Com’è cambiato il ciclo delle macellazioni suine in Europa dal 2019?
20 Ottobre 2025

Di: Marika De Vincenzi

Dal 2019 (punto di partenza indicato a 0), la SPAGNA è l’unico Paese fra i principali produttori dell’UE-27 ad aver incrementato le macellazioni di suini. Il grafico utilizza l’anno mobile in quanto permette di ridurre l’effetto stagionalità ed evidenziare più chiaramente l’evoluzione del mercato.

Questi, in sintesi, i trend delle macellazioni in Europa:

  • 2019: aumentano i prezzi europei grazie alla forte domanda di Pechino. La Cina è nella fase critica legata al depopolamento dovuto alla Peste Suina Africana ed ha  bisogno di forniture di carne suina per i consumi interni e per mantenere elevati gli stock.
  • Metà 2020 – metà 2021: aumento delle macellazioni in Spagna, Olanda e Danimarca per effetto della maggior domanda cinese. A mano a mano che la produzione cinese aumenta e le esportazioni dall’Europa rallentano, diminuiscono i prezzi. L’eccesso di offerta generato dagli allevatori che avevano aumentato la produzione durante la fase di prezzi elevati, unito alla contrazione dei consumi dovuta al COVID, trascina i listini verso il basso.
  • 2022 – fine 2023: calano le macellazioni, anche per effetto dell’aumento dei costi di materie prime ed energia dovuto alla guerra in Ucraina. La minore disponibilità di animali (connessa anche a questioni sanitari, dalla Prrs alla PSA) infiamma i listini.
  • Dal 2024: leggera ripresa della produzione e delle macellazioni in tutti i Paesi, Italia inclusa, ad eccezione dell’Olanda, molto probabilmente condizionata da vincoli ambientali e normative sul benessere animale: molte aziende hanno ridotto il numero di capi o hanno chiuso per rispettare i limiti sulle emissioni di azoto e ammoniaca. 

I prezzi però sono in calo per effetto della domanda cinese che resta debole, della ripresa produttiva nell’UE e della maggiore competitività dei prezzi di USA e Brasile, con conseguente perdita di quote di mercato per l’Europa.

TESEO.clal.it – Dashboard Suini

EUDR tra deforestazione, diritti e competitività
4 Settembre 2025

Con EUDR (European Union Deforestation Regulation) si intende il regolamento UE adottato nel giugno 2023 per contrastare la deforestazione ed il degrado ambientale e sociale come conseguenza del consumo di prodotti commodity quali soia, olio di palma, carne bovina, caffè, cacao, legname, pellame, gomma e loro derivati.

Due diligence obbligatoria per prodotti a rischio deforestazione

Le aziende che li utilizzano sono tenute ad effettuare una due diligence per tracciare i prodotti fino al terreno in cui sono stati ottenuti, verificare che siano conformi alle leggi locali, compreso il rispetto dei diritti umani per le popolazioni locali. I Paesi produttori vengono classificati con un benchmarking in base al rischio di deforestazione per orientare il livello di due diligence richiesto.

Il regolamento avrebbe dovuto essere applicato ai grandi operatori a partire dalla fine del 2024, ma l’indebolimento dell’agenda climatica sul Green Deal europeo ha interessato anche l’impianto della normativa EUDR posticipandone gli obblighi, che si applicheranno dal 30 dicembre 2025 per gli operatori di grandi dimensioni e dal 30 giugno 2026 per le piccole imprese. La non conformità con le norme EUDR comporta una sanzione pari almeno al 4% del fatturato intra UE, la difficoltà ad accedere a finanziamenti pubblici, un danno d’immagine.

Il regolamento EUDR è una norma ambiziosa, approvata dagli organi UE: Parlamento, Consiglio, Commissione. Deforestazione, degrado ambientale e sociale sono dei problemi globali che riguardano Stati, imprese, consumatori. Esistono già strumenti tecnici per monitorare l’uso del suolo, come le rilevazioni satellitari, e i danni sono evidenti, non solo nelle foreste tropicali: basti pensare all’impatto dei conflitti. 
Di conseguenza, occorre agire a livello multilaterale. Questo anche per non creare distorsioni di competitività fra imprese / aree economiche, impegnandosi affinché commercio, produzione, consumo avvengano in modo consapevole e responsabile.

Fonte: Food Navigator

TESEO.clal.it – Semi di Soia: trend delle aree coltivate nel mondo

Polonia, mercato suinicolo emergente da tenere d’occhio
1 Settembre 2025

Di: Marika De Vincenzi

Tutti parlano di Spagna e Germania, ma in Europa c’è un Paese che cresce quasi in silenzio: la Polonia.

Negli ultimi anni, la Polonia ha consolidato la sua posizione nel mercato suinicolo europeo. Nonostante le sfide interne, come la diminuzione della popolazione suinicola nel 2024 (-7,1% sul 2023) e l’impatto della Peste Suina Africana (PSA), la Polonia sta mostrando segnali di resilienza e adattamento:

  • produzione in aumento: nel 2024 i suini macellati in Polonia sono cresciuti del 7,7%, con un trend confermato anche nel 2025: +4,8% nei primi cinque mesi dell’anno;
  • sostegni mirati: progetti cofinanziati da UE e governo polacco supportano la realizzazione di nuove porcilaie ad alta tecnologia, con migliori standard di benessere animale, gestione ambientale e biosicurezza, aumentando produttività, efficienza e qualità del prodotto, oltre a favorire l’ingresso di giovani;
  • export in crescita: le esportazioni di carni suine polacche sono aumentate del 7,7% nel 2024 e del 12,4% nei primi cinque mesi del 2025 (Regno Unito, Germania, Vietnam e Repubblica Ceca i primi Paesi di destinazione), confermando la crescita della Polonia sul mercato internazionale.
    I costi competitivi rendono il Paese un partner chiave anche per l’Italia, grande importatore di carni suine destinate alla trasformazione. Pur non essendo tra i principali fornitori di carne suina dell’Italia, la Polonia è oggi di gran lunga il principale fornitore di prosciutto cotto.

In Europa, dove Spagna e Germania guidano il settore, la Polonia si staglia come Player emergente e competitivo nel panorama suinicolo europeo, con prospettive di ulteriore crescita grazie a innovazione e ristrutturazioni all’interno della filiera.

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi

Il Canada rafforza l’export verso i Paesi UE di cereali e semi oleosi
8 Agosto 2025

Di: Elisa Donegatti

Nel primo semestre 2025, il Canada ha aumentato in modo significativo le esportazioni di Frumento, Mais, Colza e Soia verso l’Europa. Questi scambi trovano spazio nel contesto dell’’accordo CETA, che ha rimosso i dazi e semplificato le pratiche doganali, riducendo tempi e costi di consegna.

Export Canada
Frumento Duro Verso Italia+68% Gen – Giu 2025

Le esportazioni di Frumento canadese sono cresciute del 20,4%, mentre raddoppia la quota destinata all’UE (+100,7%). In Italia, gli acquisti di Frumento Tenero sono aumentati del 40,9%, quelli del Frumento Duro hanno registrato un +68,8%, oltre 309.000 tonnellate importate, confermando il Paese come primo acquirente europeo. Questi dati evidenziano come il Canada sia diventato un fornitore strategico per il mercato europeo, influenzando significativamente la dinamica dei prezzi. A Giugno, il prezzo FOB (Free On Board) all’export canadese di Frumento Duro verso l’Italia è stato di 189 €/ton, ai quali vanno aggiunti i costi di trasporto e assicurazione che ammontano mediamente al 37% circa, mentre le quotazioni italiane oscillavano tra i 266 e i 310 €/ton (dati delle Camere di Commercio di Bologna e Foggia). 

In un mercato sempre più aperto e competitivo, i produttori italiani di Frumento Duro sono chiamati a rafforzare la qualità e la stabilità dell’offerta, per mantenere un ruolo centrale nella filiera e valorizzare al meglio il prodotto nazionale di fronte alla concorrenza estera.

L’export di Mais canadese ha registrato un +85%: dopo due anni, l’Italia è tornata ad importare oltre 106.000 tonnellate, utili soprattutto per la zootecnia. Le esportazioni di Colza sono aumentate del 22,7%, con l’Europa che ha aumentato fortemente le quantità importate, sostenute dalla domanda di biocarburanti. Le esportazioni di Soia sono cresciute del 21,4%, nonostante il calo della domanda cinese; l’UE ha aumentato gli acquisti del 20%.

Canada, partner strategico per l’Europa

Negli ultimi anni, il Canada ha rafforzato il proprio posizionamento sul mercato europeo nel comparto cerealicolo e oleaginoso, approfittando di condizioni favorevoli per diversificare le esportazioni, ridurre la dipendenza dalla Cina e contribuire a ridefinire gli equilibri commerciali a livello globale. Questo aumento delle esportazioni ha contribuito a stabilizzare i prezzi in Europa, mitigando le incertezze produttive interne e la crescente pressione della domanda. La capacità del Canada di garantire forniture affidabili e tempestive è stata ulteriormente rafforzata attraverso la semplificazione delle procedure doganali e la riduzione dei costi burocratici.

Per il mercato italiano, monitorare l’evoluzione degli scambi con il Canada sarà essenziale per adattare le strategie di approvvigionamento, valorizzare la produzione nazionale e prevenire squilibri nella filiera.

TESEO.Clal.it – Canada: Export di Frumento Duro

Perché la Spagna importa sempre più suini vivi? 
14 Luglio 2025

Di: Marika De Vincenzi

Nel primo quadrimestre del 2025, la Spagna ha registrato un marcato aumento delle importazioni di suini vivi: +75% per i suinetti sotto i 50 kg (oltre 2,1 milioni di capi) e +26% per i suini oltre i 50 kg (circa 340.000 capi), provenienti principalmente da Paesi Bassi, Belgio e Germania.
I dati sopra riportati sembrano indicare che la Spagna stia sempre di più affidando ad altri Paesi europei le fasi iniziali dell’allevamento, come lo svezzamento, e concentrare in Spagna le fasi finali, quali l’ingrasso e la macellazione. A orientare questa scelta potrebbero contribuire anche la pressione sanitaria (in particolare PRRS) e l’eccesso di capacità produttiva degli impianti di macellazione e sezionamento.
Tra gennaio e aprile 2025, le importazioni dall’Olanda, infatti, hanno superato 1,48 milioni di suinetti (+58% rispetto al 2024).

A livello interno, la produzione complessiva di suini nel 2024 resta stabile (34,6 milioni di capi), ma la struttura si modifica: calano lattonzoli (-7,6%) e scrofe (-5,6%), mentre aumentano significativamente i capi tra 20 e 50 kg (+21,2%) e da ingrasso (+1,7%).

Sul fronte export, i mercati asiatici assumono un ruolo sempre più centrale. Nei primi quattro mesi del 2025 la Corea del Sud ha aumentato le importazioni di carne suina fresca e refrigerata dalla Spagna del 44,2%, mentre Regno Unito e Taiwan segnano incrementi a doppia cifra. Da aprile, inoltre, un nuovo accordo ha autorizzato l’export di stomaci di suino verso la Cina, rafforzando la valorizzazione commerciale delle frattaglie, segmento sempre più rilevante per la sostenibilità economica della filiera.

Negli ultimi anni la Spagna ha saputo realizzare una filiera suinicola efficiente, remunerativa e sempre più export-oriented. Ora il modello produttivo sta cambiando pelle, demandando appunto all’estero la fase iniziale della produzione di maiali. Potrebbe essere considerato anche in Italia? Oppure per le nostre caratteristiche dovrebbe essere privilegiata la soluzione del “nato, allevato e macellato in Italia”?

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi

Dazi sui Fertilizzanti: l’UE cerca un nuovo equilibrio
5 Giugno 2025

Di: Elisa Donegatti

A partire dal prossimo Luglio l’Unione Europea introdurrà nuovi dazi su Fertilizzanti e Prodotti Agricoli provenienti da Russia e Bielorussia. La misura mira a colpire economicamente Mosca, riducendo le entrate che potrebbero finanziare la guerra in Ucraina, e allo stesso tempo diminuire la dipendenza dell’UE.

I dazi interesseranno complessivamente oltre cento categorie di prodotti, tra cui Zucchero, Farine, Latticini e soprattutto Fertilizzanti a base di Azoto e Urea. In quest’ultimo caso, la tariffa salirà gradualmente fino a 430 euro per tonnellata entro il 2028, rendendo i prodotti russi e bielorussi praticamente non competitivi sul mercato europeo.

La decisione ha raccolto ampio sostegno politico, ma suscita forti preoccupazioni nel mondo agricolo. Le associazioni di categoria temono un’impennata dei costi di produzione e una maggiore vulnerabilità degli agricoltori europei. Per attenuare gli effetti negativi, la Commissione ha previsto un sistema di monitoraggio dei prezzi e la possibilità di sospendere i dazi in caso di emergenza, favorendo al contempo l’importazione di Fertilizzanti da altri Paesi.

Le preoccupazioni del settore trovano fondamento nei dati più recenti: nel primo trimestre del 2025 le importazioni di Fertilizzanti da paesi terzi sono cresciute del 12,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, le importazioni dalla Russia hanno nuovamente preso forza, con un volume pari a 1.534.000 di tonnellate solo tra Gennaio e Marzo, confermando il ruolo ancora dominante di Mosca nel mercato europeo nonostante le tensioni geopolitiche. Anche gli acquisti dall’Egitto, secondo fornitore dell’UE-27 e storicamente vicino alla Federazione Russa, sono aumentati rispetto al primo trimestre del 2024. Questo incremento dell’import rappresenta un paradosso per le politiche di autonomia strategica, evidenziando quanto sia ancora radicata la dipendenza europea da alcuni fornitori extra-UE, proprio nel momento in cui si preparano barriere tariffarie che rischiano di colpire direttamente la sostenibilità economica delle aziende agricole.

Questa mossa segna un passo importante verso una maggiore autonomia strategica dell’UE, ma pone anche una sfida concreta: bilanciare le esigenze geopolitiche con la sostenibilità economica dell’agricoltura europea.

TESEO.clal.it – UE-27: Import di Fertilizzanti
TESEO.clal.it – ITALIA: Import di Fertilizzanti

PAC e EUDR: si punta a meno burocrazia 
23 Aprile 2025

Di: Ester Venturelli

La Commissione Europea sta attuando modifiche di semplificazione riguardanti alcuni regolamenti. 

PAC

Tra questi, sono in corso lavori per semplificare la PAC volti a ridurre la burocrazia e facilitare l’accesso ai fondi per gli agricoltori. Tra le misure previste: maggiore flessibilità nelle condizionalità ambientali (Bcaa), aumento degli aiuti forfettari, possibilità per gli Stati membri di istituire riserve di crisi nazionali e riduzione dei controlli in azienda (massimo uno all’anno). Si punta anche sull’uso di tecnologie digitali per snellire i processi e sull’alleggerimento delle regole per l’agricoltura biologica. L’adozione ufficiale del pacchetto è prevista per il 14 maggio.

EUDR

Un altro regolamento sottoposto a modifiche è l’EUDR (European Deforestation Regulation), che coinvolge le filiere di sette commodity (cacao, caffè, soia, legno, olio di palma, gomma e bestiame), stabilito per disincentivare la deforestazione anche in Paesi terzi, dove viene prodotta buona parte delle materie prime utilizzate dalle filiere europee. Il regolamento prevede che le aziende che importano uno o più prodotti inclusi nella lista presentino una certificazione del luogo d’origine, con il dettaglio dell’area di coltivazione, e una prova che la produzione non ha causato deforestazione dopo il 31 dicembre 2020. Anche in questo caso le modifiche puntano ad alleggerire la burocrazia per le aziende. Ad esempio, invece di dover presentare una richiesta ad ogni spedizione, con l’adozione delle modifiche le aziende dovranno presentarla due volte all’anno. Il regolamento entrerà in vigore per le grandi e medie aziende a partire dal 30 dicembre 2025, mentre le piccole imprese avranno una proroga al 30 giugno 2026.

Meno Grano Tenero da USA e Russia, c’è spazio per l’UE
11 Aprile 2025

Di: Ester Venturelli ed Elisa Donegatti

La produzione di grano mondiale nella stagione corrente ha raggiunto il livello record di 796.85 milioni di tonnellate. Per la prossima stagione, (2025-26) che inizia a giugno, le prospettive non sono altrettanto rosee.

Le stime sulle semine di grano negli USA per il 2025 indicano un calo del 2% rispetto al 2024: il grano tenero invernale registra una diminuzione dell’1% mentre gli ettari destinati al grano primaverile dovrebbero diminuire del 4% per un totale di 18,35 milioni di ettari. La situazione è complicata dal persistente clima secco che ha colpito alcune zone chiave per la produzione, in particolare Kansas e Oklahoma. Da un sondaggio dell’USDA di inizio aprile è emerso che al momento solo il 48% delle coltivazioni di grano tenero negli Stati Uniti è in buone condizioni, mentre il 21% è in cattive condizioni

Anche in Russia il clima non è clemente e ha portato tempeste di neve e gelate nel paese. Inoltre, questa settimana la terza regione per la produzione di grano tenero è stata colpita da grandinate che hanno danneggiato le colture. Si prospettano, quindi, diminuzioni per la prossima produzione di grano russo. Questo si verifica dopo un’annata (2024-25) già in calo rispetto a quella precedente (-10,8%).

Le preoccupazioni metereologiche e le stime di un calo degli ettari stanno già esercitando spinte rialziste sui prezzi del grano a livello mondiale.

Da questa situazione potrebbe trarre vantaggio l’Unione Europea che, al contrario, prevede un aumento della produzione per il 2025, arrivando a 124,3 milioni di tonnellate (+9%, fonte: cocereal). Saranno, poi, da valutare l’effetto dei dazi, al momento sospesi, e del cambio €/$ che sta registrando un rafforzamento dell’Euro, riducendo la competitività delle esportazioni europee.

I dazi USA verso la Cina: un’opportunità per l’Europa?
10 Marzo 2025

Di: Marika De Vincenzi

Con l’intensificarsi dei dazi imposti dagli Stati Uniti sulla Cina, potrebbe aprirsi un varco per incrementare le esportazioni europee di Carne Suina e Bovina? In un clima di incertezza globale, l’ipotesi non è da escludere a priori.

Sebbene i principali fornitori, come il Brasile, continuino a giocare un ruolo significativo nel soddisfare la domanda cinese, anche grazie a una competitività sul piano dei prezzi, l’Unione Europea potrebbe beneficiare di un vantaggio competitivo legato alla qualità superiore e agli elevati standard di sicurezza alimentare dei suoi prodotti. Un aspetto per nulla trascurabile, anzi.

In un mercato sempre più attento agli aspetti legati alla salute e alla sicurezza alimentare, la carne europea potrebbe risultare preferita per le sue certificazioni e il rigoroso controllo delle normative sanitarie. Inoltre, gli accordi commerciali tra l’UE e la Cina potrebbero ulteriormente facilitare l’accesso al mercato cinese, incentivando una crescita delle esportazioni.

In questo contesto geopolitico in evoluzione, l’Europa ha l’opportunità di capitalizzare i vantaggi legati alla reputazione e alla qualità dei suoi prodotti, guadagnando quota nel mercato della carne suina e bovina in Cina. A patto, però, che i piani di rilancio dell’economia che Xi Jinping si appresta a varare possano esprimere la loro efficacia, facendo ripartire il gigante cinese.

Loietto e Mais Ceroso: foraggi essenziali per la zootecnia
4 Marzo 2025

Di: Ester Venturelli

Il Loietto (o Loiessa) è una delle graminacee più diffuse in Italia per la produzione di foraggio. È particolarmente apprezzato nell’allevamento delle vacche e degli ovini da latte perché  è un foraggio di alta qualità e molto appetibile per gli animali.

Il Loietto prevede la semina in autunno in terreni a medio impasto e 1 o 2 sfalci primaverili. Ci sono principalmente due tipologie di Loietto: diploide, con meno umidità nello stelo e quindi più adatto a fienagione o insilamento, e tetraploide, maggiori steli e superficie fogliare che, aumentando l’umidità, lo rendono più adatto alla foraggiata verde o insilamento con pre-essiccamento in campo.

Le produzioni di Loietto in Italia sono aumentate del 6% nel 2024 rispetto al 2020, grazie ad un aumento delle aree destinate alla coltivazione. Essendo una coltura che dà un foraggio di qualità ma con bassi livelli proteici ed energetici, spesso viene coltivato in miscugli con leguminose. 

Un foraggio ampiamente utilizzato per l’apporto di energia nella razione bovina è il Mais Ceroso. Per ottenere Mais Ceroso si seminano varietà da trinciato e pastone e si raccoglie la pianta intera in modo da ottenere un equilibrio tra amido e fibre tale per cui la sostanza secca risulti del 35%. Le problematiche legate alla produzione di Mais Ceroso sono, quindi, le classiche del Mais associate ai costi ed ai problemi di irrigazione. Negli ultimi anni, in Italia, le produzioni sono leggermente diminuite passando da 20.65 nel 2020 a 18.99 milioni di tonnellate nel 2024, a fronte di un calo dei terreni destinati.

Entrambi i prodotti sono per lo più prodotti dalle aziende zootecniche per l’autoconsumo, le poche quantità scambiate sul mercato tendono a seguire il prezzo del fieno di prato e dell’erba medica che negli ultimi mesi hanno avuto una tendenza in crescita causata dalla poca produzione di qualità ottenuta nella scorsa campagna.

TESEO.Clal.it – Produzioni e Rese di Loietto in Italia