Soia: nuovi equilibri, dal Sud America agli USA
17 Novembre 2023

Di: Elisa Donegatti ed Ester Venturelli

Il raccolto di Soia degli Stati Uniti, che costituisce il 28% dell’offerta mondiale, è ormai completo. La produzione, pur rimanendo ai minimi dal 2019, è stata superiore alle aspettative e il report WASDE degli USDA di Novembre ha aumentato le stime di produzione degli USA di 690.000 tonnellate. I prezzi della Soia sono però rimasti piuttosto stabili sostenuti in parte da una ripresa degli acquisti da parte della Cina e dalle preoccupazioni che stanno sorgendo per la produzione in Sud America.

Brasile e Argentina insieme producono più del 50% della Soia mondiale e, in termini di rese, sono rispettivamente al primo e al terzo posto a livello mondiale, avendo visto un importante miglioramento negli ultimi anni. 

Le condizioni climatiche in Brasile, però, non sembrano essere particolarmente favorevoli per la produzione di questa stagione (2023-24). Infatti, la carenza di piogge ha rallentato la semina di Soia e in alcuni casi potrebbe essere necessario ripiantare, soprattutto nel nord di Mato Grosso.

In Argentina l’arrivo tardivo delle piogge ha fatto sì che alcuni campi che dovevano essere destinati alla coltivazione di Mais o Girasole siano stati destinati alla produzione di Soia. Tuttavia, a causa del clima secco, la semina è indietro rispetto al ritmo medio delle ultime annate. Inoltre, l’Argentina sta producendo ridotte quantità di Farina di Soia, non riuscendo ad utilizzare gli impianti di frantumazione a piena capacità a causa dello scarso raccolto locale nella stagione 2022-23. 

Queste dinamiche stanno spingendo la domanda di Soia e Farina di Soia a spostarsi verso gli USA, generando elementi di supporto per i prezzi.

TESEO.Clal.it – Prezzi dei semi di Soia negli USA

Nuove prospettive per la durata di vita delle vacche da latte
14 Novembre 2023

La vita produttiva delle vacche da latte è ormai scesa a tre lattazioni o meno. Dato che il primo parto avviene all’incirca a due anni d’età, esse vivono in media cinque anni prima di essere macellate. È la condizione ottimale?

La durata redditizia per la vita produttiva delle vacche da latte è una questione complicata ed in evoluzione, che può cambiare in modo significativo in base a condizioni di mercato variabili quali il prezzo del latte, dei mangimi o della carne ed alle priorità dei singoli allevamenti.

Di conseguenza, le decisioni per i tassi e le modalità di rimonta delle vacche sono dinamici e cambiano nel tempo, ma è improbabile che la vita produttiva della vacca da latte possa scendere ancora se si guardano ai fattori che influenzano le decisioni per la fecondazione, la produzione, l’abbattimento delle bovine.

Storicamente uno dei criteri principali per l’abbattimento delle vacche era il mancato ingravidamento. Negli ultimi due decenni si è assistito ad un miglioramento significativo del successo riproduttivo grazie ai cambiamenti nella gestione e nella selezione genetica per aumentare la fertilità. Anche nei prossimi tempi continuerà ad aumentare il progresso genetico, inteso come somma di tutti i tratti desiderabili, permettendo di accrescere ulteriormente le rese produttive delle vacche, che avranno anche una salute migliore e quindi una maggiore capacità di allungare la vita produttiva, dato che non avrà senso mettere in asciutta vacche che producono ancora 30 o 40 litri di latte al giorno.

Un ulteriore elemento, forse il più sensibile, è poi la questione sociale ed ambientale. Sempre più spesso l’opinione pubblica cita l’abbattimento precoce delle vacche da latte come sintomo di scarso benessere animale ed in generale denuncia l’impronta ambientale della produzione lattiera. Dato che la ricerca ha dimostrato che gli allevamenti con animali più giovani emettono più gas serra, un aumento della vita produttiva contribuirebbe anche a ridurre l’impatto ambientale.

È un tema rilevante per tutta la zootecnia da latte. L’American Dairy Science Association (ASDA) lo ha affrontato in un convegno internazionale di 4 giorni in Illinois a fine ottobre.

Fonte: Dairy Herd Management

Il parere dell’Allevatore

L’allevatore Alberto Cortesi

Questo è certamente uno dei temi più dibattuti e controversi tra gli allevatori. Da un lato è vero che la vacca pluripara è la più redditizia, essendo al massimo della produttività ed avendo ha già ammortizzato i due anni di allevamento (improduttivi). Tuttavia il parto, specialmente nelle vacche più mature, rappresenta il momento critico che abbisogna di particolari attenzioni, e talvolta di cure. C’è poi un problema in generale di sanità della mammella e di cellule somatiche. Insomma: nel mondo non tutti gli allevatori sono concordi nel porre come priorità gestionale l’aumento del numero di lattazioni. Si aggiunge l’altro tema di una razionale e quindi economica gestione dell’allevamento della rimonta. In Olanda, ad esempio, mediamente le vacche producono per una lattazione in più (circa) rispetto all’Italia. Sono tra quelli che concordano nel porsi questo obiettivo, anche se nel mio allevamento sono ancora distante.

Alberto Cortesi, allevatore in Roncoferraro loc. Garolda, Mantova – ITALIA

Suini: l’importanza di una dieta corretta dopo lo svezzamento
10 Novembre 2023

Una recente riesamina della letteratura, in cui hanno collaborato ricercatori di diverse università e centri di ricerca in Canada, USA e Olanda, ha evidenziato che durante la prima settimana dopo lo svezzamento i suinetti guadagnano un peso uguale alla quantità di alimento ingerito. Tuttavia, questo guadagno è solo apparente in quanto l’aumento del peso è associato non ad uno sviluppo dell’animale ma alla formazione di edema.

La causa sarebbe nella razione, spesso composta da 40% di amidi, a cui vengono aggiunti altri zuccheri per aumentarne la palatabilità. Questo eccesso di zuccheri nella dieta porta ad un’elevata produzione di insulina combinata ad una carenza di acido fosforico (funzionale all’efficacia dell’insulina). Di conseguenza, si crea uno squilibrio all’interno dell’organismo che causa l’edema. 

Un miglioramento della composizione della dieta può ridurre rischi durante la crescita dell’animale. In particolare, subito dopo lo svezzamento i suinetti non hanno necessità di assumere molte proteine perché l’aumento di massa muscolare è ridotto, ma l’assunzione di aminoacidi quali cisteina, istidina e triptofano è comunque importante per rispondere allo stress metabolico dello svezzamento. Tuttavia, ulteriori approfondimenti sono necessari sulle modalità ideali di somministrazione di aminoacidi e minerali.

Fonte: animal

Sicurezza alimentare e le grandi monocolture
7 Novembre 2023

Nel mondo si contano fino a 7039 specie di piante edibili. Quelle coltivate sono però appena 417, ma il 90% delle calorie vegetali per l’alimentazione umana deriva solo da 15 di esse. Quindi, a fronte di un patrimonio di risorse genetiche formatesi 10 mila anni fa per azione di meccanismi biologici e per selezione naturale ed accumulate da generazioni di agricoltori che hanno domesticato, selezionato e trasferito da zone geografiche diverse tutte quelle specie da cui ricavare prodotti utili all’uomo, il sistema agroalimentare si è sempre più affidato ad un numero circoscritto di specie vegetali.

Le grandi monocolture

Si tratta delle grandi monocolture, quali il grano, il riso, la soia, il mais o le banane, da cui più o meno tutti dipendiamo, cioè le commodity, che dominano i sistemi alimentari come risultato di due fattori finalizzati ad ottenere produzioni sempre più uniformi per dimensione, aspetto, qualità: l’innovazione tecnologica e la richiesta del mercato. Il naturale percorso dalla terra alla tavola che fino a non molto tempo fa accomunava i produttori ai consumatori in un sistema equilibrato, è andato via via scemando ed ha dato origine alla standardizzazione delle coltivazioni e dei consumi.

Questo processo ha permesso di accrescere notevolmente la produzione agricola, ma la crescente dipendenza da un numero così ridotto di fonti alimentari espone ad una grande vulnerabilità verso le patologie vegetali o gli effetti climatici che potrebbero interessare le medesime coltivazioni in tante regioni del mondo. La pandemia Covid dovrebbe essere una lezione. Questa ridotta biodiversità agricola accresce l’insicurezza alimentare, anche per il ridotto numero di nutrienti ad essa associata. Diete sempre più standardizzate, un ricorso sempre maggiore a piatti preparati, la perdita delle capacità abituali per la cucina e l’economia domestica sono poi correlate alle tipiche malattie croniche del nostro tempo, come obesità e diabete. Un sistema alimentare uniforme e standardizzato diventa debole e si manifesta con effetti negativi sull’ambiente e sulla popolazione.

Recuperare la biodiversità agricola

Quindi occorre recuperare il valore della biodiversità agricola per mantenere la sicurezza alimentare e nutrizionale delle popolazioni diversificando le specie coltivate, agendo sul loro miglioramento genetico ed adottando sistemi agroalimentari più resilienti. La riduzione dell’agrobiodiversità comporta fenomeni quali l’aumento dell’erosione, l’acidificazione delle acque, la perdita di fertilità dei terreni, cioè la degradazione ambientale.

Educare i consumatori

Implementare il numero di specie coltivate richiede però un grande impegno, precise volontà ed una educazione dei consumatori che debbono essere reindirizzati nelle loro scelte. Ad esempio ad acquistare frutta e verdura con qualche difetto esterno, ma molto più appetibili per sapore, aroma, consistenza. La valorizzazione delle specie marginali o dimenticate è poi particolarmente importante nelle regioni più povere del pianeta, dove il ricorso alle colture standardizzate diventa economicamente insostenibile e sarebbe socialmente devastante per il ricorso a tecnologie troppo avanzate.

Lo sforzo verso la promozione della biodiversità agricola deve essere globale, così come globale è il sistema agroalimentare delle commodity. In questo senso, la strategia UE sulla biodiversità rappresenta ad esempio una indicazione coraggiosa da considerare con attenzione.

PS: un esempio di agrobiodiversità per l’alimentazione bovina che abbiamo tutti sotto gli occhi sono i prati stabili, con decine di specie vegetali per ettaro…

TESEO.clal.it – Aree coltivate a Sorgo nel Mondo

Fonte: FoodNavigator

Suinicoltura, preferenze d’acquisto e sostenibilità
2 Novembre 2023

Anche per le Carni Suine il principale riferimento da considerare è la sostenibilità. Però in che misura i consumatori sono disponibili a riconoscere i maggiori oneri derivanti dal benessere animale, dalla salvaguardia ambientale o quant’altro?

Cinque parametri di sostenibilità

Una ricerca danese ha studiato la preferenza d’acquisto dei consumatori danesi, tedeschi, inglesi e di Shanghai per cinque parametri di sostenibilità: minori emissioni climalteranti, maggior benessere animale, minor uso di antibiotici, assenza di malattie infettive, mangimi ottenuti senza provocare deforestazione.

Dallo studio risulta che se, in generale, i consumatori si dicono disponibili a pagare un premium price per prodotti più sostenibili, all’incirca solo il 10% accetterebbe di pagare un prezzo maggiorato del 20% per i prodotti ottenuti da suini che rispettano criteri di sostenibilità. Nelle motivazioni per la preferenza d’acquisto esiste una differenza fra i paesi Europei e la Cina: mentre nei primi la preoccupazione maggiore e dunque lo stimolo per riconoscere al prodotto suino un premium price risulta essere il benessere animale, in Cina il riferimento è la sicurezza sanitaria (food safety). In generale invece la riduzione dell’impatto climatico è la ragione meno importante in ognuno dei paesi oggetto delle rilevazioni, in quanto i consumatori ritengono che per questo obiettivo si debba agire su molte altre cause.

Oggi sempre più si ripete, in modo spesso acritico, che la produzione agricola sia responsabile di una percentuale compresa tra il 19 e il 29% del cambiamento climatico antropogenico, di cui la parte principale è la produzione zootecnica. La protezione del mondo naturale dal rischio di degrado della biodiversità rappresentato dalla produzione di mangimi, e in particolare dalla Soia legata al disboscamento della foresta pluviale ed al degrado del suolo in generale, è diventata una questione di crescente preoccupazione. Esistono poi le questioni economiche e sociali, con particolare attenzione, in quest’ultimo caso, alle condizioni di lavoro dei dipendenti e, più in generale, alle condizioni delle comunità locali.

Per analizzare il dettaglio di questi obiettivi di sostenibilità, che risultano essere in competizione l’un l’altro nelle preferenze d’acquisto, un gruppo di ricercatori dell’università di Bonn ha rilevato che i consumatori tedeschi danno molta più importanza alla garanzia del prodotto suinicolo per la salute umana. Infatti preferirebbero pagare di più per un salame con l’etichetta “senza antibiotici” piuttosto che per un salame con l’etichetta “maiali allo stato brado” sul benessere degli animali.

Entrambi questi studi dimostrano come l’allevamento debba far fronte ad interessi e criteri potenzialmente in conflitto tra di loro nel contesto della sostenibilità. In ogni caso, l’adozione di norme più stringenti potrebbe avere un impatto sulla competitività, dato che non è sempre possibile compensare i maggiori costi con l’aumento di prezzo pagato dal consumatore. Questo deve stimolare a studiare attentamente la questione per l’impatto col mercato degli investimenti sulla sostenibilità.

Benessere degli Animali e Sicurezza Sanitaria

Comunque, per la produzione suinicola, la crescente attenzione alla riduzione delle emissioni climalteranti non deve far dimenticare alle parti interessate l’importanza di migliorare il benessere degli animali e la sicurezza sanitaria. Se perdono di vista questi aspetti, gli operatori non saranno al passo con le priorità e le attese che attualmente molti consumatori hanno.

TESEO.clal.it – Paesi UE: Patrimonio Suinicolo complessivo

Fonte: Food Navigator Europe, Science Direct, Universität Bonn

Regione Lombardia affronta il tema Nitrati
31 Ottobre 2023

Il tema dei nitrati rimane delicato e sotto stretta sorveglianza in Lombardia. Dopo aver  ricevuto dalla Commissione Europea la comunicazione di costituzione in mora per la violazione, nel 2018, della Direttiva Nitrati, la Regione ha infatti inviato in risposta un dettagliato parere tecnico, al quale attende ora risposta.

Tale documento mette a sistema i dati sulle condizioni ambientali associate alla presenza di azoto raccolti in numerosi anni di ricerche scientifiche. Il Team di CLAL ha avuto l’occasione di ascoltare alcuni risultati di queste ricerche al Workshop “Verso il nuovo Programma di Azione Nitrati 2024-2027” organizzato da Regione Lombardia il 19 Ottobre 2023 a Marone (BS).

La maggior parte delle zone più critiche (ZVN) corrisponde ad aree con un carico zootecnico significativo

Per quanto riguarda l’acqua, nelle ultime rilevazioni il 95% dei pozzi analizzati è risultato avere un concentrato di nitrati inferiore a 50 mg/litro, livelli ritenuti non preoccupanti. Inoltre, analizzando gli andamenti temporali di NO3 in falda sul lungo periodo emerge un quadro positivo: una percentuale minima di pozzi analizzati ha presentato una situazione peggiorata, mentre gli altri sono stabili o in miglioramento. In ogni caso, bisogna considerare che l’impatto degli interventi atti a contenere la presenza di nitrati è rilevabile in un tempo pari al 30-50% del tempo di rinnovamento della falda, che può durare anche 30-40 anni.

Le analisi del suolo hanno evidenziato che l’alta pianura est è l’area con i valori di nitrati più elevati in profondità, mentre l’alta pianura ovest ha i valori più elevati a livello superficiale. La permanenza di azoto nel terreno dipende anche dal tipo di coltura: le coltivazioni di riso sono risultate essere quelle con i valori più bassi. Inoltre, un impatto positivo può essere fornito dalle cover crop che crescendo utilizzano l’azoto (soprattutto nel caso di Graminacee e Brassicacee), riducono la lisciviazione del terreno e contribuiscono al controllo delle piante infestanti.

Le analisi dell’aria hanno indicato che la presenza di particolato, di cui nitrato e solfato di ammonio sono una componente importante, è in diminuzione. Tuttavia, ci sono ancora alcuni giorni dell’anno con valori sopra i limiti di legge, ed il dato medio registrato è decisamente superiore al valore guida OMS. Secondo la fonte ISPRA, il 90% delle emissioni di ammoniaca nell’aria derivano dall’agricoltura e, in particolare, sono dovute allo spandimento dei liquami.

La raccolta e l’analisi dei dati è anche un supporto determinante per le attività che Regione Lombardia compie per ridurre la presenza di nitrati nell’ambiente, quali il Programma Azione Nitrati e il PSP (Piano Strategico della PAC). Quest’ultimo include i 15 interventi denominati SRA pianificati per il 2023, di cui 11 già aperti e 4 da aprire, volti ad incentivare l’adozione di pratiche agricole che riducano la diffusione di azoto in eccesso nell’ambiente. La selezione delle aziende che percepiscono i fondi si basa su alcuni criteri tra cui la localizzazione in zone prioritarie (bacino del Po e ZVN) e aziende che iniziano la produzione biologica. I finanziamenti vengono calcolati come differenziale tra la condizionalità PAC e il costo dell’impegno aggiuntivo.

TESEO.clal.it – Emissioni di nitrati in agricoltura

Italia: rese in calo per il Frumento, migliorano Mais e Soia
26 Ottobre 2023

Di Elisa Donegatti ed Ester Venturelli

Per il Mais e la Soia italiani è stata registrata nel 2023 un’area di semina inferiore al 2022, rispettivamente del -10% e del -5,2%. Nonostante questo la produzione di entrambe le colture è aumentata di circa il 10% grazie a rese in miglioramento, favorite da un clima caratterizzato da piogge relativamente abbondanti nel periodo estivo. Per il Mais, la maggiore produzione è dovuta anche alla scelta di molti produttori di seminare Mais giallo, una varietà più resistente.

Situazione diversa per il Frumento Tenero e Frumento Duro: l’area di coltivazione è aumentata nel 2023 e la produzione ha registrato quantità in aumento, ma inferiori alle aspettative. Le rese, infatti, sono ulteriormente diminuite, toccando valori ai minimi storici. La ragione principale risiede nell’eccesso di piogge che ha caratterizzato maggio e giugno. Oltre ad una diminuzione delle rese, l’effetto delle ingenti piogge si riscontra anche in un declassamento della qualità sia del Frumento Duro che Tenero.

Questo potrebbe portare ad una maggiore quota di Frumento Tenero destinato all’alimentazione animale.

Suini: difficoltà nel mercato USA
20 Ottobre 2023

Di: Marika De Vincenzi ed Ester Venturelli

Il settore suinicolo statunitense sta attraversando un periodo complesso. Nel 2022, le stime USDA dei costi e dei ricavi hanno indicato un margine alla stalla negativo. La situazione non risulta migliorata di molto nel corso del 2023. Infatti, nonostante siano diminuiti i costi dell’alimentazione, si registra una riduzione dei parti e un’accelerazione delle macellazioni con suini più leggeri, con un totale in tonnellate leggermente inferiore a quello registrato ad Agosto 2022. Per i prossimi mesi, gli analisti USDA si aspettano che il numero di parti si mantenga in calo, ma un incremento del peso dei suini alla macellazione, favorito dal calo dei costi dell’alimentazione.

Anche il trade sembra aver iniziato un processo di rallentamento. Le esportazioni Statunitensi di Carni Suine sono aumentate del 6,79% tra Gennaio e Agosto 2023, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Tuttavia, hanno registrato un leggero rallentamento nell’ultimo mese (-3,79%, Agosto 2023 rispetto ad Agosto 2022). Il rallentamento dell’export ha tra le cause i prezzi all’esportazione, che in Agosto hanno registrato ancora valori elevati, e l’aumento del tasso di cambio del Dollaro USA rispetto alle monete dei principali mercati importatori. 

La diminuzione è principalmente associata a “Altre Frattaglie”, voce che ha visto un calo del 20,5% (circa 8.500 tonnellate). Questa riduzione è dovuta principalmente alla Cina, principale acquirente, che ha acquistato quasi il 30% in meno (Agosto 2023 vs Agosto 2022). La domanda Cinese è diminuita nello stesso mese anche per le “Carni Fresche Refrigerate e Congelate”, in calo del 43%. In Cina, infatti, il mercato è saturo della produzione locale, tanto che il governo è intervenuto ritirandone una parte dal mercato in un tentativo di rialzare i prezzi. Inoltre, il rallentamento dell’economia Cinese sta portando il Paese a rivolgersi a fornitori più convenienti, come il Brasile.

Un elemento positivo sembra essere la domanda dal Messico, che si mantiene in crescita. Le esportazioni verso il Messico sono aumentate sia per “Carni Fresche” che “Altre Frattaglie”. Anche se queste quantità in parte compensano le riduzioni verso la Cina, nel complesso il totale mensile di Agosto 2023 è risultato inferiore alle quantità esportate ad Agosto 2022 e Agosto 2021.

Nuove tensioni per energia e fertilizzanti
18 Ottobre 2023

Di: Alberto Lancellotti, Ester Venturelli e Elisa Donegatti

Nuove tensioni stanno caratterizzando i mercati energetici internazionali. Questo si traduce in aumenti nei costi associati a Petrolio, Gas Naturale e Fertilizzanti.

Il prezzo del Petrolio Brent in Europa aveva adottato una tendenza in crescita già a fine giugno, dovuta alla decisione di Arabia Saudita e Russia di ridurre le quantità estratte di petrolio fino a fine anno. Nonostante questo, a fine settembre le quotazioni avevano registrato un rallentamento, interrotto poi dell’escalation delle tensioni in Israele che ha determinato una nuova ripresa dei prezzi. 

Infatti, ci sono preoccupazioni associate alla disponibilità di petrolio nei mercati nel caso in cui i Paesi Arabi decidessero di entrare attivamente nel conflitto. Lo stato che preoccupa maggiormente è l’Iran, il più coinvolto politicamente nella questione sino-palestinese e produttore di circa 3 milioni di barili al giorno.

Le tensioni in Medio Oriente hanno un impatto anche sul mercato del Gas Naturale. Infatti, Israele controlla il pozzo di Tamar, che è stato chiuso a causa del conflitto in atto. Parte del Gas estratto viene abitualmente esportato in Egitto che a sua volta esporta Gas in Unione Europea. L’interruzione di questa fornitura potrebbe avere, quindi, un impatto negativo sulla disponibilità in UE causando un rialzo dei prezzi. A questo si aggiungono altri fattori che inaspriscono le tensioni internazionali sul mercato del Gas Naturale, quali la chiusura di un gasdotto tra la Finlandia e l’Estonia, che necessita riparazioni e rimarrà inattivo per diversi mesi, e gli scioperi dei lavoratori degli impianti di gas naturale liquefatto della Chevron Corp in Australia.

Una certa attenzione va anche posta al settore dei Fertilizzanti. Oltre alle problematiche derivanti dal mercato del Gas Naturale, principale materia prima utilizzata nella produzione, si aggiunge anche il fatto che Israele è un importante esportatore di Potassio. Tuttavia, la domanda di Fertilizzanti è ancora piuttosto debole rispetto al passato, raffreddata in parte dai prezzi che si mantengono elevati. Per questo motivo, gli analisti non si aspettano che i prezzi dei fertilizzanti subiscano aumenti particolarmente significativi nei prossimi mesi.

Infine, le dinamiche dei mercati energetici potrebbero indirettamente influenzare i mercati dei Cereali e dei Semi Oleosi. Infatti, i prezzi elevati dei carburanti fossili incentivano la produzione di bioetanolo e biodiesel. Questo si traduce in un aumento della domanda di Mais e Soia. 

Sequenziato il genoma del Mais: un impulso per migliorare le produzioni
10 Ottobre 2023

Dei ricercatori cinesi ed americani sono riusciti ad identificare la mappa genetica completa del Mais, aprendo nuove prospettive per la sua selezione. Il sequenziamento renderà possibile conoscere le funzioni dei singoli geni e di conseguenza prevedere le potenzialità produttive ed i comportamenti in campo delle nuove varietà di Mais.

Gene, DNA e Genoma

Fin dall’antichità molti sapienti si erano posti il tema della trasmissione ereditaria dei caratteri. Il filosofo Aristotele aveva osservato la reciproca indipendenza di alcuni caratteri nelle unioni tra persone di origini diverse, mentre il medico Ippocrate aveva formulato una teoria della trasmissione ereditaria. Fu però l’abate Mendel, negli anni ’60 dell’Ottocento a definire le leggi dell’ereditarietà, da cui prese impulso la genetica moderna basata sul concetto di gene, unità costituita da una sequenza di DNA, il cui insieme forma il genoma. I geni sono contenuti nei cromosomi che si trovano nel nucleo cellulare. Un cromosoma contiene da centinaia a migliaia di geni. Il genoma contiene il complesso delle informazioni genetiche necessarie a produrre un organismo nelle sue diverse funzioni, complesse e integrate. Sequenziare il genoma significa riuscire a mettere in fila le basi (Adenina, Citosina, Guanina e Timina) che costituiscono il DNA, in modo da poter leggere propriamente come sono codificati i geni, nonché le istruzioni per esprimerli nel tempo e nello spazio. Determinare la sequenza è dunque utile nella ricerca per capire come gli organismi vivono e per guidarne in modo preciso il miglioramento genetico.

La mappatura dell’intero materiale genetico del Mais è stata realizzata in un progetto internazionale con ricercatori cinesi del centro nazionale per il miglioramento genetico del Mais presso l’università di Pechino ed americani delle università dell’Iowa e del Nebraska. È stata una sfida di lunga durata perché il genoma del Mais è grande ed immensamente complesso. Nel 2009 era stata realizzata una prima bozza di sequenziamento e gli scienziati dell’epoca erano riusciti a mappare solo due dei dieci cromosomi del Mais. Adesso, grazie alle tecnologie attuali più avanzate, i ricercatori sono riusciti ad effettuare la mappatura di tutti i cromosomi. Quindi ora sarà finalmente possibile sapere cosa fa ogni singolo gene e di conseguenza anche come intervenire su di esso.

La mappa completa del genoma del Mais è un risultato storico che può consentire importanti progressi nella resistenza alle malattie, nella resilienza, nella produttività delle coltivazioni. L’identificazione delle funzioni dei singoli geni permetterà di prevedere quali nuove varietà di Mais avranno buone prestazioni in particolari ambienti, quindi di decidere al meglio e rapidamente per adattarsi ai cambiamenti climatici.

Un nuovo capitolo per il miglioramento genetico

Si tratta di un nuovo capitolo per il miglioramento genetico. Invece di effettuare la selezione, ci sarà la possibilità di progettare ed ingegnerizzare le varietà di Mais per adattarle alle sfide future in termini di aumento della resa e di minori bisogni di azoto ed acqua. Questi studi andranno comunque sempre accompagnati dalle osservazioni sul campo per identificare i parametri da migliorare. Un esempio è la misurazione del grado di inclinazione delle foglie, effettuabile col robot, perché foglie più erette permettono una resa migliore dato che la pianta può ottenere una maggiore fotosintesi con la stessa quantità di luce.

La ricerca ha permesso di ottenere enormi progressi nel miglioramento genetico delle piante e la mappatura del genoma del Mais apre le porte per un potenziale di coltivazioni migliori e più produttive. Occorre incentivare la ricerca per aumentare la conoscenza, in un contesto di cooperazione internazionale.

TESEO.clal.it – Rese dei terreni agricoli per la coltivazione di Cereali

Fonte: Nature Genetics, Nebraska Today

Causa manutenzione straordinaria, alcune componenti del sito potrebbero non funzionare nel modo previsto. Ci scusiamo, ed invitiamo a segnalarci eventuali imprecisioni.