Cereali: cala l’offerta UE di Mais e Frumento
28 Febbraio 2025

Di: Elisa Donegatti

Nell’annata 2023-24 l’Europa è stata autosufficiente solo per alcuni Cereali, registrando un eccedenza produttiva solo per Frumento (122%) e Orzo (111%), mentre per Avena (95%) e Sorgo (99%) la produzione copre quasi interamente il fabbisogno. Al contrario, per Mais (79%) e Riso (44%) l’Europa non è autosufficiente

Nel 2024 la produzione di Mais è diminuita del 3.2%, scendendo a 59.1 milioni di tonnellate, nonostante un aumento del 6.3% delle superfici coltivate. L’Italia, penalizzata dalle condizioni meteorologiche avverse durante la semina e la raccolta, ha subito un calo del 7,7%, in particolare nelle regioni di Piemonte e Lombardia, uscendo così dalla classifica dei primi cinque produttori europei. Anche la produzione di Frumento ha registrato una flessione significativa, attestandosi a 120 milioni di tonnellate (-10%), in particolare per il Frumento Tenero. L’Orzo, invece, ha mostrato una crescita del 4.9%. Per il Riso, al momento, non sono ancora disponibili i dati relativi alla produzione italiana del 2024.

Nel 2024, le importazioni europee di Cereali hanno registrato una flessione del -4,36%. L’Ucraina si conferma il principale fornitore di Mais, Frumento e Orzo, offrendo prezzi altamente competitivi.

Le importazioni di Mais restano sostanzialmente stabili (+0,18% sul 2023), superando 20 milioni di tonnellate. Più marcata la contrazione per il Frumento con quasi 11 milioni di tonnellate (-11,02%) e per l’Orzo con più di 1.5 milioni di tonnellate (-16,87%), segno di una minore domanda comunitaria. In controtendenza, le importazioni di Riso crescono, superando i 2,5 milioni di tonnellate (+10,22%), con il Sud-Est Asiatico che è, inevitabilmente, il principale bacino di approvvigionamento dell’Europa. 

Per l’annata in corso 2024-25, in Europa, si stimano diminuzioni di produzione per Mais e Frumento, ma aumenti per Orzo, Sorgo, Avena e Riso. Se il trend verrà confermato il mercato europeo potrebbe registrare una maggiore dipendenza dalle importazioni per Mais e Frumento, mentre il miglioramento della produzione di Orzo, Sorgo e Riso potrebbe attenuare parte della pressione sugli approvvigionamenti.

Semi Oleosi: in UE cresce la dipendenza dall’import
27 Febbraio 2025

Di: Elisa Donegatti

L’Europa non è autosufficiente nella produzione di Semi Oleosi e Farina di Soia. Attualmente, il continente copre solo il 18% del proprio fabbisogno di Semi di Soia e il 43% di quello di Farina di Soia. Situazione differente per la Colza (80%) e il Girasole (99%).

Nel 2024, la produzione europea di Semi di Soia ha registrato un lieve aumento, con l’Italia in crescita del +2.8% (1.1 milioni di tonnellate), trainata in particolare dalle regioni del Veneto e dell’Emilia Romagna. Le coltivazioni europee di Girasole hanno subito un calo significativo del 17.9% (8 milioni di tonnellate), nonostante un aumento delle superfici coltivate. Anche la Colza ha subito una contrazione del 16.4% (16.7 milioni di tonnellate) rispetto all’anno precedente.  

Di conseguenza, nel 2024 le importazioni europee di Farina di Soia e Semi Oleosi sono aumentate del 14.72%. In particolare nell’anno 2024 sono state importate quasi 18.7 milioni di tonnellate di Farina di Soia, 14.6 milioni di tonnellate di Semi di Soia e oltre 6.4 milioni di tonnellate di Colza. L’aumento delle importazioni verificatasi nell’ultimo periodo dell’anno è probabilmente legato a due fattori chiave: da un lato, le scarse rese agricole in UE, causate dagli effetti dei cambiamenti climatici; dall’altro, il timore di dazi statunitensi sulla Soia, che ha spinto gli importatori a rafforzare le scorte.

Attualmente, il Brasile resta il principale fornitore di Soia dell’UE-27 con una quota di mercato del 46%, seguito dagli Stati Uniti al 40%. Inoltre, la diminuzione dei prezzi all’import ha reso più vantaggiosa l’importazione: nel 2024, i prezzi medi della Soia e della Farina di Soia sono scesi rispettivamente del 18,75% (438 €/Ton) e del 16,66% (421 €/Ton) su base annua.

Per l’annata 2024-25 in Europa, la produzione di Colza e Girasole potrebbe aumentare, grazie ad un’espansione delle superfici coltivate, mentre la Soia rischia un calo dell’offerta per la riduzione delle semine. Tuttavia, la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di Semi Oleosi e Farine Proteiche resterà elevata, con le rese agricole condizionate dalle condizioni climatiche.

Orzo: evoluzione e attese per la stagione in corso
24 Febbraio 2025

Di: Ester Venturelli

La produzione di Orzo a livello mondiale è in diminuzione, passando da 219 milioni di tonnellate nella stagione 2020-21 a 190 milioni di tonnellate nella stagione 2024-25, ed anche i volumi scambiati a livello internazionale dovrebbero diminuire.

L’Unione Europea è il primo produttore ed esportatore a livello mondiale di Orzo. Tra il 2019 e il 2023 la produzione UE è diminuita di più di 7 milioni di tonnellate, mentre nel 2024 è aumentata di circa 2,5 milioni di tonnellate (Fonte: Eurostat) raggiungendo circa 50 milioni di tonnellate. Le esportazioni UE di Orzo sono diminuite negli ultimi anni e tra Gennaio e Novembre 2024 si sono attestate a 6 milioni di tonnellate, con un prezzo medio di 190€/Ton in aumento negli ultimi mesi dell’anno.

L’Australia è il secondo esportatore di Orzo al mondo. Con un’autosufficienza del 198% ha anch’essa esportato circa 6 milioni di tonnellate di Orzo nel 2024. Le stime della produzione della stagione corrente indicano un incremento dell’8% circa, dovuto principalmente ad una espansione dei terreni, mentre l’export è diminuito del 22,9%. Le esportazioni Australiane di Orzo potrebbero diminuire ulteriormente dato che la Cina, principale acquirente, intende ridurre le importazioni favorendo il prodotto domestico.

Il prezzo dell’Orzo è particolarmente influenzato dall’andamento di Grano e Mais, di cui è un prodotto sostitutivo soprattutto in ambito di alimentazione zootecnica. Per i prossimi mesi il prezzo dell’Orzo potrebbe aumentare spinto verso l’alto sia dagli aumenti che stanno caratterizzando Grano e Mais ma anche dalle minori produzioni complessive mondiali. Tuttavia, l’aumento atteso per le produzioni in Australia ed UE nel 2025 e il rallentamento della domanda Cinese potrebbero limitare la tendenza rialzista.

TESEO.Clal.it: Produzioni, consumi e stock di Orzo a livello mondiale

Foraggi: la Cina acquista dall’UE
13 Febbraio 2025

Di: Ester Venturelli

Dopo lo scoppio del Covid, grazie alla convinzione che il consumo di latte rafforzasse il sistema immunitario, il settore lattiero-caseario cinese ha vissuto un periodo positivo, portando le aziende locali a investire ed espandere la produzione. Ciò ha aumentato la domanda di fieno e le importazioni, nonostante i prezzi più alti. Gli USA sono il principale fornitore di fieno per la Cina dal 2008, coprendo oltre l’80% delle importazioni, grazie alla produzione abbondante e ad una maggiore qualità rispetto al fieno prodotto localmente.

Tuttavia, il successivo rallentamento della domanda di latte ha ridotto i prezzi alla stalla, abbassando la redditività e diminuendo la richiesta di fieno. Nel 2023, le importazioni di fieno in Cina, soprattutto di Erba Medica, sono calate del 45% complessivamente, rispetto al 2022, con una riduzione del 35,9% nello specifico degli Stati Uniti. Nel 2024, la domanda è parzialmente risalita, con un aumento delle importazioni di foraggi del 23,7% rispetto al 2023, soprattutto dall’Australia e dall’UE, mentre le quantità acquistate dagli USA sono rimaste piuttosto stabili (+3,6%). L’Australia è il principale fornitore di erba d’avena, favorita dalla vicinanza e dall’assenza di tariffe all’export, mentre l’UE è il primo fornitore di erba medica (99%), con 19.523 tonnellate, in aumento del 36,21% nel 2024.

TESEO.Clal.It – Import di Foraggi da parte della Cina

In Italia le produzioni di Erba Medica sono cresciute nel 2024 rispetto al 2023, tuttavia i prezzi dei foraggi sono in aumento: il Fieno Maggengo è passato da 128€/ton ad ottobre 2024 a 177€/ton a Febbraio 2025, mentre l’Erba Medica Disidratata in Balloni da 245€/ton è arrivata a 302€/ton. Nonostante il miglioramento, le rese sono infatti rimaste a livelli inferiori rispetto alla media storica. 

Il limite alle rese è dovuto principalmente alle condizioni climatiche. Le regioni del Centro Sud sono state colpite da siccità in primavera ed estate con vasti danni alle produzioni di foraggio. Al Nord, dove si trovano le principali aree di produzione, si sono verificate condizioni opposte con ingenti piogge sia per tutta la primavera che nel periodo di raccolta, ritardando le operazioni in campo, se non addirittura impedendole, e intaccando la qualità del raccolto.

TESEO.Clal.it – Prezzi dei Foraggi in Italia

Tasse sui Fertilizzanti: timori per il settore agricolo
5 Febbraio 2025

Di: Ester Venturelli

La Commissione Europea ha approvato una proposta per un aumento graduale della tassazione sulle importazioni di Fertilizzanti provenienti da Russia e Bielorussia, attualmente fissata al 6,5%, con l’obiettivo di raggiungere il 13% inizialmente, per poi arrivare al 50% nel corso dei prossimi tre anni. Questa misura mira a ridurre la dipendenza dalle forniture russe e bielorusse, nonché a indebolire ulteriormente l’economia della Russia.

Tuttavia, la proposta ha suscitato forti critiche da parte del settore agricolo, già penalizzato nel 2022 quando la sospensione delle forniture di gas naturale dalla Russia ha colpito la produzione europea di Fertilizzanti, risultando in un rincaro degli stessi.

Con l’introduzione di nuove imposte, gli agricoltori temono un ulteriore aumento dei costi, date le importanti quantità importate dai due Paesi. Nel periodo tra gennaio e novembre 2024, infatti, l’Unione Europea ha importato 4,746 milioni di tonnellate di Fertilizzanti da Russia e Bielorussia, pari a circa il 30% del totale delle importazioni, prevalentemente Fertilizzanti azotati e misti. Inoltre, le aziende europee produttrici di Fertilizzanti potrebbero non riuscire a ripristinare rapidamente i livelli ottimali di produzione.

Tuttavia, la Commissione Europea ha previsto misure di mitigazione per fronteggiare eventuali aumenti eccessivi dei costi. Tra le soluzioni proposte, vi è la possibilità di ridurre la tassazione sui prodotti provenienti da altri paesi fornitori.

TESEO.Clal.it – Import di Fertilizzanti dell’Unione Europea

Cereali: il mercato UE fa i conti con il contesto mondiale
19 Dicembre 2024

Di: Elisa Donegatti ed Ester Venturelli

TESEO.clal.it – UE: Export mensile di Cereali

La produzione di cereali nell’Unione Europea quest’anno è stata influenzata negativamente dalle condizioni meteorologiche: nel centro-ovest del continente si sono registrate piogge abbondanti, mentre nell’area orientale si è verificata una carenza di precipitazioni. L’eccesso di pioggia ha compromesso anche la qualità del raccolto, con significativi cali nella quantità e nella qualità di frumento tenero e orzo, in particolare in Francia. Questi diminuiti volumi stanno incidendo sull’export comunitario di cereali, che tra agosto e ottobre ha registrato una flessione rispetto agli anni precedenti, anche a causa del blocco delle importazioni di frumento francese da parte dell’Algeria, scaturito da recenti tensioni politiche.

Tuttavia, la spinta al rialzo dei prezzi derivante dalle ridotte produzioni è mitigata dall’offerta mondiale. Per quanto riguarda il Mais, si prevedono raccolti abbondanti in Brasile, il che dovrebbe mantenere stabili i prezzi.

Nel caso del Frumento Tenero, la riduzione della produzione nell’UE e il rallentamento dell’export russo dovrebbero essere bilanciati da un aumento della produzione in Argentina e Australia, mentre la semina dei cereali vernini nell’UE sta procedendo bene. Anche in questo caso, i prezzi sono destinati a rimanere stabili.

Per quanto riguarda l’Orzo, la produzione nell’UE è diminuita in Germania e Francia, rispettivamente primo e secondo produttore, ma complessivamente è aumentata grazie ai buoni raccolti in paesi come Spagna, Danimarca e Polonia. Nonostante ciò, i prezzi dell’orzo continuano a registrare aumenti e non sembra abbiano raggiunto ancora il picco.

TESEO.Clal.it – Frumento: Produzioni mondiali

Il futuro dell’agroalimentare tra UE e MERCOSUR
10 Dicembre 2024

Di: Marika De Vincenzi

L’accordo commerciale in fase di definizione fra Unione Europea e Mercosur arriva dopo anni di negoziati e liberalizza le esportazioni dall’America Latina all’Europa in alcuni settori dell’agroalimentare, fra i quali carni bovine, pollame e carni suine.

Carni Bovine: il peso del Mercosur nell’UE

Nel 2023 l’Import UE-27 di Carni Bovine dai Paesi Mercosur ha rappresentato il 50,7% del totale complessivo importato dai 27 Stati Membri. Fra Gennaio e Settembre di quest’anno, le importazioni hanno perso il 4% in volume, avvicinandosi alle 114 mila tonnellate, con il Brasile primo fornitore, seguito da Argentina e Uruguay.

L’Italia, nel gruppo Ue, è il secondo Paese importatore di Carne Bovina (30mila tonnellate), alle spalle dei Paesi Bassi (oltre 36.800 tons) nei primi nove mesi del 2024. In prevalenza si tratta di Carni bovine fresche o refrigerate disossate e di carni bovine congelate disossate.

Soia e Mais: export brasiliano in evidenza

Quanto all’export di Soia dal Brasile, l’Unione Europea con 6,76 milioni di tonnellate ritirate fra Gennaio e Novembre 2024 (+25,3% tendenziale) riveste una quota residuale della rotta brasiliana (appena il 7% del market share), che per il 73% è diretto verso la Cina (oltre 71 milioni di tonnellate).

Ancora inferiore l’export brasiliano di Mais verso l’Ue-27, che con 1,59 milioni di tonnellate inviate nei primi 11 mesi del 2024 costituisce appena il 4% dell’export. Inferiori i volumi di mais esportati (35,5 milioni di tonnellate contro i 96,8 milioni di soia), con destinazioni più frammentate e guidate da Egitto, Vietnam, Iran, Corea del Sud, Giappone, Cina, Algeria, Taiwan e Unione Europea.

Farina di Soia in Argentina: un mercato in crescita

L’Argentina esporta in Ue Farina di Soia, che rappresenta il 29% del mercato in uscita, per volumi vicini ai 4 milioni di tonnellate. Quantità all’export che sono schizzate nei primi dieci mesi del 2024 in alto del 240%.

TESEO.clal.it – Prezzi delle Carni Bovine

L’UE resta leader nell’export di Carne Suina
18 Novembre 2024

Di: Marika De Vincenzi ed Ester Venturelli

L’Unione Europea ha mantenuto la leadership mondiale delle esportazioni di Carne Suina (davanti a Usa e Canada), seppure con un calo fra Gennaio e Agosto dello 0,9% in volume e dello 0,4% in valore, posizionandosi a 2,7 milioni di tonnellate, per un valore di 8,2 miliardi di euro.

A livello geografico, sono aumentate le esportazioni verso Stati Uniti e Sud-Est Asiatico, con Regno Unito, Cina e Giappone che si confermano fra le principali destinazioni della carne suina made in EU.

Il prezzo medio delle carcasse di suino nell’Ue resta fra i più alti a livello globale, ma sono in diminuzione, a causa di una domanda moderata e di un’offerta superiore alla domanda. La Cina, d’altronde, primo importatore mondiale, ha rallentato gli acquisti per sostenere la produzione interna e l’economia locale.

Il prezzo dei suinetti si sta mantenendo complessivamente su valori mediamente più alti rispetto agli ultimi cinque anni e a ottobre 2024 si è stabilizzato a 63,35 €/capo. Anche in questo caso si registra una flessione dell’1,2% rispetto al mese scorso e del 12,1% su base annua.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi

Quale futuro per la produzione mondiale di carne suina?
11 Novembre 2024

Di: Marika De Vincenzi e Ester Venturelli

Quale futuro per la produzione mondiale di carne suina? Uno sguardo rapido ai dati pubblicati su Teseo ci consente una breve panoramica dello scenario globale. È bene avvertire, però, che le tendenze previste potrebbero subire delle modifiche anche brusche per diversi fattori come la peste suina africana (PSA) o altre zoonosi, tensioni geopolitiche, improvvisi squilibri dei prezzi e dei mercati, nuove rotte commerciali, politiche di import/export dettate dai più diversi fattori.

L’Unione Europea, ad esempio, ha incrementato il numero di capi macellati fra Gennaio e Agosto di quest’anno (+0,7% rispetto allo stesso periodo del 2023), ma nel 2025 le produzioni dovrebbero diminuire sia in termini di capi allevati che di quantità di carne prodotta. Effetto della presenza della peste suina africana (PSA), ma anche di normative ambientali che dovrebbero portare a un alleggerimento dei numeri. Stimate in ribasso anche le produzioni italiane.

Il Nord America (Stati Uniti, Canada e Messico) dovrebbe incrementare la popolazione suina nel 2025 e in termini di bilancia commerciale sarà curioso vedere quali politiche adotterà Washington in favore delle filiere agroalimentari, tradizionalmente orientate all’export, e quali rotte commerciali andranno a rafforzarsi.

La Cina lo scorso Settembre ha aumentato le importazioni di carne suina (+4,8% tendenziale), ma nel complesso nei primi nove mesi del 2024 gli acquisti di carne suina dall’estero sono scesi del 20,72% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’Ue-27 resta il primo fornitore, ma le importazioni di Pechino segnano un rallentamento del 19,4% per la carne suina fresca e congelata europea e un calo del 42% per la carne suina fresca e congelata dal Brasile. Eppure, non si tratta di una questione economica, perché le quotazioni della carne suina cinese si collocano a 4,32 $/kg, contro i 2,34 $/kg della carne acquistata dal Brasile, i 2,09 $ della carne spagnola e 1,71 $/kg della carne proveniente dagli Usa. Significa che c’è la volontà del governo cinese di sostenere gli allevamenti interni.

Il Sud-Est Asiatico dovrebbe continuare ad importare anche nel 2025, tenuto conto che il tasso di autoapprovvigionamento di Filippine e Corea del Sud è, rispettivamente, del 67% e del 64%. L’export brasiliano di carne suina ha fatto rotta verso Manila, quello dell’Ue-27, invece, ha fatto rotta verso Tokio, tenuto conto che l’Europa è il primo fornitore del Giappone.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi

Prezzo del Grano Tenero: i due pesi sulla bilancia
8 Novembre 2024

Di: Elisa Donegatti ed Ester Venturelli

La Russia, primo esportatore di Grano Tenero, ha adottato strategie che limitano l’esportazione di tale prodotto, quali un prezzo minimo, tasse all’export e limitazioni di quantità vendibili da parte di società straniere. Tale scelta è mirata a contrastare l’inflazione interna che colpisce farina e pane, spinta dalle scarse produzioni (-10,4% nella stagione 2024-25), dalla forte domanda estera e dagli elevati costi militari. Questa dinamica, insieme alla scarsa disponibilità di Grano di buona qualità in Francia, sprona i prezzi internazionali verso l’alto e favorisce le esportazioni Ucraine, che diventano ora maggiormente convenienti. Tuttavia, è atteso che anche l’Ucraina fisserà un prezzo minimo per le esportazioni di Grano a partire da inizio dicembre.

Nel panorama globale si evidenziano d’altra parte anche forze ribassiste nel mercato. Si sta avvicinando il periodo di raccolta nell’Emisfero Sud e le prospettive sono di buone quantità in Australia, ma soprattutto in Argentina, che dovrebbe realizzare la seconda produzione record consecutiva.
Anche in Ucraina le aspettative per il futuro raccolto sono di crescita, dato l’aumento delle aree seminate rispetto all’anno scorso.
Quanto al Nord America, la semina negli USA procede ad un buon ritmo: più dell’80% del Grano è già stato seminato, e circa il 40% si trova in buone o ottime condizioni. Le previsioni meteo dei prossimi giorni lasciano sperare in condizioni climatiche positive, in particolare nello stato chiave del Kansas.

Le forze in gioco appaiono dunque in equilibrio, suggerendo prospettive di sostanziale stabilità dei prezzi del Grano Tenero per i prossimi mesi.

TESEO.Clal.it – Produzioni mondiali di Grano Tenero