“Il mercato si trova in una fase complessa, dove il prezzo del suino non tende a calare e, per questo, vi sono ripercussioni forti su tutta la filiera”. La sentenza è di Davide Calderone, Direttore di ASSICA, che mette nel mirino il tema della Peste suina africana (PSA), una problematica che “sta influenzando anche da un punto di vista emotivo, perché il numero di animali abbattuti non è tale da spostare mercato”.
Indubbiamente, aggiunge Calderone, “anche i problemi relativi alla gestione delle zone di restrizione sono complessi, così come i vincoli all’export, in particolare verso Stati Uniti e Canada”. Conti alla mano, Assica stima una perdita di 20 milioni al mese per mancate esportazioni.
Una botta che si ripercuote in maniera molto pesante sulle aziende. Eppure, aggiunge il Direttore di Assica, “parliamo di una tipologia di prodotto sanissimo, ma che in base alla normativa europea comporta regole per la macellazione separata e la gestione dei prodotti in lavorazione, situazioni che comportano difficoltà oggettive per macelli e salumifici”.
Poi c’è il tema legato alle quotazioni di mercato. “Prezzi così alti dei suini non li abbiamo mai visti – osserva -. Ci vorrebbe una presa di coscienza da parte delle imprese di allevamento, macellazione, trasformazione e grande distribuzione per rendersi conto che già oggi i margini per i produttori sono bassissimi e che la filiera rischia di lacerarsi. Dovremmo sostenere insieme la riduzione dell’aliquota Iva per carni e salumi, portandola dal 10 al 4%, sostenendo in tal modo i consumi e favorendo quindi la filiera tutta”.
ASSICA invita a prevedere aiuti “non solo a sostegno degli allevatori, ma anche per gli anelli a valle, così da garantire un futuro alla filiera. Il punto principale – chiosa Calderone – è che venga assicurata una adeguata dotazione finanziaria per un piano pluriennale di eradicazione della PSA, attraverso il sostegno alle azioni messe in campo da questa nuova struttura commissariale, che ha iniziato il lavoro con il piede giusto”.