Di: Elisa Donegatti ed Ester Venturelli
La Russia, primo esportatore di Grano Tenero, ha adottato strategie che limitano l’esportazione di tale prodotto, quali un prezzo minimo, tasse all’export e limitazioni di quantità vendibili da parte di società straniere. Tale scelta è mirata a contrastare l’inflazione interna che colpisce farina e pane, spinta dalle scarse produzioni (-10,4% nella stagione 2024-25), dalla forte domanda estera e dagli elevati costi militari. Questa dinamica, insieme alla scarsa disponibilità di Grano di buona qualità in Francia, sprona i prezzi internazionali verso l’alto e favorisce le esportazioni Ucraine, che diventano ora maggiormente convenienti. Tuttavia, è atteso che anche l’Ucraina fisserà un prezzo minimo per le esportazioni di Grano a partire da inizio dicembre.
Nel panorama globale si evidenziano d’altra parte anche forze ribassiste nel mercato. Si sta avvicinando il periodo di raccolta nell’Emisfero Sud e le prospettive sono di buone quantità in Australia, ma soprattutto in Argentina, che dovrebbe realizzare la seconda produzione record consecutiva.
Anche in Ucraina le aspettative per il futuro raccolto sono di crescita, dato l’aumento delle aree seminate rispetto all’anno scorso.
Quanto al Nord America, la semina negli USA procede ad un buon ritmo: più dell’80% del Grano è già stato seminato, e circa il 40% si trova in buone o ottime condizioni. Le previsioni meteo dei prossimi giorni lasciano sperare in condizioni climatiche positive, in particolare nello stato chiave del Kansas.
Le forze in gioco appaiono dunque in equilibrio, suggerendo prospettive di sostanziale stabilità dei prezzi del Grano Tenero per i prossimi mesi.