
“Per le carni bovine continua il periodo di relativa difficoltà, con prezzi alti mai registrati dovuti alla scarsa disponibilità di bovini vivi in tutta Europa”. Quanto afferma il Direttore della Cooperativa CLAI Sca, Stefano Giubertoni, è una tendenza ormai in atto dall’inizio del 2024, che sta abbracciando tutte le categorie: vitello, vitellone, scottona e, in questa fase, anche le vacche, che sono tenute più a lungo in stalla in concomitanza di un prezzo del latte remunerativo. Il trend, prevede Giubertoni, “probabilmente non è ancora al suo limite massimo”.
Per quanto riguarda l’allevamento da ingrasso in Italia, “si devono fare i conti con i prezzi in continua ascesa dei ristalli provenienti dalla Francia, dovuto al fatto che ci sono sempre meno vacche nutrici. Uno scenario appesantito anche da nuove rotte commerciali, dalla Spagna al Nord Africa, area quest’ultima che è meta dei flussi di bovini vivi dall’Italia”.
Relativamente ai Consumi, prosegue Giubertoni, “assistiamo ad una contrazione nel mercato retail dovuta in primo luogo al prezzo ed alle politiche di vendita della grande distribuzione, con una riduzione degli spazi di vendita a favore di altre carni, diminuzione della pressione promozionale, ritardo nel recepire i vari aumenti dei listini”.
In futuro si dovrebbe mantenere elevata l’attenzione del mercato verso carni di segmento premium, accanto “ad uno sviluppo di format di ristorazione costruiti intorno alla carne e allo sviluppo anche di segmenti di carni di alta qualità, con un alto contenuto di servizio, soprattutto in GDO nel libero servizio”.