Valorizzare le commodity coltivate nel rispetto della sostenibilità [Intervista a Valeria Villani]
29 Marzo 2021

Valeria Villani - Imprenditrice Agricola
Valeria Villani – Imprenditrice Agricola

Valeria Villani
Gualtieri (RE), Emilia-Romagna – ITALIA

Istituire protocolli incentrati sulla sostenibilità ambientale per la produzione cerealicola, e accompagnare gli agricoltori alla crescita professionale attraverso la formazione. Nessun timore, poi, nei confronti di tecnologie produttive rispettose dell’ambiente (purché non OGM e che non minaccino la biodiversità), incentivazione delle filiere idonee alla valorizzazione dei prodotti e sostegno legislativo da parte dell’Italia e dell’Europa per tutelare sistemi etici sul piano del lavoro, della sicurezza alimentare e dell’ambiente. Sono questi i cardini sui quali poggiare il futuro della cerealicoltura, secondo Valeria Villani, imprenditrice agricola che a Gualtieri (Reggio Emilia) coltiva 450 ettari di terreno, con una marcata propensione a ridurre l’impatto ambientale e i costi di produzione grazie a tecniche consolidate ormai da 20 anni. L’abbiamo intervistata per approfondire i temi.

Valeria Villani, da cosa è dipesa, a suo parere, l’impennata dei prezzi di cereali e semi oleosi?

“La crescita è dovuta prevalentemente a due fattori: l’approvvigionamento della Cina sui mercati internazionali e le limitazioni in Argentina e Russia dell’export di cereali e semi oleosi. Credo che queste strategie commerciali siano nate dal timore degli effetti devastanti che il Covid sta portando all’economia internazionale, effetti che saranno ancora più pesanti quando l’emergenza terminerà e finiranno gli aiuti statali. Inoltre, penso che alcuni Paesi abbiano intrapreso questa politica per garantire almeno alle fasce più povere, che saranno quelle più colpite, il sostentamento alimentare”.

Come è possibile arginare la volatilità?

Riconoscere il valore delle commodity sostenibili

“La volatilità può essere contrastata solo riconoscendo il valore aggiunto delle commodity coltivate con protocolli che rispettano la sostenibilità ambientale, i diritti dei lavoratori e non permettendo ai prodotti che escono da questi principi di essere commercializzati sugli stessi mercati. Questo porterebbe i soggetti a valle della filiera a stringere accordi produttivi con i soggetti a monte, e ad avere una redditività distribuita lungo la filiera: la conseguenza sarebbe il contenimento della volatilità dei prezzi. Inoltre, bisognerebbe tornare ai principi ispiratori della Pac, laddove l’autosufficienza sulle commodity risulti necessaria, fatto messo in evidenza durante la crisi dovuta alla pandemia”.

Nella sua azienda pratica minima lavorazione, semina su sodo o altre soluzioni di agricoltura di precisione?

“Nella nostra azienda pratichiamo semina su sodo da almeno 20 anni, concimazione a rateo variabile e l’utilizzo della guida satellitare per l’uso dei prodotti fitosanitari. Utilizziamo da tre anni il sistema in Cloud di Climate Fieldview, abbiamo cinque sistemi satellitari di cui due Rtk”.

Ha fatto investimenti di recente? E quali interventi ha in programma per il futuro?

“Nell’ultimo anno abbiamo acquistato un sistema satellitare, una trincia con sistema satellitare e Nir. Nel futuro vorremmo dotarci della macchina per seminare il mais a rateo variabile”.

Uno degli aspetti da non sottovalutare è legato ai cambiamenti climatici. Come fronteggiarli?

“Credo che l’unico modo per fronteggiarli, oltre all’impegno nella sostenibilità ambientale per rallentarli, sia la ricerca agronomica per individuare piante in grado di sopportare la grande variabilità climatica”.

Come si potrebbe rilanciare un piano proteico e cerealicolo in Italia?

Valorizzare le commodity italiane in un piano di rilancio

“Bisognerebbe innanzitutto valorizzare le commodity italiane, in quanto non OGM, coltivate con protocolli sostenibili dal punto di vista ambientale e nel rispetto dei lavoratori. Sarebbe necessario quindi creare filiere dove questi aspetti siano valorizzati. Per fare questo servirebbe però il sostegno legislativo nel vietare la circolazione di prodotti in Italia e in Europa che non rispettino tali principi”.

Teseo by Clal cosa potrebbe sviluppare per aiutare gli agricoltori nel percorso di formazione?

“Gli agricoltori hanno bisogno di informazioni capillari e dal vasto orizzonte, come proiezioni su ciò che accade sui mercati internazionali, per decidere su quali settori investire. Servirebbe anche una formazione orientata a capire quali tecnologie implementare nella propria azienda e come ricavarne il massimo profitto”.

Come immagina l’agricoltura fra 20 anni?

“La risposta non è facile, dal punto di vista della previsione e del contenuto. Purtroppo se le politiche agricole rimarranno le stesse, con un aumento di oneri e di protocolli produttivi per gli agricoltori, senza estendere tali regole alla commercializzazione, temo che i prodotti che stanno alla base dell’alimentazione umana siano destinati a sparire dall’Italia”.

BOX Marzo 2021: Latte Bio, Formaggi Freschi, Frumento e Orzo
25 Marzo 2021

Latte Biologico UE

Aumentano le produzioni di Latte Biologico in Germania e Francia, con un incremento a gennaio rispettivamente del 3,6% e del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2020. La Baviera produce da sola quasi la metà della produzione tedesca. In Francia le regioni maggiormente vocate al bio sono i Paesi della Loira e Bretagna.

Il differenziale dei prezzi fra latte convenzionale e bio si mantiene più ampio e meno esposto a dinamiche stagionali in Germania, dove il confronto vede il latte “organic” posizionarsi sui 49,05 €/100 kg contro i 32,70 euro del convenzionale.

In Francia il prezzo del convenzionale si assesta a 33,76 €/100 kg, contro i 46,52 euro della materia prima biologica.

In Italia aumentano i consumi di latte UHT bio, che nel periodo di restrizioni anti-Covid ha beneficiato della maggiore shelf life. Negli ultimi 6 mesi ha registrato una crescita del +1,9% in quantità e del +7,3% in volume (Set 2020 – Feb 2021).

Confronto Prezzi del Latte Bio in Francia e Germania


Cina: Import di Formaggi Freschi

Il 58% dei formaggi freschi esportati dall’Unione Europea in Cina nei primi due mesi del 2021 vengono dall’Italia, che in tale segmento specifico è il primo esportatore comunitario, davanti alla Francia. La crescita dei formaggi freschi Made in Italy è stata del 643,2% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Ulteriori prospettive di crescita dovrebbero essere garantite dall’accordo fra Ue e Cina sulla tutela di 100 Dop e Igp, delle quali 26 italiane, entrato in vigore il 1º marzo 2021.

Cina Import Formaggi Freschi


Cina: Import di Frumento e Orzo

È boom per le importazioni cinesi di cereali. Fra gennaio e febbraio la crescita è stata del 270,3% in quantità e del 283,6% in valore.

Sorprendono, in particolare, gli acquisti di grano duro, che nei primi due mesi del 2021 hanno superato il milione di tonnellate (erano poco più di 74.200 le tonnellate importate nello stesso periodo del 2020).

Primo fornitore della Cina di frumento duro è il Canada, con quasi 608.000 tonnellate vendute e una quota di mercato del 59%, davanti a Usa e Australia. 

Import Cina di Frumento Duro

Il Canada è il primo esportatore anche di Orzo, con quasi 700.000 tonnellate vendute in Cina tra gennaio e febbraio 2021 (+ 88,3% su base tendenziale).

Segue l’Unione europea, con la Francia di fatto esclusivista del rapporto commerciale (+544,3% il flusso comunitario verso la Cina e una quota di mercato del 23%).

L’Ucraina scivola al terzo posto fra i Paesi fornitori, con un market share del 22% e 287.600 tonnellate spedite in Cina.

Import Cina di Orzo

Consumi di Carni e Salumi in Italia: tendenze e prospettive
8 Marzo 2021

Di Marco Limonta, Business Insight Director di IRI

Marco Limonta, Business Insight Director di IRI
Marco Limonta, Business Insight Director di IRI

La Distribuzione Moderna, caratterizzata da stabilità negli ultimi anni, legata alla tendenziale maturità complessiva del settore, ha salutato il 2020 come un anno di eccezionale crescita. Il traino è dato dalla performance dei prodotti di Largo Consumo, che sono cresciuti ad un ritmo particolarmente elevato (+7,5%). A dire la verità, non tutti i reparti sono cresciuti: l’aumento dei fatturati dei punti vendita della Distribuzione Moderna si riduce se consideriamo gli andamenti dei prodotti di General Merchandise (elettrodomestici, elettronica di consumo, tessile, prodotti per la casa, etc), che calano di quasi il 9% e dei prodotti a Peso Variabile, a -0,5%.

Analizzando meglio i “banchi sfusi”, assistiti o non, vediamo come questa riduzione complessiva sia frutto di dinamiche del tutto eterogenee delle categorie che compongono il reparto. A fronte di mercati in forte difficoltà, come Gastronomia (-13,7% nel 2020, con riferimento al totale degli Ipermercati+Supemercati) e Panetteria (-12,1%), assieme ai Salumi (-2,3%), ce ne sono altri che si sono sviluppati, come, ad esempio, i Formaggi (+3,4%) e le Carni (+4,3%).

Le performance negative di alcuni “banchi” sono state compensate in parte da forti crescite dei prodotti a Libero Servizio: le restrizioni alla vendita messe in atto nel corso del primo Lockdown (ad esempio, la chiusura dei banchi assistiti a Marzo/Aprile), e una generale diffidenza del consumatore, che preferisce accedere a prodotti confezionati e non “manipolati”, ha permesso ad alcune categorie del Fresco confezionato di svilupparsi ampiamente: esempio è quello degli Affettati confezionati, che rappresenta la categoria con la maggiore crescita di fatturato dell’intero reparto.

Aumentano le vendite delle Carni Bianche, Rosse e Rosa

Considerando il mercato delle Carni, l’aumento delle vendite dei banchi sfusi si è sommato alla crescita dei prodotti confezionati calibrati. Nell’anno appena passato, i volumi di Carne Bianche in Iper+Super+Libero Servizio Piccolo+Discount* (più di 310.000 tons) sono aumentati del 5%, sia nella parte Naturale (+4,4%) sia nella parte Elaborata (+6,8%), con velocità superiore per quanto riguarda i prodotti calibrati (rispettivamente +13,3% e +7,6%).

Anche la crescita delle Carni Rosse e Rosa (più di 413.000 tons) è stata importante, similmente nella parte Naturale (+6,3%) e nella parte Elaborata (+6,6%), con – anche qui – uno sviluppo superiore per i prodotti calibrati (rispettivamente +32,8% e +18,6%).

Le stime per il 2021

Il 2021 probabilmente sarà segnato dalle controcifre rispetto alle crescite del 2020: IRI stima una riduzione del fatturato del Largo Consumo confezionato pari al -3,1%, con un primo semestre che sconta ancora positivamente la crescita delle prime settimane dell’anno, ed un secondo semestre maggiormente negativo. Tuttavia questa difficoltà nelle vendite si mitigherà, tanto più si protrarranno situazioni di Lockdown, che imporanno un maggiore ricorso agli acquisti per consumi in casa.  

*Sono considerati i prodotti a peso variabile per Iper+Super, i prodotti a peso imposto per tutti i canali.

BOX Febbraio 2021: Dairy Export, Formaggio, Mais e Soia
25 Febbraio 2021

Export Dairy UE

Il Covid e le difficoltà di Horeca e Food service non fermano l’export lattiero caseario dell’Unione Europea.

Nel 2020 le esportazioni complessive dell’UE-28 sono cresciute in quantità del 3,5% rispetto al 2019, superando in valore i 20 miliardi di euro (+4,2%).

Gouda, Mozzarella, Cheddar, formaggi fusi sono i principali formaggi esportati nel Mondo, che hanno contribuito – insieme agli altri – a trascinare le vendite: +7,2% nel corso dell’anno rispetto ai 12 mesi precedenti.

Molto interessante la crescita dei formaggi freschi, che avanzano del 17,5% nel 2020 rispetto al 2019, con Corea del Sud, Svizzera, Giappone e Cina fra i principali mercati di destinazione.

Nel mese di Dicembre l’export dei prodotti Dairy è aumentato del +14,1% in quantità su base tendenziale, con ottime performance per formaggi (+13,7% nel complesso, +30,9% per i freschi), latte e panna (+41,3%).

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Formaggio USA e UE

La maggiore offerta di latte negli Stati Uniti ha favorito una maggiore produzione di formaggio. A Dicembre 2020, le scorte negli USA hanno registrato un aumento del +3,8% rispetto al mese precedente. La maggior offerta ha influito sui prezzi del formaggio Cheddar, scesi a 3,39 $/Kg (quotazione del 19 febbraio 2021).

Diversa la situazione in Europa, ed in particolare in Germania. A fronte di una minor produzione di latte nelle prime settimane del 2021, la valorizzazione del latte destinato ad Edamer tedesco è aumentata a 34.82 €/100Kg (simulazione CLAL di Febbraio 2021).


Mais e Soia UE

In ambito cerealicolo, l’UE ha un tasso di approvvigionamento superiore al 100% solamente per frumento tenero, orzo, avena e segale. L’Europa è invece deficitaria per gli altri cereali, tra i quali il Mais (tasso di autosufficienza dell’83,6% nel 2019-2020) e il sorgo (92,6%).

In merito alla Soia, l’Unione Europea è autosufficiente per il 15,4%, in una fase in cui le scorte mondiali sono previste in diminuzione.

In frenata le importazioni di cereali in Unione Europea: -21,18% in quantità e -12,72% in valore nel 2020 rispetto al 2019. Ucraina, Brasile, Canada, Serbia e Stati Uniti sono i principali fornitori di cereali per l’UE-28.
Nel 2020 l’Unione Europea ha esportato 47,1 milioni di tonnellate di cereali (+18,60% in quantità), per un controvalore di 9,62 miliardi di euro (+22,12% rispetto al 2019).

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Le importazioni europee di Semi Oleosi nel 2020 vedono una crescita moderata (+2,96% in quantità e +5,34% in valore) rispetto al 2019. Farina di Soia (-6,45%) e Soia (+6,86%) i prodotti più acquistati, con Brasile e Argentina primi fornitori, davanti a Stati Uniti e Canada.

Resilienza e flessibilità per contrastare la pandemia
12 Gennaio 2021

La pandemia Covid-19 si è abbattuta sulla produzione di latte mettendo molti in affanno per l’incertezza sul da farsi ed i dubbi sul futuro. Da un’analisi inglese, appare che nel Regno Unito la filiera lattiero-casearia ha ben presto dovuto prendere coscienza di due necessità su cui muoversi: resilienza e flessibilità.

La resilienza, cioè la capacità di superare le difficoltà, è stata necessaria quando, in marzo, si è dovuto risolvere il problema della consegna del latte, con una domanda ridotta a causa della chiusura della ristorazione food service in un periodo di picco produttivo. La risposta è stata data con la riduzione del latte prodotto, attraverso abbattimenti e contenimenti nella razione alimentare, nonché con campagne di comunicazione basate su investimenti pubblici e privati che hanno avuto un effetto positivo di stimolo agli acquisti, soprattutto per i prodotti premium nazionali.

I maggiori consumi domestici hanno poi premiato burro e formaggio, mentre le imprese hanno saputo rispondere con la dovuta flessibilità alla nuova tipologia di domanda. Però, le nuove chiusure di questo periodo ed il fatto che nessuno ne conosca le conseguenze, rendono evidente la fragilità del sistema.

Occorrerà pertanto ripensare alla sua strutturazione, al sistema contrattuale di fissazione dei prezzi del latte, ma anche ad una flessibilità nella programmazione produttiva e negli impianti di lavorazione e trasformazione del latte.

CLAL.it - Regno Unito: Consegne di latte vaccino
CLAL.it – Regno Unito: Consegne di latte vaccino

Fonte: The Grocer

Allevamento e sostenibilità – il nocciolo della questione
11 Dicembre 2020

La tematica della sostenibilità è sempre più attuale. Oltre all’aspetto ambientale, emissioni in atmosfera e residui nei suoli, occorre considerare anche l’etica produttiva nelle relazioni sociali e per il benessere animale, nonché la redditività economica per gli operatori e le comunità dei territori rurali.

Uno studio della Commissione Europea realizzato da ricercatori dell’INRAE (Institut National de Recherche pour l’Agriculture, l’Alimentation et l’Environnement) e dello Scotland’s Rural College analizza, attualizzandoli, gli aspetti della sostenibilità che ormai rappresenta il nocciolo della questione per ogni filiera produttiva.

PAC e COP 21

Dopo la seconda guerra mondiale, la necessità di garantire la stabilità degli approvvigionamenti alimentari accessibili a prezzi ragionevoli, ha profondamente cambiato il sistema tradizionale di allevamento. Dal 1992, alle spinte produttiviste basate su meccanizzazione, evoluzioni tecniche e di gestione aziendale, sono subentrati nuovi obiettivi della PAC diretti anche ad ambiente e clima.

Collegare ad esempio il pagamento degli aiuti UE al rispetto di misure quali la direttiva nitrati (direttiva 91/676/CEE), ha permesso di ridurre l’eutrofizzazione con vantaggi anche per le emissioni di gas effetto serra (GHG) . Però, l’Unione Europea difficilmente riuscirà a rispettare gli impegni assunti alla conferenza ONU COP 21 di Parigi per arrivare ad una neutralità nel bilancio del carbonio al 2050.

L’erosione dei suoli colpisce il 13% delle terre UE arabili

Sono sempre preoccupanti gli effetti negativi dovuti ai residui di azoto e fosforo, all’uso dei pesticidi o degli antibiotici. Ancora, l’aratura dei prati stabili comporta una rapida perdita di sostanza organica del terreno, con un aumento nell’erosione dei suoli, fenomeno che ormai colpisce il 13% delle terre arabili UE.

Il riscaldamento climatico inciderà sulle produzioni ed i fabbisogni idrici per l’irrigazione saranno sempre più importanti. La protezione della biodiversità è sempre più presente nella PAC, con sollecitazioni per la diffusione del greening o per l’espansione delle superfici a prato stabile, anche se i valori sul bilancio europeo sono modesti.

Le nuove sfide

Le sfide della sostenibilità vanno però ben oltre il settore dell’allevamento, che troppo spesso è messo all’indice rispetto alle coltivazioni agricole. Per superare queste criticità assicurando il mantenimento di condizioni sociali ed economiche appropriate, occorre una transizione per l’adozione di innovazioni, tecnologie e nuovi modelli commerciali, attraverso il sostegno della politiche e l’aggiornamento delle legislazioni.

Allevamento: da problema a soluzione

L’allevamento, oltre che parte del problema, potrà però diventare anche elemento di soluzione se verrà riconnesso alle produzioni vegetali per ristabilire la qualità degli ecosistemi e la resilienza al cambiamento climatico, riducendo scarti ed emissioni e riciclando la biomassa in altri settori. L’allevamento potrà risultare prezioso anche per mantenere o far rivivere l’attività economica e sociale nelle zone rurali marginali e svantaggiate, insieme alla gestione del paesaggio. Il tutto nella prospettiva di ottenere sistemi agroalimentari più efficaci.

Per migliorare la sostenibilità delle produzioni animali occorre agire su tre fattori:

  • aumentarne l’efficacia;
  • adottare fattori produttivi di minore impatto;
  • passare da una logica lineare della produzione ad una logica circolare, con un cambiamento radicale nella logica dello sfruttamento produttivo.

Per questo gli animali dovranno essere selezionati per aver un maggior equilibrio fra produttività ed altre caratteristiche quali tasso di fecondità, numero di lattazioni, resistenza alle malattie. Maggiore efficacia significa però ricercare resilienza produttiva verso le criticità climatiche o sanitarie, ristabilire la qualità degli ecosistemi, garantire i mezzi produttivi.

L’innovazione, attraverso la ricerca e la formazione, diventerà la chiave del successo.

TESEO.clal.it – Produzione di latte per vacca in UE-28

Fonte: Publications Office of the European Union

Soia: Prezzi e Aggiornamenti di Mercato | Novembre 2020 [VIDEO]
3 Dicembre 2020

Produzioni di Soia previste in crescita per la nuova stagione, guidate da Brasile e Stati Uniti, mentre la Cina si conferma come principale destinazione per l’export di Soia. 
Aumentano i prezzi di Novembre della Soia nelle principali piazze mondiali.

Michele del Team di CLAL.it e TESEO illustra l’andamento di mercato della Soia nel seguente video.

La produzione mondiale di Soia per la stagione Settembre 2020 – Agosto 2021 è stimata in leggera diminuzione rispetto alla previsione precedente, ma comunque in aumento del +7,7% rispetto alla stagione 2019-20 (Forecast USDA). 

Produzione prevista in crescita per i due principali player mondiali, Brasile (+5,6%) e Stati Uniti (+17,4%). Positive anche le previsioni per Argentina e Unione Europea. 

L’Export mondiale di Soia per la stagione 2020-21 è stimato in leggero aumento, +1,9% rispetto alla stagione precedente, guidato dal trend positivo delle esportazioni statunitensi (+31,2%).

È previsto invece in diminuzione l’export di Soia di Brasile e Argentina. I dati di Ottobre mostrano infatti una riduzione delle esportazioni, rispettivamente -50,9% e -91% rispetto a Ottobre 2019.

La principale destinazione per l’export di Soia rimane la Cina, che rappresenta circa i ⅔ dell’Import mondiale. Per l’annata 2020-21 si prevede che la Cina accresca il suo import dell’1,5%, raggiungendo le 100 Milioni di Tonnellate. Nel solo mese di Ottobre la Cina ha importato circa 8,7 Mio Tons di Soia, +2,5 Mio Tons rispetto ad Ottobre 2019.

L’Unione Europea per il periodo Gennaio – Settembre 2020 ha importato più di 12 Mio Tons di Soia, registrando un aumento del +7,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Per la stagione 2020-21 si prevede, invece, una diminuzione dell’import di Soia europeo del -1,3%.  

Continua ad aumentare il prezzo della Soia in diverse piazze mondiali. Il prezzo medio di Novembre in Argentina è di 341$ per Ton, +7% rispetto al mese precedente e +36,4% rispetto a Novembre 2019. Anche per gli Stati Uniti il trend è positivo, con l’USDA che prevede un prezzo medio stagionale in crescita di oltre il 20% per la stagione 2020/21.

In Italia, il prezzo dei Semi di Soia Nazionale è aumentato sensibilmente. Il prezzo medio di Novembre, quotato a Bologna, è di 416€ per Ton, +7,3% rispetto al mese precedente e +22% rispetto a Novembre 2019.

Per maggiori dettagli sui mercati del latte, agricolo e suinicolo seguiteci sui nostri siti web CLAL.it e TESEO.clal.it.

Raddoppia l’import cinese di carni suine europee [VIDEO]
21 Ottobre 2020

L’import della Cina di Carni Suine nel periodo Gennaio – Agosto 2020 è quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel 2020, la Cina è diventata un’importante destinazione anche per le Carni suine italiane

Marika del Team di TESEO illustra l’andamento delle importazioni cinesi nel seguente video.

Nel periodo Gennaio – Agosto 2020 la Cina ha importato circa 3,8 milioni di tonnellate di carni suine: +97,01% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Trend confermato nel mese di Agosto, con un aumento del +73,5%.

Dopo il picco storico raggiunto nel periodo Gennaio-Febbraio, i prezzi all’import si sono riallineati alla media del 2019.

Tra le tipologie di carni suine, la Cina importa principalmente Carni congelate e Frattaglie congelate.

L’UE è il principale fornitore di carni suine della Cina: 2.227.000 ton nei primi 8 mesi del 2020. 

Import Cina da UE
Carni fresche, refrigerate o congelate+122% Gen – Ago 2020

L’import di Carni fresche, refrigerate o congelate provenienti dall’UE è aumentato del +122%, raggiungendo 1.584.022 tons.

Nel periodo Gennaio – Agosto 2020, l’import della Cina di Carni suine congelate dalla Spagna, principale Paese fornitore, è cresciuto del +145% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Oltre alla Spagna, i principali fornitori sono gli Stati Uniti e la Germania.
Tuttavia, i recenti casi di African Swine Fever potrebbero mettere in dubbio le importazioni dalla Cina di carni tedesche, lasciando spazio ad altri fornitori. 

La Cina è diventato nel 2020 un’importante destinazione anche per le carni suine italiane. Nel periodo Gennaio-Giugno, infatti, sono state esportate 8.199 tonnellate di Carni fresche, refrigera

Mais, Soia e Riso: aggiornamenti Import/Export | Settembre 2020
17 Settembre 2020

Mais

Nonostante L’Export di Mais dell’UE-28 nel cumulato Gennaio – Luglio 2020 rimanga superiore allo stesso periodo del 2019, da Maggio si registra un trend negativo. Continua a diminuire l’Import di Mais: -51,93% in Luglio 2020 rispetto a Luglio 2019.

L’Italia ha importato nella prima metà del 2020 3,03 milioni di tonnellate: una riduzione del -2,76% rispetto ai primi 6 mesi del 2019.

Soia

Si rafforza l’Import europeo di Soia nel mese di Luglio: +9.54% Luglio rispetto a Luglio 2019, per un totale di 9.89 milioni di tonnellate nei primi 7 mesi dell’anno in corso.

Picco in Giugno per l’Import Italiano di Soia: 246.154 tonnellate acquistate, che corrispondono ad un aumento del +40,17% rispetto a Giugno 2019.
Nel 2020 le importazioni dagli Stati Uniti sono diminuite notevolmente, a favore di altri Paesi fornitori (Brasile e Canada).

Riso

L’Import UE-28 di Riso sta vivendo un periodo di forte crescita, dopo un inizio 2020 moderato. Nel periodo Gennaio – Luglio sono state acquistati, infatti, 1,69 milioni di tonnellate, +17,48% rispetto ai primi 7 mesi del 2019. Trend che si rafforza in Luglio +42,67%.

L’Italia vede crescere il proprio Export di Riso nei primi 6 mesi del 2020, raggiungendo le 421.836 Tonnellate. Il trend è confermato anche per il mese di Giugno, con esportazioni in aumento del +14,22%.

TESEO.clal.it - Trade di Mais, Soia e Riso
TESEO.clal.it – Trade di Mais, Soia e Riso

Mais e Soia: prezzi e aggiornamenti di mercato [VIDEO]
4 Agosto 2020

Il costo indicativo dell’alimentazione bovina in Italia evidenzia un leggero aumento nel mese di Luglio.
In UE aumentano produzione ed export di Mais nella stagione in corso, mentre diminuisce l’import.  In crescita invece l’import di Soia Europeo per il periodo Gennaio-Maggio.

Michele Badolato del Team di CLAL.it e TESEO illustra l’andamento di mercato di Mais e Soia nel seguente video.

Prezzi e alimento simulato

Le quotazioni di Luglio evidenziano che il costo indicativo dell’alimentazione bovina è in leggero rialzo: +0,38% rispetto a Giugno, invertendo il trend dei 2 mesi precedenti.

Il Prezzo del Mais Nazionale, che è driver per la componente energetica della razione, segue un trend in graduale aumento e la media delle quotazioni di Milano in Luglio è 183 €/Ton.
Il prezzo della Farina di Soia, driver per la componente proteica della razione, mostra una tendenza negativa, e la media delle quotazioni di Milano in Luglio è 332 €/Ton.

Import – Export UE

La produzione di Mais in UE Settembre 2019 – Agosto 2020 si dovrebbe chiudere con un aumento del 3,6% secondo le stime USDA. Il trend in crescita dovrebbe confermarsi anche nella prossima stagione (+2,5%).

Mais:
Export UE+62% Gennaio – Maggio 2020

Nell’Unione Europea l’aumento produttivo di Mais nella stagione in corso, unito ad un minor utilizzo in campo zootecnico, si è riflesso in una riduzione dell’import (Gennaio-Maggio -32,5%) e un aumento delle esportazioni.

Le esportazioni UE infatti nel periodo Gennaio-Maggio sono aumentate del +62,2% per un totale di 2,68 Mio Ton. Le principali destinazioni sono state:  Egitto, Turchia ed Iran.

Situazione differente per la Soia, dove a fronte di un calo dell’export europeo per il periodo Gennaio – Maggio, l’import torna ad essere positivo, registrando nel mese di Maggio una variazione del +35%. 

L’Italia, importatrice netta di Mais e Soia, nei primi quattro mesi del 2020 ha registrato una diminuzione delle importazioni di questi due prodotti agricoli, rispettivamente -5,4% per il Mais, e -0,7% per la Soia.

Per maggiori dettagli sui mercati del latte, agricolo e suinicolo seguiteci sui nostri siti web CLAL.it e TESEO.clal.it.