, similmente nella parte Naturale (+6,3%) e nella parte Elaborata (+6,6%), con – anche qui – uno sviluppo superiore per i prodotti calibrati (rispettivamente +32,8% e +18,6%).
Le stime per il 2021
Il 2021 probabilmente sarà segnato dalle controcifre rispetto alle crescite del 2020: IRI stima una riduzione del fatturato del Largo Consumo confezionato pari al -3,1%, con un primo semestre che sconta ancora positivamente la crescita delle prime settimane dell’anno, ed un secondo semestre maggiormente negativo. Tuttavia questa difficoltà nelle vendite si mitigherà, tanto più si protrarranno situazioni di Lockdown, che imporanno un maggiore ricorso agli acquisti per consumi in casa.

*Sono considerati i prodotti a peso variabile per Iper+Super, i prodotti a peso imposto per tutti i canali.
BOX Febbraio 2021: Dairy Export, Formaggio, Mais e Soia25 Febbraio 2021
Resilienza e flessibilità per contrastare la pandemia12 Gennaio 2021
La pandemia Covid-19 si è abbattuta sulla produzione di latte mettendo molti in affanno per l’incertezza sul da farsi ed i dubbi sul futuro. Da un’analisi inglese, appare che nel Regno Unito la filiera lattiero-casearia ha ben presto dovuto prendere coscienza di due necessità su cui muoversi: resilienza e flessibilità.
La resilienza, cioè la capacità di superare le difficoltà, è stata necessaria quando, in marzo, si è dovuto risolvere il problema della consegna del latte, con una domanda ridotta a causa della chiusura della ristorazione food service in un periodo di picco produttivo. La risposta è stata data con la riduzione del latte prodotto, attraverso abbattimenti e contenimenti nella razione alimentare, nonché con campagne di comunicazione basate su investimenti pubblici e privati che hanno avuto un effetto positivo di stimolo agli acquisti, soprattutto per i prodotti premium nazionali.
I maggiori consumi domestici hanno poi premiato burro e formaggio, mentre le imprese hanno saputo rispondere con la dovuta flessibilità alla nuova tipologia di domanda. Però, le nuove chiusure di questo periodo ed il fatto che nessuno ne conosca le conseguenze, rendono evidente la fragilità del sistema.
Occorrerà pertanto ripensare alla sua strutturazione, al sistema contrattuale di fissazione dei prezzi del latte, ma anche ad una flessibilità nella programmazione produttiva e negli impianti di lavorazione e trasformazione del latte.

Fonte: The Grocer
Allevamento e sostenibilità – il nocciolo della questione11 Dicembre 2020
La tematica della sostenibilità è sempre più attuale. Oltre all’aspetto ambientale, emissioni in atmosfera e residui nei suoli, occorre considerare anche l’etica produttiva nelle relazioni sociali e per il benessere animale, nonché la redditività economica per gli operatori e le comunità dei territori rurali.
Uno studio della Commissione Europea realizzato da ricercatori dell’INRAE (Institut National de Recherche pour l’Agriculture, l’Alimentation et l’Environnement) e dello Scotland’s Rural College analizza, attualizzandoli, gli aspetti della sostenibilità che ormai rappresenta il nocciolo della questione per ogni filiera produttiva.
PAC e COP 21
Dopo la seconda guerra mondiale, la necessità di garantire la stabilità degli approvvigionamenti alimentari accessibili a prezzi ragionevoli, ha profondamente cambiato il sistema tradizionale di allevamento. Dal 1992, alle spinte produttiviste basate su meccanizzazione, evoluzioni tecniche e di gestione aziendale, sono subentrati nuovi obiettivi della PAC diretti anche ad ambiente e clima.
Collegare ad esempio il pagamento degli aiuti UE al rispetto di misure quali la direttiva nitrati (direttiva 91/676/CEE), ha permesso di ridurre l’eutrofizzazione con vantaggi anche per le emissioni di gas effetto serra (GHG) . Però, l’Unione Europea difficilmente riuscirà a rispettare gli impegni assunti alla conferenza ONU COP 21 di Parigi per arrivare ad una neutralità nel bilancio del carbonio al 2050.
L’erosione dei suoli colpisce il 13% delle terre UE arabili
Sono sempre preoccupanti gli effetti negativi dovuti ai residui di azoto e fosforo, all’uso dei pesticidi o degli antibiotici. Ancora, l’aratura dei prati stabili comporta una rapida perdita di sostanza organica del terreno, con un aumento nell’erosione dei suoli, fenomeno che ormai colpisce il 13% delle terre arabili UE.
Il riscaldamento climatico inciderà sulle produzioni ed i fabbisogni idrici per l’irrigazione saranno sempre più importanti. La protezione della biodiversità è sempre più presente nella PAC, con sollecitazioni per la diffusione del greening o per l’espansione delle superfici a prato stabile, anche se i valori sul bilancio europeo sono modesti.
Le nuove sfide
Le sfide della sostenibilità vanno però ben oltre il settore dell’allevamento, che troppo spesso è messo all’indice rispetto alle coltivazioni agricole. Per superare queste criticità assicurando il mantenimento di condizioni sociali ed economiche appropriate, occorre una transizione per l’adozione di innovazioni, tecnologie e nuovi modelli commerciali, attraverso il sostegno della politiche e l’aggiornamento delle legislazioni.
Allevamento: da problema a soluzione
L’allevamento, oltre che parte del problema, potrà però diventare anche elemento di soluzione se verrà riconnesso alle produzioni vegetali per ristabilire la qualità degli ecosistemi e la resilienza al cambiamento climatico, riducendo scarti ed emissioni e riciclando la biomassa in altri settori. L’allevamento potrà risultare prezioso anche per mantenere o far rivivere l’attività economica e sociale nelle zone rurali marginali e svantaggiate, insieme alla gestione del paesaggio. Il tutto nella prospettiva di ottenere sistemi agroalimentari più efficaci.
Per migliorare la sostenibilità delle produzioni animali occorre agire su tre fattori:
- aumentarne l’efficacia;
- adottare fattori produttivi di minore impatto;
- passare da una logica lineare della produzione ad una logica circolare, con un cambiamento radicale nella logica dello sfruttamento produttivo.
Per questo gli animali dovranno essere selezionati per aver un maggior equilibrio fra produttività ed altre caratteristiche quali tasso di fecondità, numero di lattazioni, resistenza alle malattie. Maggiore efficacia significa però ricercare resilienza produttiva verso le criticità climatiche o sanitarie, ristabilire la qualità degli ecosistemi, garantire i mezzi produttivi.
L’innovazione, attraverso la ricerca e la formazione, diventerà la chiave del successo.

Soia: Prezzi e Aggiornamenti di Mercato | Novembre 2020 [VIDEO]3 Dicembre 2020
Produzioni di Soia previste in crescita
per la nuova stagione, guidate da Brasile e Stati Uniti, mentre la Cina si conferma
come principale destinazione per l’export di Soia.
Aumentano i prezzi di Novembre della Soia nelle principali piazze mondiali.
Michele del Team di CLAL.it e TESEO illustra l’andamento di mercato della Soia nel seguente video.
La produzione mondiale di Soia per la stagione Settembre 2020 – Agosto 2021 è stimata in leggera diminuzione rispetto alla previsione precedente, ma comunque in aumento del +7,7% rispetto alla stagione 2019-20 (Forecast USDA).
Produzione prevista in crescita per i due principali player mondiali, Brasile (+5,6%) e Stati Uniti (+17,4%). Positive anche le previsioni per Argentina e Unione Europea.

L’Export mondiale di Soia per la stagione 2020-21 è stimato in leggero aumento, +1,9% rispetto alla stagione precedente, guidato dal trend positivo delle esportazioni statunitensi (+31,2%).
È previsto invece in diminuzione l’export di Soia di Brasile e Argentina. I dati di Ottobre mostrano infatti una riduzione delle esportazioni, rispettivamente -50,9% e -91% rispetto a Ottobre 2019.
La principale destinazione per l’export di Soia rimane la Cina, che rappresenta circa i ⅔ dell’Import mondiale. Per l’annata 2020-21 si prevede che la Cina accresca il suo import dell’1,5%, raggiungendo le 100 Milioni di Tonnellate. Nel solo mese di Ottobre la Cina ha importato circa 8,7 Mio Tons di Soia, +2,5 Mio Tons rispetto ad Ottobre 2019.

L’Unione Europea per il periodo Gennaio – Settembre 2020 ha importato più di 12 Mio Tons di Soia, registrando un aumento del +7,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Per la stagione 2020-21 si prevede, invece, una diminuzione dell’import di Soia europeo del -1,3%.
Continua ad aumentare il prezzo della Soia in diverse piazze mondiali. Il prezzo medio di Novembre in Argentina è di 341$ per Ton, +7% rispetto al mese precedente e +36,4% rispetto a Novembre 2019. Anche per gli Stati Uniti il trend è positivo, con l’USDA che prevede un prezzo medio stagionale in crescita di oltre il 20% per la stagione 2020/21.
In Italia, il prezzo dei Semi di Soia Nazionale è aumentato sensibilmente. Il prezzo medio di Novembre, quotato a Bologna, è di 416€ per Ton, +7,3% rispetto al mese precedente e +22% rispetto a Novembre 2019.
Per maggiori dettagli sui mercati del latte, agricolo e suinicolo seguiteci sui nostri siti web CLAL.it e TESEO.clal.it.

Raddoppia l’import cinese di carni suine europee [VIDEO]21 Ottobre 2020
L’import della Cina di Carni Suine nel periodo Gennaio – Agosto 2020 è quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel 2020, la Cina è diventata un’importante destinazione anche per le Carni suine italiane.
Marika del Team di TESEO illustra l’andamento delle importazioni cinesi nel seguente video.
Nel periodo Gennaio – Agosto 2020 la Cina ha importato circa 3,8 milioni di tonnellate di carni suine: +97,01% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Trend confermato nel mese di Agosto, con un aumento del +73,5%.
Dopo il picco storico raggiunto nel periodo Gennaio-Febbraio, i prezzi all’import si sono riallineati alla media del 2019.
Tra le tipologie di carni suine, la Cina importa principalmente Carni congelate e Frattaglie congelate.
L’UE è il principale fornitore di carni suine della Cina: 2.227.000 ton nei primi 8 mesi del 2020.
Import Cina da UE
Carni fresche, refrigerate o congelate+122% Gen – Ago 2020
L’import di Carni fresche, refrigerate o congelate provenienti dall’UE è aumentato del +122%, raggiungendo 1.584.022 tons.
Nel periodo Gennaio – Agosto 2020, l’import della Cina di Carni suine congelate dalla Spagna, principale Paese fornitore, è cresciuto del +145% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Oltre alla Spagna, i principali fornitori sono gli Stati Uniti e la Germania.
Tuttavia, i recenti casi di African Swine Fever potrebbero mettere in dubbio le importazioni dalla Cina di carni tedesche, lasciando spazio ad altri fornitori.
La Cina è diventato nel 2020 un’importante destinazione anche per le carni suine italiane. Nel periodo Gennaio-Giugno, infatti, sono state esportate 8.199 tonnellate di Carni fresche, refrigera