Professionisti motivati che operano per i produttori ed insieme a loro senza trincerarsi dietro scusanti burocratiche e posizioni di potere, questo è il riferimento operativo che permette il successo della grande cooperativa del latte indiana.
Dal suo avvio nel 1973, la Gujarat Cooperative Milk Marketing Federation Limited (GCMMF) è rimasta un’azienda guidata dal consiglio di amministrazione che rappresenta effettivamente gli allevatori e gestita da personale che mette al servizio della filiera le necessarie competenze tecniche e manageriali. È formata da 3.6 milioni di soci che consegnano 35 milioni di litri di latte al giorno a 18 centri distrettuali di lavorazione che commercializzano tutti i prodotti con l’unico marchio Amul.
Si tratta di un sistema organizzativo ed operativo lungo, complesso e difficile ma che permette anche ad un piccolissimo allevatore di un villaggio sperduto di far arrivare il proprio latte nelle grandi metropoli di Delhi o Calcutta, traendone il necessario valore per il sostentamento della sua famiglia.
Il “modello Amul” funziona perché ha saputo mantenere il legame diretto fra chi produce e chi consuma a migliaia di chilometri di distanza contenendo al massimo il differenziale fra il costo pagato dal consumatore col prezzo riconosciuto al produttore e per l’aver messo da parte carrierismo e vincoli burocratici focalizzandosi sul vincolo con i produttori.
Fonte: eDairyNews