La forza propulsiva dell’Export Brasiliano
15 Maggio 2024

Di: Marika De Vincenzi, Elisa Donegatti ed Ester Venturelli

Nelle ultime due annate agricole, il Brasile ha prodotto quantità elevate di Cereali e Semi Oleosi, soprattutto Mais e Soia. L’abbondanza dei prodotti ha fatto sì che i prezzi Brasiliani rimanessero competitivi rispetto agli USA, principale Paese concorrente, e questo ha incentivato le esportazioni. 

L’export di Cereali, principalmente Mais e Frumento Tenero, è cresciuto del +25% nel 2023. Nel primo quadrimestre del 2024 ha registrato un ridimensionamento del -21,4%, ma si tratta comunque di quantità elevate rispetto allo storico. Tra gli acquirenti, aumentano gli acquisti da parte di Vietnam, Cina, Filippine, Iran ed Egitto. 

L’export di Semi Oleosi, quasi totalmente composto da Soia (prezzo medio unitario nel primo quadrimestre: 438$/Ton) e Farina di Soia (454$/Ton), è aumentato del +25,5%, mentre nel primo quadrimestre la crescita si attesta a +11,7%. Ad acquistare maggiori quantità sono soprattutto la Cina per quanto riguarda la Soia e l’UE per quanto riguarda la Farina di Soia.

La maggiore disponibilità di prodotti agricoli ha ridotto i costi per l’alimentazione zootecnica e, di conseguenza, ha incentivato la produzione di carne Suina e Bovina nel Paese. Le stime USDA indicano, per il 2024, una crescita del +4,2% delle produzioni di Carni Suine e del +2,4% delle produzioni di Carni Bovine, mantenendo per entrambe il trend in aumento che ha caratterizzato gli ultimi anni. Per questo, i prezzi per entrambe le categorie hanno registrato una diminuzione, rendendo il Paese maggiormente competitivo e supportando le esportazioni.

Le esportazioni di Carni Suine sono aumentate complessivamente del 4,3% nel primo quadrimestre del 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023. Nonostante la quota destinata alla Cina sia crollata (-36,8%), il calo dei prezzi ha permesso di ampliare e differenziare maggiormente il portfolio degli acquirenti. Ad esempio, le Carni fresche, refrigerate e congelate (79,1% del totale), sono state vendute ad un prezzo medio unitario di 2,26$/Kg e hanno registrato una variazione di +1,73%, nonostante la perdita di quasi un 40% verso la Cina, grazie a maggiori quantità spedite nelle Filippine, in Cile e in Giappone.

L’export di Carni Bovine registra una crescita del 45,7% tra Gennaio e Aprile 2024, rispetto a Gennaio-Aprile 2023. In questo caso, l’aumento è determinato principalmente da maggiori acquisti da parte della Cina di Carni Bovine congelate, vendute dal Brasile ad un prezzo unitario medio di 4,43$/Kg. Le vendite di Carni bovine congelate risultano in forte aumento anche verso gli Emirati Arabi Uniti (+45.362 tonnellate).

Questi dati ci spingono a INTERROGARE LA FILIERA
13 Maggio 2024

Di: Marika De Vincenzi

I dati relativi allo share dei consumi retail di carne e dei principali salumi nel periodo compreso fra Aprile 2023 e Marzo 2024 evidenziano che la carne suina fresca rappresenta il 18% del totale dei consumi in volume e il 12% dei consumi a valore. In termini di volumi, al primo posto si colloca la carne avicunicola fresca (48% di share), mentre in valore precedono il maiale tre voci: la carne avicunicola fresca (28% dello share a valore), la carne bovina fresca (17%) e il prosciutto cotto (16%).

Se spostiamo l’attenzione sulla variazione dei consumi domestici di carni fresche, nell’anno terminale mobile considerato (ricordiamo: Aprile 23/Marzo 24) la carne suina fresca è cresciuta dello 0,4% in quantità e del 7,1% in valore, contro una crescita del 4,5% dei consumi e del 4,6% in valore per la carne avicunicola fresca e dell’1% in quantità e del 4,2% in valore per la carne bovina fresca.
Guardando più specificatamente la salumeria, crescono in volume solamente i consumi di prosciutto cotto (+2,4%), mortadella (+2,4%), salame (+3,1%). Trend negativi per il prosciutto crudo Dop (-4,6%), per il prosciutto crudo non Dop (-3,1%) e per la pancetta a cubetti (-1%).

I prezzi settimanali dei suini da macello destinati al circuito tutelato sono in diminuzione rispetto ai picchi segnati nei mesi scorsi e sono scesi sotto i 2 €/kg dopo quattro ribassi consecutivi in CUN.
Anche le macellazioni dei maiali per la DOP sono in diminuzione, mentre il peso medio di macellazione degli animali è in crescita.
Questi dati ci spingono a interrogare la filiera. Entriamo in una fase in cui la disponibilità di suini potrebbe essere in parte inferiore alla domanda e con consumi non entusiasmanti, seppure la salumeria di qualità conservi un grande appeal, con qualche difficoltà legata al boom inflattivo.

Come evolveranno i prezzi al consumo?
Con quali effetti sugli acquisti di carne suina e, soprattutto, di salumi?
Come la catena di approvvigionamento potrà riequilibrare i prezzi e i margini di guadagno?

TESEO.clal.it – Suini: prezzi dei tagli freschi

Crescita significativa dei salari agricoli
10 Maggio 2024

Di: Elisabetta Viari

Un recente rapporto sulla Nuova Zelanda ha svelato un trend positivo nei salari agricoli, dimostrando che gli Imprenditori Agricoli stanno investendo sempre più nel loro personale.

Secondo il Rapporto sugli Stipendi Agricoli 2024 di Federated Farmers-Rabobank, i salari medi per i lavoratori agricoli sono in forte aumento rispetto al 2022. Lo stipendio medio di un responsabile di un allevamento di vacche da latte è aumentato del 19%, e di un allevamento di ovini/bovini del 22%, rispetto a due anni fa.

Questi aumenti salariali sono particolarmente significativi considerando le molteplici sfide affrontate dagli agricoltori, tra cui Covid, eventi meteorologici estremi e inflazione.

Ma non è tutto: il rapporto evidenzia anche una crescita nei Total Package Values (TPV) per i dipendenti agricoli, che includono una vasta gamma di benefici come l’uso del veicolo, carne, legna da ardere e molto altro ancora.

Fonte: Rabobank

Fertilizzanti: il calo dei prezzi stimola il trade
9 Maggio 2024

Di: Elisa Donegatti, Ester Venturelli

Nel 2022, l’UE ha prodotto 54,4 milioni di tonnellate di fertilizzanti, in calo del -7% rispetto al 2021, a causa del costo elevato del Gas Naturale. Secondo le stime di Eurostat, nel 2023 la produzione sarebbe diminuita di un ulteriore -3,4%. I principali produttori sono Francia e Germania, seguiti dalla Polonia. L’export dell’UE nel 2022 e nel 2023 è stato stabile con 12,4 milioni di tonnellate, mentre l’import è stato di 17,6 milioni di tonnellate nel 2022 e 16,3 nel 2023. 

Nel 2024, sia l’import che l’export dell’UE di fertilizzanti sono in aumento, probabilmente stimolati dai prezzi in diminuzione.

L’import UE è cresciuto complessivamente del +10% raggiungendo un totale di 3,4 milioni di tonnellate. Si è registrato un calo degli acquisti dei concimi azotati, di cui il principale è l’Urea (importata ad un prezzo medio unitario di 347€/ton), più che compensato da aumenti sia per i concimi potassici, principalmente Cloruro di Potassio (364€/Ton), che misti. Il principale Paese fornitore è la Russia, con 969 mila tonnellate tra Gennaio e Febbraio 2024, più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2023. Importanti quantità vengono fornite anche da Paesi del Nord Africa, quali Egitto, Marocco e Algeria, che in parte producono e in parte rivendono fertilizzanti Russi.

L’export UE registra un aumento del +7,4%, arrivando a 2 milioni di tonnellate nel primo bimestre, con quantità in crescita per i concimi azotati e misti, mentre calano i concimi potassici. Le destinazioni sono varie e le principali sono USA, Ucraina e Regno Unito. 

In particolare, la domanda USA di concimi è in crescita (+20,7% Gennaio-Marzo 2024) e, confrontando i primi tre mesi degli ultimi anni, ha raggiunto quantità record non solo dall’UE, ma anche da altri importanti fornitori come il Canada, la Russia e l’Arabia Saudita.

Sostenibilità: molto più di un semplice slogan
7 Maggio 2024

Equilibrio tra bisogni presenti e futuri (Rapporto Brundtland, 1987)

Oggi parlare di sostenibilità è quasi diventato uno slogan da declinare per azioni quali il riciclo, le pratiche di agricoltura conservativa, la riduzione delle emissioni o la lotta al cambiamento climatico. Però sostenibilità ha un significato molto più ampio e profondo, quello di “consentire alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”. Questo termine oggi così tanto in voga rimonta al lontano 1987 quando la Commissione mondiale su Ambiente e Sviluppo dell’ONU, presieduta dal primo ministro norvegese signora Bruntland, presentò il rapporto «Our common future» (Il futuro di tutti noi), indicando le azioni da attuare per uno sviluppo sostenibile.  Implicito in questo termine è pertanto il concetto dei bisogni, che evidenzia l’obiettivo di provvedere alle necessità essenziali per i meno abbienti ed il fatto che l’economia e l’organizzazione sociale debbano tener conto delle capacità dell’ambiente di provvedere ai bisogni presenti e futuri del mondo.

La storia mostra l’urgente necessità dello sviluppo sostenibile

La storia insegna come con l’aumento delle esigenze e dei bisogni della società, il volume e la struttura del consumo di varie risorse iniziano a cambiare innescando problemi su scala mondiale quali guerre, disuguaglianze sociali, disastri ambientali, peraltro prevedibili. Nel ventesimo secolo, questi problemi si sono aggravati in modo significativo ed hanno creato una crisi sistemica che impone di affrontarli in modo rapido.  Pertanto, bilanciare i tre “pilastri” dello sviluppo sostenibile –in inglese Planet, People, Profit – diventa una pratica intrinsecamente positiva ed una necessità da perseguire in modo fattivo da parte di tutti. Per questo occorre riconsiderare l’uso dei carburanti fossili, carbone, petrolio, gas, che rappresentano oltre il 75% delle emissioni di gas ad effetto serra e contrastare la deforestazione nelle zone umide tropicali, scrigno di biodiversità. Di uguale importanza, anche se meno dibattuto, è il tema della salvaguardia dei diritti umani, dei principi di giustizia e di tutela della salute. Nelle attività economiche occorre ridefinire e innovare la produttività della catena del valore riducendo le risorse impiegate e migliorando i processi di distribuzione del valore.

Il rapporto Brundtal, già quasi quarant’anni fa forniva ai governi una prospettiva globale di politiche per il riconoscimento del valore strumentale di un ambiente naturale sano, compresa l’importanza della biodiversità; la protezione e l’apprezzamento dei bisogni delle culture locali; la cura dell’equità economica e sociale nelle comunità di tutto il mondo; l’attuazione responsabile e trasparente delle politiche pubbliche. Solo nel 2015 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, indicando i 17 obiettivi volti a creare una società equa a livello mondiale, in un ambiente sano e prospero.

Oltre alle politiche pubbliche, lo sviluppo sostenibile impone però un impegno concreto, convinto e condiviso da parte di tutte le componenti la società, cioè tutti noi, in tutto il mondo.

Fonte: United Nations

A fronte di una probabile CONTRAZIONE del numero dei capi allevati…
6 Maggio 2024

Di: Marika De Vincenzi

Con oltre 34,4 milioni di capi allevati, la Spagna rappresenta il 26% dell’intero patrimonio suinicolo dell’Unione Europea ed è il primo Paese esportatore tra i 27 dell’Ue.
Nei primi due mesi del 2024 la Spagna ha incrementato l’export del 4,65% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Cina è il primo paese di destinazione per l’export di carni suine, inclusi i salumi, seguita da Italia, Francia, Giappone e Filippine.

Se, invece, restringiamo il focus sul solo export di Salumi (-1,4% nei primi due mesi del 2024 su base tendenziale), i primi tre Paesi di destinazione sono Francia, Germania e Portogallo. L’Italia si colloca al sesto posto, un dato che non deve essere sottovalutato e che conferma quanto la salumeria made in Italy sia radicata nel nostro territorio per tradizione, artigianalità, cultura. Un’arma che dobbiamo sfruttare anche sul piano internazionale (temporanee limitazioni permettendo).

Anche la Germania nel mese di Gennaio parte col piede giusto: +5,21 le quantità esportate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita in valore del 12,29%. Un segnale positivo, dopo quattro stagioni – fra il 2020 e il 2023 compresi – caratterizzati da vendite al di fuori dei propri confini nazionali al ribasso, con l’export 2023 in frenata del 13,3% rispetto all’anno precedente. Molto “local” l’export tedesco, orientato prevalentemente ai Paesi limitrofi: in ordine di volume, Paesi Bassi, Italia, Polonia, Austria.

Anche Olanda e Danimarca, due Paesi leader nelle esportazioni di carni suine – tanto che il rapporto fra export e macellazioni è del 95,3% per i Paesi Bassi e del 90,2% per la Danimarca (per dare un’idea, la percentuale della Spagna si ferma al 48,8%) – nel 2023 hanno tirato il freno sul fronte delle esportazioni.
In particolare, l’export di carni suine e salumi dei Paesi Bassi è diminuito del 4,22% in quantità e del 19,63% per la Danimarca.
L’Olanda, però, è riuscita a incrementare (+11,90%) le esportazioni in valore, superando i 4,5 miliardi di euro, vale a dire quasi 1,1 miliardi di euro in più rispetto alla Danimarca.

Nel 2024, a fronte di una probabile contrazione del numero dei capi allevati in tutta Europa, è probabile che l’export si mantenga su volumi sostanzialmente stabili. Molto dipenderà dalla Cina, dal Giappone, e complessivamente, dall’Asia.

Continua il ridimensionamento dei prezzi delle principali materie prime
29 Aprile 2024

Di: Ester Venturelli e Mirco De Vincenzi

Continua il ridimensionamento sulle piazze italiane dei prezzi delle principali materie prime, che, eccetto il Gasolio, sono tutti in rosso rispetto ad un anno fa, pur rimanendo a valori superiori a quelli registrati prima del 2020.

I Cereali, dopo un recupero a fine 2023, hanno ripreso una tendenza in leggero calo dovuta alla buona disponibilità sui mercati mondiali e favorita anche dal prodotto ucraino che entra massicciamente in UE. Ci sono preoccupazioni per la produzione di Mais in Argentina, mentre le condizioni climatiche in Europa, per il momento, sono favorevoli.

Il prezzo della Farina di Soia ha tardato a diminuire rispetto agli altri input, ma da Gennaio si è ridimensionato in modo significativo. Il prezzo della Soia (Camera di Commercio di Bologna) ha recuperato nelle ultime rilevazioni, ma le prospettive di una buona produzione in Argentina e un ritmo di semina più veloce rispetto alla media negli USA creano forze al ribasso in questo mercato.

Per quanto riguarda gli input energetici, il prezzo dell’Energia Elettrica in Europa da Gennaio ha ripreso il trend in diminuzione, nonostante i carburanti siano invece spinti verso l’alto dalle tensioni geopolitiche. Il Gasolio Agricolo e il Petrolio, infatti, registrano valori molto superiori allo storico.

Infine, i Fertilizzanti stanno seguendo un trend in diminuzione, che risulta più accentuato per l’Urea e il Cloruro Potassico, e più lento per il Perfosfato granulare.

Il Commento: Per evitare il tracollo di una Filiera [Davide Calderone, Assica]
29 Aprile 2024

Davide Calderone – Direttore di ASSICA

Peste suina africana (PSA): per evitare il tracollo di una Filiera che vale intorno ai 20 miliardi di euro e conta su un export che ne vale all’incirca due, servono azioni rapide e un piano di contrasto efficace. Ne è convinto Davide Calderone, Direttore di ASSICA: “Siamo ancora in tempo, ma siamo all’ultima chiamata, non ci sono ulteriori margini di manovra. Per cui è necessario che il Governo doti il Commissario e la task force deputata dei necessari poteri di azione e dei finanziamenti adeguati, perché l’unica possibilità di fermare l’allargamento delle zone di contagio è porre adeguati correttivi sul piano delle recinzioni e di contenimento”.

E se le azioni prioritarie da adottare per arginare la PSA sono due, e cioè depopolamento e contenimento, non bisogna confondere l’ordine. “È inutile depopolare senza aver prima installato le recinzioni di contenimento – mette in guardia Calderone -, prova ne sia che il contagio si sta allargando. Speriamo, però, che il coinvolgimento così vasto delle zone interessate dalle restrizioni possa essere il vero campanello d’allarme per prendere decisioni difficili, complesse, costose, ma non più rimandabili”.

Lunedì prossimo, 29 Aprile, è stato convocato al MASAF il tavolo suinicolo, al quale ASSICA porterà le proprie istanze per chiedere un cambio di passo nell’approccio alla PSA.
Bisogna difendere aziende, occupati, filiere del made in Italy, prodotti che rappresentano la tradizione dei diversi territori. L’export ne ha risentito. “Oltre ai divieti all’esportazione che alcuni paesi come il Giappone hanno decretato all’epoca della prima comparsa della malattia, a Gennaio 2022, si sono aggiunte di recente le restrizioni imposte dal Canada e dagli Stati Uniti sui salumi a breve stagionatura – sottolinea Calderone -. È un danno per alcune imprese davvero pesante”.

Cereali campioni in un import agroalimentare Cinese debole
26 Aprile 2024

Di: Elisa Donegatti, Mirco De Vincenzi, Ester Venturelli

Nel primo trimestre del 2024, la Cina ha incrementato gli acquisti di Cereali del 25,9% rispetto allo stesso periodo del 2023 e registrando il record degli ultimi quattro anni. 

A trainare la crescita è soprattutto la domanda di Orzo che passa da circa 1,7 milioni a 4,4 milioni di tonnellate (+162%). L’Orzo acquistato è destinato sia alla produzione di birra che all’alimentazione zootecnica e tra i fornitori spicca l’Australia, primo Paese di origine con 2,3 milioni di tonnellate. L’acquisto di Orzo dall’Australia è iniziato nella seconda metà dell’anno scorso, dopo la rimozione ad Agosto dei dazi “anti-dumping” imposti da Pechino. Risulta in crescita anche l’acquisto di Sorgo, principalmente dagli USA, e, in misura minore, di Mais, soprattutto dal Brasile.

Per quanto riguarda i Semi Oleosi, nonostante i prezzi in diminuzione, l’import registra riduzioni per quasi tutte le voci. Gli acquisti di Soia sono passati da 23 milioni di tonnellate a 18,5 milioni di tonnellate, con aumenti dal Brasile che non hanno compensato le riduzioni dagli altri Paesi di origine.

Nel settore Dairy, si mantiene la tendenza di indebolimento della domanda. Prosegue, infatti, il calo delle importazioni con un -14,5% (Gennaio-Marzo 2024 rispetto a Gennaio-Marzo 2023). Diminuiscono, in particolare, le importazioni dall’ UE (-30,7%) che vedono ridursi le quantità di latte alimentare e SMP (-80%). Anche nelle importazioni dagli USA si registra una diminuzione importante (-18,3%) dovuta soprattutto al calo della richiesta di Siero (-23,7%) associata ad un ridimensionamento della mandria suinicola.Tra le poche voci che registrano una variazione positiva ci sono la WMP (+6,4%) e i Formaggi grattugiati (+20,5%). Tuttavia, il rallentamento complessivo sottolinea un’erosione generalizzata della domanda che probabilmente è associato sia ad una maggiore produzione domestica, sia all’indebolimento dell’economia del Paese.

Clal.it – Importazioni dairy della Cina

Aziende Agricole: novità per i Crediti di Carbonio
24 Aprile 2024

Di: Ester Venturelli

Il Carbon Farming è un insieme di pratiche agricole che favoriscono l’assorbimento dei gas climalteranti nel suolo e nella vegetazione. Questo può portare ad un maggiore assorbimento di Carbonio rispetto a quanto emesso dall’azienda agricola, generando dei Crediti di Carbonio che potrebbero essere certificati e venduti, generando reddito per l’agricoltore.

Ma come certificare questi Crediti?

A Febbraio 2024, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’UE hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di Regolamento per la certificazione dei Crediti di Carbonio (CRCF) elaborata dalla Commissione Europea. 

Il Regolamento CRCF è la base su cui si potrà sviluppare il mercato dei crediti di carbonio. 

Vediamo meglio nella pratica di cosa si tratta in questa nuova, breve presentazione: