Di: Marika De Vincenzi e Ester Venturelli
Quale futuro per la produzione mondiale di carne suina? Uno sguardo rapido ai dati pubblicati su Teseo ci consente una breve panoramica dello scenario globale. È bene avvertire, però, che le tendenze previste potrebbero subire delle modifiche anche brusche per diversi fattori come la peste suina africana (PSA) o altre zoonosi, tensioni geopolitiche, improvvisi squilibri dei prezzi e dei mercati, nuove rotte commerciali, politiche di import/export dettate dai più diversi fattori.
L’Unione Europea, ad esempio, ha incrementato il numero di capi macellati fra Gennaio e Agosto di quest’anno (+0,7% rispetto allo stesso periodo del 2023), ma nel 2025 le produzioni dovrebbero diminuire sia in termini di capi allevati che di quantità di carne prodotta. Effetto della presenza della peste suina africana (PSA), ma anche di normative ambientali che dovrebbero portare a un alleggerimento dei numeri. Stimate in ribasso anche le produzioni italiane.
Il Nord America (Stati Uniti, Canada e Messico) dovrebbe incrementare la popolazione suina nel 2025 e in termini di bilancia commerciale sarà curioso vedere quali politiche adotterà Washington in favore delle filiere agroalimentari, tradizionalmente orientate all’export, e quali rotte commerciali andranno a rafforzarsi.
La Cina lo scorso Settembre ha aumentato le importazioni di carne suina (+4,8% tendenziale), ma nel complesso nei primi nove mesi del 2024 gli acquisti di carne suina dall’estero sono scesi del 20,72% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’Ue-27 resta il primo fornitore, ma le importazioni di Pechino segnano un rallentamento del 19,4% per la carne suina fresca e congelata europea e un calo del 42% per la carne suina fresca e congelata dal Brasile. Eppure, non si tratta di una questione economica, perché le quotazioni della carne suina cinese si collocano a 4,32 $/kg, contro i 2,34 $/kg della carne acquistata dal Brasile, i 2,09 $ della carne spagnola e 1,71 $/kg della carne proveniente dagli Usa. Significa che c’è la volontà del governo cinese di sostenere gli allevamenti interni.
Il Sud-Est Asiatico dovrebbe continuare ad importare anche nel 2025, tenuto conto che il tasso di autoapprovvigionamento di Filippine e Corea del Sud è, rispettivamente, del 67% e del 64%. L’export brasiliano di carne suina ha fatto rotta verso Manila, quello dell’Ue-27, invece, ha fatto rotta verso Tokio, tenuto conto che l’Europa è il primo fornitore del Giappone.