Carne bovina, il punto lo fa Fulvio Fortunati, Amministratore di International Consulting Trading, Società di consulenza internazionale nelle carni e nel bestiame, e parte dalla Francia, serbatoio dei Broutard che vengono allevati in Italia. “Il mercato in Francia è lievitato in modo significativo non tanto per il calo delle vacche nutrici, che è nell’ordine dell’1-2 per cento – spiega Fortunati -, ma per l’entrata nel mercato francese ed europeo di alcuni attori nuovi come Turchia, Algeria e Marocco”.
Uno scenario inedito rispetto a qualche anno fa, dove il mercato di arrivo dei bovini vivi era prevalentemente in mano all’Italia e in misura minore alla Grecia.
“Oggi sono entrati nuovi attori e questo elemento ha destabilizzato la situazione – prosegue -. Inoltre, la Francia ha aumentato i ristalli interni, cercando di massimizzare l’impiego di cereali prodotti a livello locale, perché altrimenti dovrebbero venderli sul mercato a prezzi tutt’altro che remunerativi in questa fase”.
Con l’aumento dei prezzi degli animali vivi, gli Allevatori italiani sono costretti a spendere di più per ristallare, “ma chi ha deciso di continuare l’attività di ingrasso ha acquistato gli animali”.
Quanto alle prospettive di mercato, difficile leggere il futuro, ma per Fortunati è difficile preconizzare dei cali di mercato. “Dal Sial di Parigi a Bruxelles, fino ad altre latitudini a livello mondiale ci sono segnali che la carne è aumentata dappertutto di prezzo e i listini dovrebbero restare sostenuti – prevede Fortunati -. Certo, potrebbero anche intervenire fattori esterni a cambiare il quadro complessivo: se ad esempio la Cina sospendesse le importazioni di carne bovina dal Brasile e il Brasile inviasse il prodotto in Europa, avremmo una situazione improvvisamente diversa, ma al momento non paiono esserci segnali in tal senso e, dunque, i prezzi della carne dovrebbero mantenersi sostenuti a livello globale”.