Tra Gennaio e Maggio 2023 l’export statunitense di Mais è calato del 33% (10 Mio Tons) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre quello di Soia, pur avendo registrato un complessivo aumento del 6%, è crollato ad Aprile e Maggio. Tra circa un mese, inizieranno ad entrare sul mercato le produzioni della nuova stagione, che saranno fondamentali per determinare l’andamento dei prezzi mondiali.
Mais
Le aspettative USDA, rispetto all’anno scorso, sono di un incremento della produzione di Mais Statunitense dell’11,6%. Le principali ragioni sono legate alla ridotta produzione dell’anno scorso a causa della siccità e all’importante espansione degli ettari destinati alla produzione di Mais nel Paese, che sarebbero aumentati del 6%.
Il Climanon sembra, però, molto favorevole: giugno ha registrato precipitazioni inferiori alla media in diverse aree, tra cui la Corn Belt. Nonostante questo, le stime del WASDE (USDA) per la produzione di Mais non sono state ridotte nel report di luglio. La pioggia di inizio luglio ha suscitato, infatti, ottimismo, seppure permangano condizioni diffuse di siccità che lasciano un interrogativo sui potenziali raccolti.
Anche la domanda avrà un ruolo fondamentale per l’export e, di conseguenza, per il prezzo USA e mondiale. Negli ultimi mesi, gli USA hanno visto un calo delle vendite di Mais, dovuto in particolare ad uno spostamento della domanda Cinese verso il Mais Brasiliano.
Soia
La situazione della Soia è diversa. Gli ettari destinati alla coltivazione sono stimati dall’USDA in riduzione del 5% rispetto alla stagione scorsa, contro le aspettative che indicavano, invece, un incremento. La minore offerta dovrebbe, poi, confrontarsi con una maggiore domanda domestica per la produzione di biocarburante, per la quale dovrebbe aumentare il consumo di semi di Soia, riducendo la disponibilità all’esportazione.
Con oltre 66 milioni di tonnellate di Cereali e più di 102 milioni di tonnellate di Semi oleosi importati nel 2021, la Cina è il primo Paese importatore a livello planetario. Inoltre, la Cina detiene il 68% degli stock mondiali di Mais, il 36% degli stock di Soia e quasi il 51% del Frumento mondiale.
Con questi volumi rappresentati dal gigante asiatico, è quanto mai essenziale conoscere i prezzi dei prodotti agricoli, le indicazioni dei possibili andamenti di mercato, il valore delle commodity sulla piazza cinese e nelle principali località di esportazione verso la Cina, così come il trend delle semine e le stime di coltivazione.
Nella prossima annata agraria 2022-23, ad esempio, la Cina incrementerà le produzioni interne di Soia rispetto alla campagna precedente (+6,7%, fonte USDA), mentre dovrebbero diminuire le produzioni di Mais (-0,6%) e di Frumento (-1,4%). Le produzioni previste dovrebbero attestarsi intorno a 271 milioni di tonnellate di Mais, 17,5 milioni di tonnellate di Soia, 135 milioni di tonnellate di Frumento.
TESEO.clal.it – Cina: Produzioni di Soia
L’aumento dei prezzi locali di Mais, Soia e Frumento è proseguito anche in Aprile 2022. I prezzi interni si collocano sistematicamente su valori più elevati rispetto ai prezzi di importazione, con ogni probabilità per una volontà politica di sostenere la produzione domestica di commodity.
TESEO.clal.it – Cina: prezzo locale del Mais
La nuova pagina di TESEO “Cina: prezzi dei prodotti agricoli” consente di osservare i prezzi e i trend di Mais, Soia, Frumento e anche Pomodoro, che vede la Cina al primo posto al mondo per produzione. Queste informazioni, insieme alle previsioni delle Produzioni Cinesi su base stagionale, permettono alle imprese di pianificare in parte le proprie azioni future, contribuire ad avere un bilancio sempre più affidabile e completo al proprio interno, con l’avvertenza che elementi di incertezza e incognite di varia natura possono modificare i prezzi, i mercati e i piani.
Stefano Spagni – Direttore Commerciale di Progeo Mangimi
“Mi scusi, ero in riunione per risolvere alcuni problemi di entrata ed uscita merci.” Inizia così, con due tentativi a vuoto, l’intervista a Stefano Spagni, direttore commerciale di Progeo Mangimi. Ma non c’è bisogno di scusarsi, perché la concitazione in questa fase non la vive solamente Progeo Mangimi, è una situazione abbastanza diffusa nel settore agroalimentare e non solo.
“Abbiamo dovuto rivedere per la
terza volta le tariffe degli autotrasportatori, per una situazione di rincari
che non è solamente correlata al carburante, ma a tutto ciò che serve per
viaggiare dagli additivi, i cui costi sono quintuplicati, alle spese per i pneumatici
ecc, siamo in un frangente davvero complesso”, spiega Spagni.
Progeo conta oltre 300 soci conferenti e 3.500 soci prestatori ed è una realtà che fattura circa 296 milioni di euro l’anno. I dipendenti sono 258 e le attività di business comprendono tanto l’attività molitoria quanto quella mangimistica e dei conferimenti. La fase, come è noto, è delicata per il settore. Anche per chi, come Progeo Mangimi, gestisce una banca dati con le previsioni di semina e le effettive operazioni in campo, così da avere un quadro sempre aggiornato delle produzioni, dei fabbisogni, dell’andamento meteo-climatico e delle possibili rese in campo, consegne e ritiri.
Come state affrontando questa
ondata di rincari?
“Da un lato abbiamo adeguato le
tariffe, per rispondere agli aumenti subiti da operatori, padroncini, gruppi
privati per i trasporti, accollandoci aumenti dei costi che per noi non
riguardano solo l’energia, ma anche il carburante, il materiale per l’insacco,
i bancali, le stesse provvigioni degli agenti legate al prezzo di vendita e
quant’ altro.
Quanto pesano per voi i rialzi
delle materie prime?
Abbiamo avuto un aumento dei costi delle materie prime del 45-55%
“Complessivamente abbiamo avuto
un aumento del 45%-55% e inevitabilmente, abbiamo dovuto ritoccare i nostri
listini, consapevoli che per gli allevatori l’aumento dei costi di produzione
non è stato supportato dall’ aumento della carne o del latte. Forse in questo
contesto riescono a sostenere i costi i produttori di latte destinato alla
produzione di Parmigiano Reggiano. Per tutti gli altri lo scenario è molto complicato”.
Avete riorganizzato il sistema
dei pagamenti a monte e a valle (cioè verso i vostri fornitori e verso gli allevatori),
attraverso dilazioni o altre soluzioni?
“Per ora non c’è stata la
necessità di farlo e non c’è nemmeno stata la richiesta di farlo. Abbiamo aumentato
l’attenzione per la parte del credito, incrementando il controllo su posizioni
un po’ in sofferenza. Direi che per ora la situazione è lineare, come lo era
7-8 mesi fa. Anche noi come mangimificio siamo rimasti allineati ai pagamenti come
prima”.
Chi sono i vostri fornitori? Importate
anche dalle zone “calde”?
Oltre il 50% del nostro fabbisogno arriva dall’estero
“L’elenco dei nomi sarebbe lungo, abbiamo fornitori esteri e nazionali. Indicativamente il nostro import da zone ‘calde’ proviene per il 15% dall’Ucraina, per il 10% dalla Russia, per un 20% dall’Ungheria e per il 3% dalla Serbia. Oltre il 50% del nostro fabbisogno totale arriva dall’estero e qualche problema inevitabilmente, lo abbiamo avuto. Avevamo contratti con fornitori importatori che originano merce dall’ Ungheria che hanno ritardato in maniera esponenziale le consegne. Dalla Russia attendevamo prodotti che non sono mai partiti, le navi in arrivo a Ravenna erano in navigazione nel Mar Nero prima che scoppiasse la guerra. Difficilmente le semine in Ucraina saranno portate a termine, credo che in questa fase sarà un bacino di approvvigionamento che si andrà ad azzerare e si ridurrà inevitabilmente insieme a quello Russo.
Il mondo zootecnico sta
chiedendo formulati differenti e meno costosi o glieli fornite voi?
Cambiare le formule dei mangimi è controproducente
“Il mercato lo sta chiedendo, ma
non tutti sono d’accordo. Cito il caso di Progeo: noi facciamo 5,5 milioni di
quintali di mangimi, di cui 2,5 milioni sono destinati nell’area di produzione
del Parmigiano Reggiano. Cambiare le formule dei mangimi è controproducente. Stiamo
ricevendo qualche richiesta da parte di produttori di latte alimentare di
rivedere le formule della razione alimentare per inserire materie prime
differenti, magari utilizzando qualche sottoprodotto così da spendere meno”.
La possibilità approvata dalla Commissione UE di eliminare il set-aside e le proposte di incrementare le colture proteiche possono essere una soluzione efficace o solo un provvedimento tampone?
“Bisogna fare una premessa: i terreni tenuti a set-aside sono stati la decisione più fuori dal tempo che potessimo avere. Non ho l’idea se incrementare le semine per 9,1 milioni di ettari in UE, ammesso che vengano seminati tutti i terreni incolti, possa risolvere le esigenze di cereali e proteici. Sicuramente è un provvedimento che ci può aiutare, purché vi sia un percorso per ridurre l’import e incentivare la produzione agricola partendo dall’agronomia”.
Quanto resteranno i prezzi
così elevati per cereali e semi oleosi?
“Non saprei. Se la guerra dovesse
finire, probabilmente potremmo assistere a una riapertura dell’export da parte
di alcuni Paesi che oggi hanno adottato politiche protezionistiche, con una
ripresa dei commerci, potremmo assistere a un calmieramento dei prezzi, ad un
calo speculativo e di conseguenza ad una riduzione dei costi sia dei cereali
che dell’energia. Di certo non rivedremo i prezzi dell’agosto dell’anno scorso,
continueremo a posizionarci su valori più elevati”.
Come operate sul fronte
ricerca e sviluppo?
“La nostra posizione è diversa
dai nostri concorrenti. Se consideriamo la filiera del Parmigiano Reggiano, il
90% delle nostre produzioni sono legate a disciplinari / capitolati.
Dal 1984, inoltre, Progeo ha formulato e prodotto mangime biologico quando ancora non esisteva il regolamento comunitario e, per seguire dei parametri oggettivi e costanti, aveva preso a modello un regolamento francese. Oggi possiamo pensare di essere leader in Italia nella produzione di mangime bio.
Le sfide future saranno legate anche per l’ufficio Ricerca e Sviluppo ad una attenzione all’ ambiente, al green, ed alla riduzione / assenza di utilizzo di antibiotico, tema sicuramente importante per la salute del consumatore”.
Come immaginate le nuove
frontiere della mangimistica?
“Penso che tutti i mangimifici debbano
guardare al futuro, puntando a ridurre l’impatto ambientale, perché è
strategico come alimentiamo gli animali e come alleviamo. Questo non significa
ritornare a modelli di allevamento non intensivi, perché dobbiamo tenere presente
che la popolazione mondiale cresce e chiede proteine animali di qualità. Bisogna
però sapere che serve un nuovo approccio culturale per la filiera”.
Sarà necessario riorientare gli
scambi mondiali per calmierare i prezzi di cereali e semi oleosi?
“Nel 2021 le materie prime avevano
subito un aumento consistente, in quanto la Cina stava acquistando in maniera
importante da tutte le parti del mondo sia cereali che proteici. Un accumulo dettato
prevalentemente dalla ripresa della suinicoltura, dopo la peste suina africana,
che aveva ridotto sensibilmente la mandria di maiali. Non so indicare se dietro
l’import massiccio di Pechino vi fossero altre ragioni, come qualcuno ha paventato.
Vi sono questioni da affrontare di natura politica
Comunque, più che rivedere forzatamente le rotte internazionali, sarebbe opportuno che Europa e Nord America rivedessero le politiche agronomiche. Vi sono anche questioni da affrontare di natura politica. Ad esempio: come incrementare l’autosufficienza dell’Unione Europea in termini di mais e soia? Come risolvere il nodo degli OGM, coltivati negli Stati Uniti e non permessi in Italia? A che punto siamo con le Tea, le Tecnologie di evoluzione assistita? Se la Cina continuerà ad acquistare e la Russia bloccherà le esportazioni verso gli Stati che considera ‘non amici’, come dovremo comportarci?”.
La Cina apre la strada alle coltivazioni transgeniche. L’intenzione sarebbe di approvare tre nuove varietà di mais geneticamente modificato oltre a sette di cotone, tutte prodotte da aziende nazionali. Finora nel Paese asiatico la semina di varietà di mais o soia OGM è vietata, ma ne è permessa l’importazione per l’uso nell’alimentazione animale.
Ridurre la dipendenza dall’import
La necessità di garantire la sicurezza alimentare e di ridurre la dipendenza dalle importazioni, ha spinto le aziende cinesi ad investire nel biotech per avere nuove varietà. Il piano per approvare varietà di mais e di cotone OGM è stato sottoposto a consultazione pubblica da parte del ministero dell’agricoltura, ma le aziende sementiere cinesi possiedono già tratti di mais OGM approvati dal governo come sicuri. Anche se non è ancora chiaro quando le nuove sementi potranno essere commercializzate, la prospettiva di dover far fronte ai nuovi scenari derivanti dai cambiamenti climatici stimola la ricerca nel campo del miglioramento genetico per avere piante resistenti ad un maggior numero di insetti od a condizioni ambientali sempre più avverse.
Aumentare la sicurezza alimentare
Da quando l’abate Mendel a metà ‘800 per primo scoprì le leggi sull’ereditarietà dei caratteri, è stato un susseguirsi di tecniche per il miglioramento genetico che hanno permesso di aumentare la sicurezza alimentare: dalla induzione delle mutazioni, alla ricerca degli ibridi, fino alle recenti metodologie molecolari con la possibilità di intervenire in modo mirato sul genoma cellulare, il cosiddetto genome editing. La possibilità di cambiare in modo chirurgico specifiche sequenze di DNA riproducendo in maniera mirata eventi molecolari che possono avvenire in natura in maniera casuale, apre la strada all’ottenimento in tempi brevi di nuove varietà più consone alle esigenze dell’agricoltura contemporanea secondo i dettami della sostenibilità.
Si è aperta una nuova era nel miglioramento genetico delle piante ed il fatto che ora anche la Cina prefiguri l’uso di sementi biotech, derivanti da azioni coordinate di produzione e di analisi di big data, ottenuti dalla sovrapposizione di livelli di caratterizzazione diversi, non può lasciare indifferenti.
Come sempre, il problema non risiede tanto nel nuovo strumento ma nell’uso che ne viene fatto e nel suo controllo.
La news “Mercato Agricolo” propone una selezione di informazioni recenti sulle commodities agricole impiegate nella filiera zootecnica.
Gravi eventi climatici stanno colpendo diverse parti del Mondo. California,Canada e Brasile stanno vivendo una siccità estrema. L’ondata di caldo ha interessato anche i Paesi Scandinavi. Al contrario, abbondanti precipitazioni hanno duramente colpito l’Europa Occidentale, in particolare la Germania. Nelle ultime ore si stanno verificando alluvioni anche in Cina. Gli effetti di questi fenomeni climatici non sono ancora stati stimati, ma potrebbero interessare le produzioni agricole nel Mondo.
MAIS
Per la nuova stagione, che inizierà il 1° Settembre, si prevede un aumento della produzione per i principali Paesi, rispetto alla stagione precedente, dopo le difficoltà registrate nella stagione 2020-21, tra cui l’attuale siccità in Brasile.
È attesa stabilità nelle importazioni di Mais della Cina, nonostante la politica di riduzione dell’impiego di Mais nell’alimentazione zootecnica, finalizzata a supportare l’uso di materie prime alternative.
Aggiornamento Trade – Le importazioni europee di Mais nei primi 5 mesi del 2021 sono inferiori all’anno scorso, riflettendo un forte calo dall’Ucraina. L’import dell’Italia di Aprile ha registrato una diminuzione.
SOIA
Si stanno riducendo i volumi degli scambi, soprattutto a causa del calo delle importazioni della Cina. Le scorte cinesi, già ad alti livelli, continuano a crescere perché le importazioni dei mesi scorsi hanno superato la capacità di trasformazione.
È previsto un aumento della disponibilità di Soia negli Stati Uniti, ma l’export potrebbe risentire della competizione con l’offerta dal Sud America, dove è attesa una maggior produzione nel quarto trimestre 2021.
Aggiornamento Trade – Le importazioni di Semi di Soia dell’UE-27 nel mese di Maggio 2021 sono diminuite fortemente, in particolare da Brasile e Canada. In controtendenza l’Italia, che ha registrato volumi significativi dal Brasile, ma Canada e Stati Uniti non compaiono in Maggio tra i principali fornitori.
FRUMENTO
Rese elevate in UE-27 hanno comportato un incremento dell’offerta. Dopo basse temperature e casi di siccità in Aprile e Maggio, il raccolto di Frumento ha potuto beneficiare di un clima più favorevole.
I Paesi Nordafricani puntano, tramite l’autoproduzione, a rendersi meno dipendenti dagli altri Paesi. Ciò potrebbe influire sull’export dell’UE, principale fornitore, che su questo mercato compete con Russia, Ucraina e Canada.
L’Australia è un nuovo concorrente sui mercati asiatici per Canada e Stati Uniti. Produzioni ed esportazioni dei due Paesi nordamericani sono attese in diminuzione, anche a seguito di cambiamenti nella destinazione delle superfici agricole ad altri raccolti. La minor disponibilità potrebbe sostenere i prezzi elevati all’export.
Aggiornamento Trade – L’export complessivo di Frumento dell’UE-27 nei primi 5 mesi del 2021 è inferiore all’anno scorso, tuttavia in Maggio 2021 recupera l’export di Frumento Duro verso la Tunisia. Nel primo quadrimestre del 2021 l’Italia ha esportato 66.555 tonnellate di Frumento Duro verso Tunisia ed Algeria.
SEMI DI GIRASOLE
La produzione di Semi di Girasole in Russia è stimata a livelli record per la nuova stagione, con un aumento delle aree coltivate e delle rese dei terreni.
In Italia, il costo della proteina ottenuta dalla Farina di Girasole integrale è, da Aprile 2021, superiore a quello della proteina ottenuta dalla Farina di Soia.
Aggiornamento Trade – Dopo alcuni mesi in diminuzione, nel mese di Maggio 2021 recuperano le importazioni europee di Semi di Girasole, con aumenti rilevanti da Argentina e Russia.
Istantanea dei Prezzi
Questa infografica visualizza alcune variabili chiave per analizzare a colpo d’occhio la situazione del mercato italiano ed internazionale.
I colori sono indicativi della variazione: rosso per una diminuzione, verde per un aumento, blu per valori stabili, grigio con sfondo arancio per valori non quotati.
La Cina che si conferma una destinazione privilegiata, il Sud Est Asiatico che si mantiene un interessante richiamo per la vicina Australia, la ripresa dei commerci dopo le fasi più critiche del Covid, ma anche rotte “tradizionali”, come quella del Frumento Duro canadese, che subiscono qualche modifica. Ecco come evolve l’export dei cereali per Stati Uniti, Canada e Australia.
USA
È boom dell’export dei cereali per gli Stati Uniti, che tra Gennaio e Maggio 2021, aumentano del 50% le vendite al di fuori dei propri confini nazionali. Dei quasi 56 milioni di tonnellate di cereali esportate nei primi cinque mesi di quest’anno, quasi 39 milioni sono rappresentati dal Mais, che segna un +77,8% in volume e un +149,7% in valore su base tendenziale. Particolarmente marcata la crescita dei prezzi del Mais, che raggiungono i 280 $/Ton nel mese di Maggio 2021.
La Cina è il primo Paese di destinazione, non soltanto per il Mais: nei primi cinque mesi dell’anno ha ritirato dagli Stati Uniti quasi 15,3 milioni di tonnellate di cereali, praticamente quintuplicato gli acquisti (+498,4%). L’Unione Europea non figura fra i principali paesi di destinazione dei cereali Made in Usa. Ripartiranno le rotte europee nei prossimi mesi?
TESEO.clal.it – Stati Uniti: Esportazioni mensili di Cereali
CANADA
Nonostante la frenata nel mese di Maggio, nei primi cinque mesi del 2021 il Canada aumenta l’export dei Cereali del 22,6% in quantità e del 39,5% in valore su base tendenziale.
È boom per l’export di Mais (+153,4% tra Gennaio e Maggio rispetto allo stesso periodo del 2020), con l’Unione Europea che costituisce il 71% del market share. Spagna e Irlanda sono primi porti di destinazione.
Benché i prezzi medi all’export del Frumento Duro siano più bassi rispetto a quelli degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, sembra che le vendite verso l’Italia abbiano un minore slancio rispetto al passato. Fra Gennaio e Maggio 2021, in particolare, le importazioni italiane di Frumento Duro canadese sono cresciute del 6,3% su base tendenziale.
Nel mese di Maggio 2021, invece, le esportazioni di Frumento Duro verso l’Italia hanno subito un sensibile frenata (-41,1% rispetto Maggio 2020), riflettendosi in un rallentamento dell’8% dell’export globale di Frumento Duro canadese. Algeria, Marocco e Tunisia sono altri importanti approdi del Frumento Duro canadese.
TESEO.clal.it – Prezzi medi di esportazione del Grano Duro
AUSTRALIA
Segue altre rotte, ma si mantiene in ottima salute, l’export di cereali dall’Australia, che tra Gennaio e Maggio 2021 vede un +156,1% in quantità rispetto allo stesso periodo del 2020. Frumento Tenero (12,1 milioni di tonnellate) e Orzo (4,4 milioni di tonnellate) sono i Cereali più esportati.
I principali paesi di destinazione sono: Arabia Saudita, Indonesia, Vietnam, Thailandia, Cina, Filippine.
L’Australiaha ripreso a esportare anche Frumento Duro: 266.428 tonnellate nei primi cinque mesi del 2021, delle quali 238.029 tons inviate in Italia.
TESEO.clal.it – Australia: export di Cereali (Gennaio-Maggio)
L’Import di Mais è stato di circa 3 milioni di tonnellate, di cui 1,9 milioni dagli Stati Uniti ed il restante dall’Ucraina. L’aumento rispetto a Maggio 2020 è stato del +395,4%. Continuano a crescere i prezzi medi all’import, raggiungendo il valore di 273 $/Ton.
L’import cinese di Frumento Duro nel mese di Maggio è aumentato del +66,8% in volume e di +72,6% in valore. Il principale fornitore è il Canada, con un prezzo medio all’import di 314 $/Ton. Si è ridotto invece l’import di Frumento Tenero nello stesso mese (-37,8% in volume).
L’import della Cina di Orzo è aumentato del +115,7% in volume e del +161,4% in valore. Il principale fornitore è l’Unione Europea, che ha segnato una crescita del +418%, seguita da Argentina e Canada. Tra i Paesi comunitari il primo esportatore è la Francia, con un prezzo medio in Maggio di 282 $/Ton. Nel Maggio 2021 è aumentato anche l’import cinese di Sorgo (+125,4% in volume), Crusca (+169,3%) e Avena (+174,6%).
TESEO.clal.it – Import di Cereali
SEMI OLEOSI
L’import della Cina di Semi oleosi ha registrato in Maggio un moderato aumento: +2,4% sullo stesso mese dell’anno precedente. L’import di Soia, nello specifico, ha visto un aumento del +2,5%.
Il prezzo medio di importazione della Soia ha registrato in Maggio un rallentamento, posizionandosi a 531 $/Ton (617$/ton dagli Stati Uniti, 529 $/ton dal Brasile).
TESEO.clal.it – Cina: Prezzo medio di importazione della Soia
Il Ministero dell’Agricoltura Statunitense ha pubblicato l’aggiornamento di Giugno sui mercati del Mais e della Soia.
Annata 2021/2022
Gli stock iniziali di Mais per l’annata 2021/22 sono stimati in diminuzione rispetto alle previsioni di Maggio, influenzati dalle revisioni sull’annata in corso. Le previsioni sulla produzione, il trade e la domanda globale di Mais sono sostanzialmente invariate rispetto alle stime di Maggio, di conseguenza gli stock finali sono rivisti in diminuzione.
TESEO.clal.it – Stock Iniziali di Mais 2020/21
Annata 2020/2021
La produzione di Mais per l’annata Settembre 2020 – Agosto 2021 è stata rivista in diminuzione. Il Brasile, durante il mese di Maggio, ha registrato precipitazioni al di sotto della norma nelle regioni Centro-Ovest e Sud, condizionando negativamente le rese del secondo raccolto di Mais.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, per l’annata in corso, sono stati rivisti in aumento i dati sull’export di Mais e sul Mais utilizzato per la produzione di etanolo, riducendo le scorte. I prezzi dell’etanolo sono aumentati sensibilmente negli ultimi mesi, sostenuti da una domanda ora vicina ai livelli pre-Covid.
Prezzi di Mercato
I prezzi medi del Mais durante i primi giorni di Giugno rimangono elevati, seppur ad un livello inferiore rispetto ai picchi raggiunti durante il mese di Maggio. I prezzi medi di vendita del Mais dall’1 all’11 Giugno in USA (North West Iowa) si attestano a 276,2$/Ton, +0,8% rispetto al mese di Maggio.
In Italia, i prezzi medi quotati il 10 Giugno a Bologna sono in aumento del +1,5% rispetto alla quotazione precedente, attestandosi a 271€/Ton per il Mais nazionale ad uso zootecnico e 275€/Ton per il Mais nazionale ad uso zootecnico con caratteristiche. Ad ogni modo, i prezzi medi di Giugno sono in leggera diminuzione rispetto a Maggio.
TESEO.clal.it – USA: Prezzo mensile del Mais
SOIA
Annata 2021/2022
A differenza del Mais, le previsioni sugli Stock iniziali di Soia per l’annata 2021/22 sono riviste in aumento di 1,5 Mio Tons, influenzate dalle revisioni sull’annata Settembre 2020 – Agosto 2021. Le stime sulle produzioni, il trade e la domanda globale di Soia sono sostanzialmente stabili rispetto al forecast di Maggio. Di conseguenza, gli stock finali sono rivisti in aumento.
Annata 2020/2021
La produzione di Soia per l’annata in corso (Sett 2020 – Ago 2021) è stata rivista in aumento, trainata da un maggior raccolto di Soia in Brasile.
TESEO.clal.it – Produzione di Soia 2020/21
Prezzi di Mercato
I prezzi medi di vendita della Soia rilevati dall’1 all’11 Giugno in USA (Western Illinois) si attestano a 605,8$/Ton, in calo del -1,4% rispetto alla media di Maggio. Situazione inversa in Brasile, dove i prezzi medi della Soia rilevati nello stesso periodo in Paranà sono in aumento del +1,7% in dollari rispetto al mese di Maggio, attestandosi a 548,5$/Ton.
In Italia, il prezzo medio dei Semi di Soia quotato il 10 Giugno a Bologna è di 638€/Ton, in diminuzione del -2,0% rispetto alla quotazione precedente.
TESEO.clal.it – Brasile: Prezzo Mensile della Soia
Per maggiori dettagli sui mercati del latte, agricolo e suinicolo seguiteci sui nostri siti web CLAL.it e TESEO.clal.it.
La produzione italiana di Soia soddisfa solamenteil 32,7% del fabbisogno interno(annata 2019/2020): ne deriva che l’Italia è tra i principali Paesi importatori di Soia nell’Unione Europea.
Nel mese di Marzo 2021 l’import italiano di Soia è aumentato del +43,4% in volume e del +79% in valore. Nel primo trimestre 2021 i principali Paesi fornitori sono stati USA (+36,8%), Canada (+61%) e Brasile (+10%).
La Soia (esclusi i semi) nel mese di Marzo 2021 ha raggiunto il prezzo medio all’import di 437 €/Ton (+27,7% rispetto Marzo 2020), inferiore alla media delle quotazioni di Bologna nello stesso mese (558 €/ton).
TESEO.clal.it – Italia: Confronto Quotazioni e Prezzi Import di Soia
Anche per il Mais, l’Italia si posiziona tra i principali importatori a livello Europeo. Nel mese di Marzo 2021 l’import di Mais è aumentato del +18% in volume e di +29% in valore.
Nel
primo trimestre 2021 l’Italia ha intensificato
le proprie importazioni dall’UE-27
(1,2 milioni di tonnellate in totale), ed in particolare dall’Ungheria
(+34,8%), principale fornitore. Di conseguenza, nonostante una minor importazione dall’Ucraina (-40,2%), l’import complessivo del trimestre è
aumentato rispetto all’anno precedente, superando il milione e mezzo di
tonnellate.
In Marzo il prezzo medio del Mais (esclusi i semi) importato dall’Ucraina è stato di 216 €/ton, mentre il prezzo medio del Mais importatodall’Ungheria si attestava a 170 €/ton.
Tali
valori sono inferiori alla media delle quotazioni di Marzo sulla piazza di
Bologna (Granoturco nazionale uso zootecnico 234 €/ton, Granoturco
comunitario uso zootecnico 237 €/ton).
TESEO.clal.it – Italia: Confronto Quotazioni e Prezzi Import di Mais