Parte dal valore alla produzione del PROSCIUTTO di PARMA (951 milioni di euro, +2% sul 2022), calcolato da Ismea e Qualivita presentato pochi giorni fa a Roma per ricordare la storicità del Consorzio e dalla forza del prodotto, “che è cresciuto, nonostante il calo in volume, trascinato dall’aumento generalizzato dei prezzi”.
Così Paolo Tramelli, Direttore Marketing del Consorzio del Prosciutto di Parma, celebra il valore di un prodotto e di un marchio che è leader in ITALIA (dove si registrano il 65% dei consumi) e ha margini di crescita interessanti all’estero.
“Per il 2025 l’auspicio – continua Tramelli – è che si tenda verso un maggiore equilibrio, con uno scenario che sarà comunque caratterizzato da costi delle cosce fresche e prezzi finali al consumo che si manterranno su valori alti”.
Nel 2024, prosegue Tramelli, “il numero di cosce avviate alla lavorazione è diminuito e i prosciutti che costituiranno l’offerta della nostra DOP sul mercato nel 2025 saranno inferiori, aspetto che contribuirà a mantenere i prezzi elevati sul mercato finale”. Situazione diversa a monte della filiera, dove nel 2025 si prevede una maggiore disponibilità di suini e, quindi, di cosce, che dovrebbe portare a un recupero del livello produttivo”.
A livello di promozione, l’estero resterà strategico (“quest’anno le vendite di pre-affettato hanno ripreso quota”, dichiara Tramelli) per il Consorzio del Prosciutto di Parma, così come il mercato nazionale. “Continueremo a investire sia sui mercati internazionali, anche nel canale ristorazione, che in Italia, dove continueremo le collaborazioni con la GDO per comunicare i valori del nostro prodotto”, conclude il direttore Marketing del Consorzio del Prosciutto di Parma.